Il Libro di Urantia in inglese è di pubblico dominio in tutto il mondo dal 2006.
Traduzioni: © 2006 Urantia Foundation
EARLY EVOLUTION OF RELIGION
L’EVOLUZIONE PRIMITIVA DELLA RELIGIONE
1955 86:0.1 THE evolution of religion from the preceding and primitive worship urge is not dependent on revelation. The normal functioning of the human mind under the directive influence of the sixth and seventh mind-adjutants of universal spirit bestowal is wholly sufficient to insure such development.
2006 86:0.1 L’EVOLUZIONE della religione a partire dall’impulso primitivo precedente all’adorazione non dipende dalla rivelazione. Il funzionamento normale della mente umana sotto l’influenza direttrice del sesto e del settimo aiutante della mente, conferimenti spirituali universali, è del tutto sufficiente ad assicurare tale sviluppo.
1955 86:0.2 Man’s earliest prereligious fear of the forces of nature gradually became religious as nature became personalized, spiritized, and eventually deified in human consciousness. Religion of a primitive type was therefore a natural biologic consequence of the psychologic inertia of evolving animal minds after such minds had once entertained concepts of the supernatural.
2006 86:0.2 La primissima paura prereligiosa per le forze della natura divenne gradualmente religiosa a mano a mano che la natura venne personalizzata, spiritualizzata e alla fine deificata nella coscienza umana. La religione di tipo primitivo era quindi una conseguenza biologica naturale dell’inerzia psicologica delle menti animali in evoluzione dopo che tali menti si erano formate dei concetti del soprannaturale.
1. CHANCE: GOOD LUCK AND BAD LUCK
1. IL CASO: FORTUNA E SFORTUNA
1955 86:1.1 Aside from the natural worship urge, early evolutionary religion had its roots of origin in the human experiences of chance—so-called luck, commonplace happenings. Primitive man was a food hunter. The results of hunting must ever vary, and this gives certain origin to those experiences which man interprets as good luck and bad luck. Mischance was a great factor in the lives of men and women who lived constantly on the ragged edge of a precarious and harassed existence.
2006 86:1.1 A parte la spinta naturale all’adorazione, la religione evoluzionaria primitiva aveva le sue radici originarie nelle esperienze umane del caso — la cosiddetta fortuna, gli avvenimenti ordinari. L’uomo primitivo era un cacciatore di cibo. I risultati della caccia sono sempre diversi, e ciò dà origine certa a quelle esperienze che l’uomo interpreta come fortuna e sfortuna. La disgrazia era un fattore importante nella vita degli uomini e delle donne che vivevano costantemente sull’orlo incerto di un’esistenza precaria e tormentata.
1955 86:1.2 The limited intellectual horizon of the savage so concentrates the attention upon chance that luck becomes a constant factor in his life. Primitive Urantians struggled for existence, not for a standard of living; they lived lives of peril in which chance played an important role. The constant dread of unknown and unseen calamity hung over these savages as a cloud of despair which effectively eclipsed every pleasure; they lived in constant dread of doing something that would bring bad luck. Superstitious savages always feared a run of good luck; they viewed such good fortune as a certain harbinger of calamity.
2006 86:1.2 Il limitato orizzonte intellettuale del selvaggio concentra talmente la sua attenzione sul caso che la fortuna diviene un fattore costante della sua vita. Gli Urantiani primitivi lottavano per vivere, non per una qualità di vita; essi vivevano una vita pericolosa in cui il caso giocava un ruolo importante. Il timore costante per una calamità sconosciuta ed invisibile incombeva su questi selvaggi come una nube di disperazione che eclissava efficacemente ogni piacere; essi vivevano nel timore costante di fare qualcosa che portasse sfortuna. I selvaggi superstiziosi temevano sempre un periodo di buona sorte; essi consideravano questa buona fortuna come annunciatrice certa di calamità.
1955 86:1.3 This ever-present dread of bad luck was paralyzing. Why work hard and reap bad luck—nothing for something—when one might drift along and encounter good luck—something for nothing? Unthinking men forget good luck—take it for granted—but they painfully remember bad luck.
2006 86:1.3 Questa paura sempre presente della cattiva sorte era paralizzante. Perché lavorare duro e raccogliere sfortuna — niente per qualcosa — quando è possibile lasciarsi trasportare dagli eventi ed incontrare la fortuna — qualcosa per niente? Gli uomini irriflessivi dimenticano la buona sorte — la considerano come dovuta — ma ricordano con dispiacere la sfortuna.
1955 86:1.4 Early man lived in uncertainty and in constant fear of chance—bad luck. Life was an exciting game of chance; existence was a gamble. It is no wonder that partially civilized people still believe in chance and evince lingering predispositions to gambling. Primitive man alternated between two potent interests: the passion of getting something for nothing and the fear of getting nothing for something. And this gamble of existence was the main interest and the supreme fascination of the early savage mind.
2006 86:1.4 L’uomo primitivo viveva nell’incertezza e nella costante paura del caso — della sfortuna. La vita era un appassionante gioco legato al caso; l’esistenza era un azzardo. Non c’è da stupirsi che gente parzialmente civilizzata creda ancora al caso e manifesti persistenti predisposizioni al gioco d’azzardo. L’uomo primitivo si alternava tra due potenti interessi: la passione di ottenere qualcosa per niente e la paura di non ottenere niente per qualcosa. E questo gioco d’azzardo dell’esistenza era il principale interesse ed il fascino supremo della mente dei selvaggi primitivi.
1955 86:1.5 The later herders held the same views of chance and luck, while the still later agriculturists were increasingly conscious that crops were immediately influenced by many things over which man had little or no control. The farmer found himself the victim of drought, floods, hail, storms, pests, and plant diseases, as well as heat and cold. And as all of these natural influences affected individual prosperity, they were regarded as good luck or bad luck.
2006 86:1.5 I successivi mandriani ebbero lo stesso punto di vista sul caso e sulla fortuna, mentre più tardi ancora gli agricoltori presero sempre più coscienza che i raccolti erano direttamente influenzati da molti fattori sui quali l’uomo aveva poco o nessun controllo. Il contadino si trovò vittima della siccità, delle inondazioni, della grandine, delle tempeste, degli insetti nocivi e delle malattie parassitarie, così come del caldo e del freddo. E poiché tutte queste influenze naturali incidevano sulla prosperità individuale, furono considerate come fortuna o sfortuna.
1955 86:1.6 This notion of chance and luck strongly pervaded the philosophy of all ancient peoples. Even in recent times in the Wisdom of Solomon it is said: “I returned and saw that the race is not to the swift, nor the battle to the strong, neither bread to the wise, nor riches to men of understanding, nor favor to men of skill; but fate and chance befall them all. For man knows not his fate; as fishes are taken in an evil net, and as birds are caught in a snare, so are the sons of men snared in an evil time when it falls suddenly upon them.”
2006 86:1.6 Questa nozione del caso e della fortuna impregnò fortemente la filosofia di tutti i popoli antichi. Anche in tempi recenti nella Saggezza di Salomone è detto: “Sono tornato ed ho visto che la corsa non è per il veloce, né la battaglia per il forte, né il pane per il saggio, né le ricchezze per gli uomini intelligenti, né il favore per gli uomini abili; ma il destino ed il caso raggiungono tutti loro. Perché l’uomo non conosce il proprio destino; come i pesci sono presi in una rete maligna e gli uccelli sono presi al laccio, così i figli degli uomini vengono intrappolati da una cattiva circostanza quando essa piomba improvvisamente su di loro[1].”
2. THE PERSONIFICATION OF CHANCE
2. LA PERSONIFICAZIONE DEL CASO
1955 86:2.1 Anxiety was a natural state of the savage mind. When men and women fall victims to excessive anxiety, they are simply reverting to the natural estate of their far-distant ancestors; and when anxiety becomes actually painful, it inhibits activity and unfailingly institutes evolutionary changes and biologic adaptations. Pain and suffering are essential to progressive evolution.
2006 86:2.1 L’ansietà era uno stato naturale della mente dei selvaggi. Quando gli uomini e le donne cadono vittime di un’ansia eccessiva, ritornano semplicemente alla condizione naturale dei loro lontanissimi antenati. E quando l’ansietà diviene veramente penosa, inibisce l’attività e provoca infallibilmente dei cambiamenti evoluzionari e degli adattamenti biologici. Il dolore e la sofferenza sono essenziali all’evoluzione progressiva.
1955 86:2.2 The struggle for life is so painful that certain backward tribes even yet howl and lament over each new sunrise. Primitive man constantly asked, “Who is tormenting me?” Not finding a material source for his miseries, he settled upon a spirit explanation. And so was religion born of the fear of the mysterious, the awe of the unseen, and the dread of the unknown. Nature fear thus became a factor in the struggle for existence first because of chance and then because of mystery.
2006 86:2.2 La lotta per la vita è così penosa che ancora oggi certe tribù arretrate urlano e si lamentano ad ogni nuovo sorgere del sole. L’uomo primitivo si chiedeva costantemente: “Chi mi tormenta?” Non trovando una fonte materiale alle sue disgrazie, egli fissò la sua spiegazione sugli spiriti. E così ebbe origine la religione della paura del misterioso, del timore riverenziale dell’invisibile e del terrore dell’ignoto. La paura della natura divenne quindi un fattore nella lotta per l’esistenza, prima a motivo del caso e poi a causa del mistero.
1955 86:2.3 The primitive mind was logical but contained few ideas for intelligent association; the savage mind was uneducated, wholly unsophisticated. If one event followed another, the savage considered them to be cause and effect. What civilized man regards as superstition was just plain ignorance in the savage. Mankind has been slow to learn that there is not necessarily any relationship between purposes and results. Human beings are only just beginning to realize that the reactions of existence appear between acts and their consequences. The savage strives to personalize everything intangible and abstract, and thus both nature and chance become personalized as ghosts—spirits—and later on as gods.
2006 86:2.3 La mente primitiva era logica, ma conteneva poche idee per un’associazione intelligente; la mente del selvaggio era incolta, totalmente ingenua. Se un avvenimento ne seguiva un altro, il selvaggio li considerava come causa ed effetto. Ciò che l’uomo civilizzato considera come superstizione non era che pura ignoranza nel selvaggio. L’umanità è stata lenta ad imparare che non c’è necessariamente una relazione tra propositi e risultati. Gli esseri umani cominciano solo ora a comprendere che le reazioni dell’esistenza appaiono tra gli atti e le loro conseguenze. Il selvaggio si sforza di personalizzare tutto ciò che è intangibile ed astratto, e così la natura ed il caso divengono entrambi personalizzati come fantasmi — come spiriti — e più tardi come dei.
1955 86:2.4 Man naturally tends to believe that which he deems best for him, that which is in his immediate or remote interest; self-interest largely obscures logic. The difference between the minds of savage and civilized men is more one of content than of nature, of degree rather than of quality.
2006 86:2.4 L’uomo tende per natura a credere in ciò che ritiene migliore per lui, in ciò che è di suo immediato o lontano interesse; l’interesse personale oscura largamente la logica. La differenza tra la mente dei selvaggi e quella degli uomini civilizzati è più una questione di contenuto che di natura, di livello piuttosto che di qualità.
1955 86:2.5 But to continue to ascribe things difficult of comprehension to supernatural causes is nothing less than a lazy and convenient way of avoiding all forms of intellectual hard work. Luck is merely a term coined to cover the inexplicable in any age of human existence; it designates those phenomena which men are unable or unwilling to penetrate. Chance is a word which signifies that man is too ignorant or too indolent to determine causes. Men regard a natural occurrence as an accident or as bad luck only when they are destitute of curiosity and imagination, when the races lack initiative and adventure. Exploration of the phenomena of life sooner or later destroys man’s belief in chance, luck, and so-called accidents, substituting therefor a universe of law and order wherein all effects are preceded by definite causes. Thus is the fear of existence replaced by the joy of living.
2006 86:2.5 Ma continuare ad attribuire le cose difficili da comprendere a cause soprannaturali è nient’altro che un modo pigro e comodo di evitare ogni forma di lavoro intellettuale faticoso. La fortuna è semplicemente un termine coniato per coprire l’inspiegabile in ogni era dell’esistenza umana; essa designa quei fenomeni che gli uomini sono incapaci o poco desiderosi di penetrare. Il caso è una parola che significa che l’uomo è troppo ignorante o troppo indolente per determinare le cause. Gli uomini considerano un avvenimento naturale come un accidente o come sfortuna solo quando sono privi di curiosità e d’immaginazione, quando le razze mancano d’iniziativa e di spirito d’avventura. L’esplorazione dei fenomeni della vita distrugge presto o tardi la credenza dell’uomo nel caso, nella fortuna e nei cosiddetti accidenti, sostituendovi un universo di legge e d’ordine in cui tutti gli effetti sono preceduti da cause definite. In tal modo la paura dell’esistenza è rimpiazzata dalla gioia di vivere.
1955 86:2.6 The savage looked upon all nature as alive, as possessed by something. Civilized man still kicks and curses those inanimate objects which get in his way and bump him. Primitive man never regarded anything as accidental; always was everything intentional. To primitive man the domain of fate, the function of luck, the spirit world, was just as unorganized and haphazard as was primitive society. Luck was looked upon as the whimsical and temperamental reaction of the spirit world; later on, as the humor of the gods.
2006 86:2.6 Il selvaggio considerava tutta la natura come vivente, posseduta da qualcosa. L’uomo civilizzato scalcia ancora, ed impreca contro, gli oggetti inanimati che si trovano sulla sua strada e sui quali inciampa. L’uomo primitivo non considerava mai nulla come accidentale; ogni cosa era sempre intenzionale. Per l’uomo primitivo il dominio del fato, la funzione della fortuna, il mondo degli spiriti, erano altrettanto disorganizzati e caotici quanto lo era la società primitiva. La fortuna era considerata come la reazione capricciosa e stravagante del mondo degli spiriti; più tardi come l’umore degli dei.
1955 86:2.7 But all religions did not develop from animism. Other concepts of the supernatural were contemporaneous with animism, and these beliefs also led to worship. Naturalism is not a religion—it is the offspring of religion.
2006 86:2.7 Ma non tutte le religioni si svilupparono dall’animismo. Altri concetti del soprannaturale furono contemporanei all’animismo, ed anche queste credenze portarono all’adorazione. Il naturalismo non è una religione — è il frutto della religione.
3. DEATH—THE INEXPLICABLE
3. LA MORTE — L’INSPIEGABILE
1955 86:3.1 Death was the supreme shock to evolving man, the most perplexing combination of chance and mystery. Not the sanctity of life but the shock of death inspired fear and thus effectively fostered religion. Among savage peoples death was ordinarily due to violence, so that nonviolent death became increasingly mysterious. Death as a natural and expected end of life was not clear to the consciousness of primitive people, and it has required age upon age for man to realize its inevitability.
2006 86:3.1 La morte era lo shock supremo per l’uomo in evoluzione, la combinazione più sconvolgente di caso e di mistero. Non fu la santità della vita ma lo shock della morte che ispirò paura e favorì così efficacemente la religione. Tra i popoli selvaggi la morte era generalmente dovuta alla violenza, cosicché la morte non violenta divenne sempre più un mistero. La morte come fine naturale e prevista della vita non era chiara alla coscienza della gente primitiva, e l’uomo ha impiegato intere epoche per comprendere la sua inevitabilità.
1955 86:3.2 Early man accepted life as a fact, while he regarded death as a visitation of some sort. All races have their legends of men who did not die, vestigial traditions of the early attitude toward death. Already in the human mind there existed the nebulous concept of a hazy and unorganized spirit world, a domain whence came all that is inexplicable in human life, and death was added to this long list of unexplained phenomena.
2006 86:3.2 L’uomo primitivo accettava la vita come un fatto, mentre considerava la morte come una sorta di calamità. Tutte le razze hanno le loro leggende di uomini che non sono morti, vestigia di tradizioni del comportamento iniziale verso la morte. Nella mente umana esisteva già il concetto nebuloso di un mondo degli spiriti confuso e disorganizzato, di un dominio da cui proveniva tutto ciò che è inesplicabile nella vita umana, e la morte fu aggiunta a questa lunga lista di fenomeni inspiegati.
1955 86:3.3 All human disease and natural death was at first believed to be due to spirit influence. Even at the present time some civilized races regard disease as having been produced by “the enemy” and depend upon religious ceremonies to effect healing. Later and more complex systems of theology still ascribe death to the action of the spirit world, all of which has led to such doctrines as original sin and the fall of man.
2006 86:3.3 Si credette inizialmente che tutte le malattie umane e la morte naturale fossero dovute all’influenza degli spiriti. Anche al tempo attuale alcune razze civilizzate considerano la malattia come prodotta da “il nemico” e fanno assegnamento su cerimonie religiose per la guarigione. Successivi e più complessi sistemi di teologia attribuiscono ancora la morte all’azione del mondo degli spiriti; e l’insieme di tutto ciò ha condotto a dottrine quali il peccato originale e la caduta dell’uomo.
1955 86:3.4 It was the realization of impotency before the mighty forces of nature, together with the recognition of human weakness before the visitations of sickness and death, that impelled the savage to seek for help from the supermaterial world, which he vaguely visualized as the source of these mysterious vicissitudes of life.
2006 86:3.4 Fu la presa di coscienza della sua impotenza davanti alle potenti forze della natura, unitamente al riconoscimento della debolezza umana di fronte alle calamità della malattia e della morte, che spinsero il selvaggio a cercare aiuto nel mondo sovrammateriale, che egli si raffigurava vagamente come fonte di queste misteriose vicissitudini della vita.
4. THE DEATH-SURVIVAL CONCEPT
4. IL CONCETTO DI SOPRAVVIVENZA DOPO LA MORTE
1955 86:4.1 The concept of a supermaterial phase of mortal personality was born of the unconscious and purely accidental association of the occurrences of everyday life plus the ghost dream. The simultaneous dreaming about a departed chief by several members of his tribe seemed to constitute convincing evidence that the old chief had really returned in some form. It was all very real to the savage who would awaken from such dreams reeking with sweat, trembling, and screaming.
2006 86:4.1 Il concetto di una fase sovrammateriale della personalità mortale ebbe origine dall’associazione inconscia e puramente accidentale degli avvenimenti della vita quotidiana con i sogni di fantasmi. Sognare simultaneamente un capo defunto da parte di più membri della sua tribù sembrava costituire una prova convincente che il vecchio capo era realmente tornato sotto qualche forma. Tutto ciò era molto reale per il selvaggio che si svegliava da tali sogni madido di sudore, tremando e urlando.
1955 86:4.2 The dream origin of the belief in a future existence explains the tendency always to imagine unseen things in the terms of things seen. And presently this new dream-ghost-future-life concept began effectively to antidote the death fear associated with the biologic instinct of self-preservation.
2006 86:4.2 L’origine onirica della credenza in un’esistenza futura spiega la tendenza ad immaginare sempre le cose invisibili in termini di cose visibili. E subito questo nuovo concetto di vita futura derivato dai fantasmi sognati cominciò a servire da efficace antidoto alla paura della morte associata all’istinto biologico di autopreservazione.
1955 86:4.3 Early man was also much concerned about his breath, especially in cold climates, where it appeared as a cloud when exhaled. The breath of life was regarded as the one phenomenon which differentiated the living and the dead. He knew the breath could leave the body, and his dreams of doing all sorts of queer things while asleep convinced him that there was something immaterial about a human being. The most primitive idea of the human soul, the ghost, was derived from the breath-dream idea-system.
2006 86:4.3 L’uomo primitivo provava anche molto interesse per il suo respiro, specialmente nel climi freddi dove appariva come una nuvoletta quando si espirava. Il soffio di vita fu considerato come l’unico fenomeno che differenziava il vivente dal morto[2]. Egli sapeva che il soffio poteva lasciare il corpo, ed i suoi sogni in cui faceva ogni sorta di cose bizzarre mentre dormiva lo convinsero che c’era qualcosa d’immateriale nell’essere umano. L’idea più primitiva di anima umana, il fantasma, fu derivato dal sistema d’idee relativo ai sogni e al respiro.
1955 86:4.4 Eventually the savage conceived of himself as a double—body and breath. The breath minus the body equaled a spirit, a ghost. While having a very definite human origin, ghosts, or spirits, were regarded as superhuman. And this belief in the existence of disembodied spirits seemed to explain the occurrence of the unusual, the extraordinary, the infrequent, and the inexplicable.
2006 86:4.4 Alla fine il selvaggio concepì se stesso come una doppia entità — corpo e respiro. Il respiro meno il corpo equivaleva ad uno spirito, ad un fantasma. Anche se avevano un’origine umana ben definita, i fantasmi, o gli spiriti, erano considerati superumani. E questa credenza nell’esistenza di spiriti disincarnati sembrava spiegare gli avvenimenti insoliti, straordinari, eccezionali ed inspiegabili.
1955 86:4.5 The primitive doctrine of survival after death was not necessarily a belief in immortality. Beings who could not count over twenty could hardly conceive of infinity and eternity; they rather thought of recurring incarnations.
2006 86:4.5 La dottrina primitiva della sopravvivenza dopo la morte non era necessariamente una credenza nell’immortalità. Esseri che non sapevano contare oltre il venti potevano difficilmente concepire l’infinità e l’eternità; essi pensavano piuttosto a ricorrenti incarnazioni.
1955 86:4.6 The orange race was especially given to belief in transmigration and reincarnation. This idea of reincarnation originated in the observance of hereditary and trait resemblance of offspring to ancestors. The custom of naming children after grandparents and other ancestors was due to belief in reincarnation. Some later-day races believed that man died from three to seven times. This belief (residual from the teachings of Adam about the mansion worlds), and many other remnants of revealed religion, can be found among the otherwise absurd doctrines of twentieth-century barbarians.
2006 86:4.6 La razza arancio era particolarmente incline alla credenza nella trasmigrazione e nella reincarnazione. Questa idea della reincarnazione ebbe origine dall’osservazione della somiglianza di tratti ereditari tra discendenti ed antenati. Il costume di dare ai figli il nome dei nonni e di altri ascendenti fu dovuto alla credenza nella reincarnazione. Alcune razze più recenti credettero che l’uomo morisse da tre a sette volte. Questa credenza (residuo degli insegnamenti di Adamo concernenti i mondi delle dimore), e molte altre vestigia della religione rivelata, si possono trovare tra le dottrine, peraltro assurde, dei barbari del ventesimo secolo.
1955 86:4.7 Early man entertained no ideas of hell or future punishment. The savage looked upon the future life as just like this one, minus all ill luck. Later on, a separate destiny for good ghosts and bad ghosts—heaven and hell—was conceived. But since many primitive races believed that man entered the next life just as he left this one, they did not relish the idea of becoming old and decrepit. The aged much preferred to be killed before becoming too infirm.
2006 86:4.7 L’uomo primitivo non nutriva idee d’inferno o di punizione futura. Il selvaggio immaginava la vita futura esattamente simile a questa, ma priva di malasorte. Più tardi fu concepito un destino separato per i buoni fantasmi ed i cattivi fantasmi — cielo e inferno. Ma poiché molte razze primitive credevano che l’uomo entrasse nella vita successiva nello stesso stato in cui aveva lasciato questa, non gradivano l’idea di diventare vecchi e decrepiti. Gli anziani preferivano essere uccisi prima di diventare troppo infermi.
1955 86:4.8 Almost every group had a different idea regarding the destiny of the ghost soul. The Greeks believed that weak men must have weak souls; so they invented Hades as a fit place for the reception of such anemic souls; these unrobust specimens were also supposed to have shorter shadows. The early Andites thought their ghosts returned to the ancestral homelands. The Chinese and Egyptians once believed that soul and body remained together. Among the Egyptians this led to careful tomb construction and efforts at body preservation. Even modern peoples seek to arrest the decay of the dead. The Hebrews conceived that a phantom replica of the individual went down to Sheol; it could not return to the land of the living. They did make that important advance in the doctrine of the evolution of the soul.
2006 86:4.8 Quasi tutti i gruppi avevano un’idea differente riguardo al destino dell’anima fantasma. I Greci credevano che gli uomini deboli dovevano avere anime deboli; così inventarono l’Ade come luogo appropriato per ricevere tali anime deboli. Essi supponevano anche che questi individui gracili avessero ombre più piccole. I primi Anditi credevano che i loro fantasmi ritornassero nelle terre natali dei loro antenati. I Cinesi e gli Egiziani credettero un tempo che l’anima e il corpo rimanessero uniti. Ciò portò gli Egiziani all’accurata costruzione di tombe e a sforzarsi di preservare il corpo. Anche dei popoli moderni cercano d’impedire la decomposizione dei morti[3]. Gli Ebrei concepirono che un fantasma, replica dell’individuo, scendesse allo Sheol; esso non poteva ritornare nel paese dei viventi. Sono loro che fecero questo importante progresso nella dottrina dell’evoluzione dell’anima.
5. THE GHOST-SOUL CONCEPT
5. IL CONCETTO DI ANIMA FANTASMA
1955 86:5.1 The nonmaterial part of man has been variously termed ghost, spirit, shade, phantom, specter, and latterly soul. The soul was early man’s dream double; it was in every way exactly like the mortal himself except that it was not responsive to touch. The belief in dream doubles led directly to the notion that all things animate and inanimate had souls as well as men. This concept tended long to perpetuate the nature-spirit beliefs; the Eskimos still conceive that everything in nature has a spirit.
2006 86:5.1 La parte non materiale dell’uomo è stata variamente denominata fantasma, spirito, ombra, immagine, spettro e più recentemente anima. L’anima era il doppio sognato dall’uomo primitivo; essa era sotto ogni aspetto esattamente simile al mortale stesso, salvo che non era sensibile al tatto. La credenza nei doppi sognati portò direttamente alla nozione che tutte le cose animate ed inanimate avessero un’anima come gli uomini. Questo concetto tese lungamente a perpetuare la credenza negli spiriti della natura; gli Eschimesi credono ancora che ogni cosa in natura abbia uno spirito.
1955 86:5.2 The ghost soul could be heard and seen, but not touched. Gradually the dream life of the race so developed and expanded the activities of this evolving spirit world that death was finally regarded as “giving up the ghost.” All primitive tribes, except those little above animals, have developed some concept of the soul. As civilization advances, this superstitious concept of the soul is destroyed, and man is wholly dependent on revelation and personal religious experience for his new idea of the soul as the joint creation of the God-knowing mortal mind and its indwelling divine spirit, the Thought Adjuster.
2006 86:5.2 L’anima fantasma poteva essere ascoltata e vista, ma non toccata. Gradualmente la vita dei sogni della razza sviluppò ed estese le attività di questo mondo in evoluzione degli spiriti, al punto che la morte fu alla fine considerata come “rendere l’anima”[4]. Tutte le tribù primitive, eccetto quelle di poco superiori agli animali, hanno sviluppato un qualche concetto di anima. A mano a mano che la civiltà progredisce, questo concetto superstizioso di anima viene distrutto, e l’uomo dipende interamente dalla rivelazione e dall’esperienza religiosa personale per la sua nuova idea dell’anima quale creazione congiunta della mente mortale che conosce Dio e dello spirito divino che vi dimora, l’Aggiustatore di Pensiero.
1955 86:5.3 Early mortals usually failed to differentiate the concepts of an indwelling spirit and a soul of evolutionary nature. The savage was much confused as to whether the ghost soul was native to the body or was an external agency in possession of the body. The absence of reasoned thought in the presence of perplexity explains the gross inconsistencies of the savage view of souls, ghosts, and spirits.
2006 86:5.3 I mortali primitivi non riuscivano in genere a differenziare i concetti di uno spirito interiore e di un’anima di natura evoluzionaria. Il selvaggio era molto confuso sulla questione che l’anima fantasma nascesse dal corpo o fosse un agente esterno in possesso del corpo. L’assenza di una mente razionale a fronte di perplessità spiega le notevoli incongruenze dei punti di vista dei selvaggi riguardo alle anime, ai fantasmi e agli spiriti.
1955 86:5.4 The soul was thought of as being related to the body as the perfume to the flower. The ancients believed that the soul could leave the body in various ways, as in:
2006 86:5.4 Si credette che l’anima fosse legata al corpo come il profumo al fiore. Gli antichi credevano che l’anima potesse lasciare il corpo in vari modi, quali:
1955 86:5.7 3. Coma and unconsciousness associated with disease and accidents.
2006 86:5.7 3. Coma ed incoscienza associati a malattie e ad incidenti.
1955 86:5.9 The savage looked upon sneezing as an abortive attempt of the soul to escape from the body. Being awake and on guard, the body was able to thwart the soul’s attempted escape. Later on, sneezing was always accompanied by some religious expression, such as “God bless you!”
2006 86:5.9 Il selvaggio considerava gli starnuti come un tentativo non riuscito dell’anima di fuggire dal corpo. Essendo sveglio ed attento, il corpo era capace di contrastare il tentativo di fuga dell’anima. Più tardi lo starnuto fu sempre accompagnato da qualche espressione religiosa, quale “Dio vi benedica!”
1955 86:5.10 Early in evolution sleep was regarded as proving that the ghost soul could be absent from the body, and it was believed that it could be called back by speaking or shouting the sleeper’s name. In other forms of unconsciousness the soul was thought to be farther away, perhaps trying to escape for good—impending death. Dreams were looked upon as the experiences of the soul during sleep while temporarily absent from the body. The savage believes his dreams to be just as real as any part of his waking experience. The ancients made a practice of awaking sleepers gradually so that the soul might have time to get back into the body.
2006 86:5.10 Nel corso iniziale dell’evoluzione il sonno fu considerato quale prova che l’anima fantasma poteva assentarsi dal corpo, e si credeva che potesse essere richiamata dicendo o gridando il nome del dormiente. In altre forme d’incoscienza si credeva che l’anima fosse più lontana, cercando forse di fuggire davvero — la morte imminente. I sogni erano considerati come le esperienze dell’anima durante il sonno mentre era temporaneamente assente dal corpo. Il selvaggio crede che i suoi sogni siano reali quanto una qualsiasi parte della sua esperienza da sveglio. Gli antichi presero l’abitudine di svegliare gradualmente i dormienti in modo che l’anima potesse avere il tempo di rientrare nel corpo.
1955 86:5.11 All down through the ages men have stood in awe of the apparitions of the night season, and the Hebrews were no exception. They truly believed that God spoke to them in dreams, despite the injunctions of Moses against this idea. And Moses was right, for ordinary dreams are not the methods employed by the personalities of the spiritual world when they seek to communicate with material beings.
2006 86:5.11 Nel corso delle epoche gli uomini hanno avuto timore dell’apparire della notte, e gli Ebrei non fecero eccezione. Essi credevano veramente che Dio parlasse loro in sogno, nonostante le ingiunzioni di Mosè contro questa opinione[5][6]. E Mosè aveva ragione, perché i sogni ordinari non sono i mezzi impiegati dalle personalità del mondo spirituale quando cercano di comunicare con gli esseri materiali.
1955 86:5.12 The ancients believed that souls could enter animals or even inanimate objects. This culminated in the werewolf ideas of animal identification. A person could be a law-abiding citizen by day, but when he fell asleep, his soul could enter a wolf or some other animal to prowl about on nocturnal depredations.
2006 86:5.12 Gli antichi credevano che le anime potessero entrare in animali od anche in oggetti inanimati. Ciò culminò nelle idee d’identificazione animale dei lupi mannari. Una persona poteva essere di giorno un cittadino rispettoso della legge, ma quando si addormentava la sua anima poteva entrare in un lupo o in qualche altro animale per andare in giro a compiere razzie notturne.
1955 86:5.13 Primitive men thought that the soul was associated with the breath, and that its qualities could be imparted or transferred by the breath. The brave chief would breathe upon the newborn child, thereby imparting courage. Among early Christians the ceremony of bestowing the Holy Spirit was accompanied by breathing on the candidates. Said the Psalmist: “By the word of the Lord were the heavens made and all the host of them by the breath of his mouth.” It was long the custom of the eldest son to try to catch the last breath of his dying father.
2006 86:5.13 Gli uomini primitivi credevano che l’anima fosse associata al respiro e che le sue qualità si potessero trasmettere o trasferire tramite il soffio. Un capo ardimentoso soffiava su un bambino appena nato trasmettendogli in tal modo coraggio. Tra i primi Cristiani la cerimonia di conferimento dello Spirito Santo era accompagnata dal soffiare sui candidati[7]. Il Salmista disse: “Per mezzo della parola del Signore furono creati i cieli, e tutti i loro eserciti con il soffio della sua bocca[8].” Fu a lungo costume che il figlio primogenito tentasse di cogliere l’ultimo respiro di suo padre morente.
1955 86:5.14 The shadow came, later on, to be feared and revered equally with the breath. The reflection of oneself in the water was also sometimes looked upon as proof of the double self, and mirrors were regarded with superstitious awe. Even now many civilized persons turn the mirror to the wall in the event of death. Some backward tribes still believe that the making of pictures, drawings, models, or images removes all or a part of the soul from the body; hence such are forbidden.
2006 86:5.14 Più tardi l’ombra giunse ad essere temuta e riverita quanto il soffio. Anche il profilo riflesso nell’acqua fu considerato talvolta come prova del doppio io e gli specchi furono considerati con timore superstizioso. Anche oggi molte persone civilizzate girano lo specchio verso il muro in caso di morte. Alcune tribù arretrate credono ancora che fare ritratti, disegni, modelli o immagini tolga dal corpo tutta l’anima o parte di essa; di conseguenza tali cose sono proibite.
1955 86:5.15 The soul was generally thought of as being identified with the breath, but it was also located by various peoples in the head, hair, heart, liver, blood, and fat. The “crying out of Abel’s blood from the ground” is expressive of the onetime belief in the presence of the ghost in the blood. The Semites taught that the soul resided in the bodily fat, and among many the eating of animal fat was taboo. Head hunting was a method of capturing an enemy’s soul, as was scalping. In recent times the eyes have been regarded as the windows of the soul.
2006 86:5.15 In generale si riteneva che l’anima s’identificasse con il soffio, ma essa venne anche situata da vari popoli nella testa, nei capelli, nel cuore, nel fegato, nel sangue e nel grasso. Il “sangue di Abele che grida dalla terra” esprime la credenza di un tempo nella presenza dell’anima nel sangue[9]. I Semiti insegnavano che l’anima risiedeva nel grasso del corpo e per molti il mangiare grassi di animale era tabù[10]. Il cacciare teste era un metodo per catturare l’anima di un nemico, come lo era lo scotennare. In tempi recenti gli occhi sono stati considerati come le finestre dell’anima[11].
1955 86:5.16 Those who held the doctrine of three or four souls believed that the loss of one soul meant discomfort, two illness, three death. One soul lived in the breath, one in the head, one in the hair, one in the heart. The sick were advised to stroll about in the open air with the hope of recapturing their strayed souls. The greatest of the medicine men were supposed to exchange the sick soul of a diseased person for a new one, the “new birth.”
2006 86:5.16 I seguaci della dottrina che prevedeva tre o quattro anime credevano che la perdita di un’anima significasse disagio, la perdita di due malattia, di tre la morte. Un’anima viveva nel soffio, una nella testa, una nei capelli ed una nel cuore. Gli ammalati venivano consigliati di passeggiare all’aria aperta con la speranza di ricatturare le loro anime smarrite. Si riteneva che gli stregoni migliori scambiassero l’anima malata di una persona afflitta con una nuova anima, la “nuova nascita”.
1955 86:5.17 The children of Badonan developed a belief in two souls, the breath and the shadow. The early Nodite races regarded man as consisting of two persons, soul and body. This philosophy of human existence was later reflected in the Greek viewpoint. The Greeks themselves believed in three souls; the vegetative resided in the stomach, the animal in the heart, the intellectual in the head. The Eskimos believe that man has three parts: body, soul, and name.
2006 86:5.17 I figli di Badonan svilupparono una credenza in due anime, il respiro e l’ombra. Le prime razze nodite ritenevano che l’uomo fosse costituito da due persone, l’anima ed il corpo. Questa filosofia dell’esistenza umana si rifletté più tardi nel punto di vista dei Greci. Anche i Greci credevano in tre anime; quella vegetativa risiedeva nello stomaco, quella animale nel cuore, quella intellettuale nella testa. Gli Eschimesi credono che l’uomo sia composto di tre parti: corpo, anima e nome.
6. THE GHOST-SPIRIT ENVIRONMENT
6. L’AMBIENTE DEGLI SPIRITI FANTASMA
1955 86:6.1 Man inherited a natural environment, acquired a social environment, and imagined a ghost environment. The state is man’s reaction to his natural environment, the home to his social environment, the church to his illusory ghost environment.
2006 86:6.1 L’uomo ereditò un ambiente naturale, acquisì un ambiente sociale ed immaginò un ambiente di fantasmi. Lo Stato è la reazione dell’uomo al suo ambiente naturale, la famiglia al suo ambiente sociale, la Chiesa al suo ambiente illusorio di fantasmi.
1955 86:6.2 Very early in the history of mankind the realities of the imaginary world of ghosts and spirits became universally believed, and this newly imagined spirit world became a power in primitive society. The mental and moral life of all mankind was modified for all time by the appearance of this new factor in human thinking and acting.
2006 86:6.2 Molto presto nella storia dell’umanità le realtà del mondo immaginario dei fantasmi e degli spiriti divennero credenze universali, e questo mondo di spiriti appena immaginato divenne una potenza nella società primitiva. La vita mentale e morale di tutta l’umanità fu modificata per sempre dall’apparizione di questo nuovo fattore nel pensare e nell’agire umano.
1955 86:6.3 Into this major premise of illusion and ignorance, mortal fear has packed all of the subsequent superstition and religion of primitive peoples. This was man’s only religion up to the times of revelation, and today many of the world’s races have only this crude religion of evolution.
2006 86:6.3 All’interno di questa premessa maggiore d’illusione e d’ignoranza, la paura umana ha stipato ogni successiva superstizione e religione dei popoli primitivi. Questa fu l’unica religione dell’uomo fino ai tempi della rivelazione, ed oggi molte razze del mondo hanno soltanto questa rozza religione di evoluzione.
1955 86:6.4 As evolution progressed, good luck became associated with good spirits and bad luck with bad spirits. The discomfort of enforced adaptation to a changing environment was regarded as ill luck, the displeasure of the spirit ghosts. Primitive man slowly evolved religion out of his innate worship urge and his misconception of chance. Civilized man provides schemes of insurance to overcome these chance occurrences; modern science puts an actuary with mathematical reckoning in the place of fictitious spirits and whimsical gods.
2006 86:6.4 Con il progredire dell’evoluzione la buona sorte fu associata agli spiriti buoni e la cattiva sorte agli spiriti cattivi. Il disagio dell’adattamento obbligato ad un ambiente mutevole fu considerato come cattiva sorte, il malcontento degli spiriti fantasma. L’uomo primitivo sviluppò lentamente una religione partendo dal suo bisogno innato di adorazione e dalla sua errata concezione del caso. L’uomo civilizzato stabilisce piani di assicurazione per vincere questi eventi del caso; la scienza moderna propone un attuario di calcoli matematici al posto di spiriti fittizi e di dei capricciosi.
1955 86:6.5 Each passing generation smiles at the foolish superstitions of its ancestors while it goes on entertaining those fallacies of thought and worship which will give cause for further smiling on the part of enlightened posterity.
2006 86:6.5 Ogni generazione che passa sorride delle sciocche superstizioni dei suoi antenati, pur continuando a mantenere quegli errori di pensiero e di adorazione che faranno sorridere a loro volta la posterità illuminata.
1955 86:6.6 But at last the mind of primitive man was occupied with thoughts which transcended all of his inherent biologic urges; at last man was about to evolve an art of living based on something more than response to material stimuli. The beginnings of a primitive philosophic life policy were emerging. A supernatural standard of living was about to appear, for, if the spirit ghost in anger visits ill luck and in pleasure good fortune, then must human conduct be regulated accordingly. The concept of right and wrong had at last evolved; and all of this long before the times of any revelation on earth.
2006 86:6.6 Ma infine la mente dell’uomo primitivo fu occupata da pensieri che trascendevano tutti i suoi impulsi biologici innati; finalmente l’uomo era sul punto di evolvere un’arte di vivere basata su qualcosa di più della reazione a degli stimoli materiali. Stavano emergendo gli inizi di una politica di vita filosofica primitiva. Stava per apparire un modello di vita soprannaturale in quanto, se lo spirito fantasma corrucciato porta sfortuna e quello contento porta fortuna, allora la condotta umana deve essere regolata di conseguenza. Il concetto di bene e di male si era finalmente evoluto, e tutto ciò molto prima dell’epoca di una qualsiasi rivelazione sulla terra.
1955 86:6.7 With the emergence of these concepts, there was initiated the long and wasteful struggle to appease the ever-displeased spirits, the slavish bondage to evolutionary religious fear, that long waste of human effort upon tombs, temples, sacrifices, and priesthoods. It was a terrible and frightful price to pay, but it was worth all it cost, for man therein achieved a natural consciousness of relative right and wrong; human ethics was born!
2006 86:6.7 Con l’emergere di questi concetti ebbe inizio la lunga e dispendiosa lotta per placare gli spiriti sempre scontenti, la schiavitù servile della paura religiosa evoluzionaria, quel lungo spreco di sforzi umani per tombe, templi, sacrifici e sacerdoti. Fu un terribile e spaventoso prezzo da pagare, ma valse tutto il suo costo, perché grazie ad esso l’uomo raggiunse una coscienza naturale del bene e del male relativi; era nata l’etica umana!
7. THE FUNCTION OF PRIMITIVE RELIGION
7. LA FUNZIONE DELLA RELIGIONE PRIMITIVA
1955 86:7.1 The savage felt the need of insurance, and he therefore willingly paid his burdensome premiums of fear, superstition, dread, and priest gifts toward his policy of magic insurance against ill luck. Primitive religion was simply the payment of premiums on insurance against the perils of the forests; civilized man pays material premiums against the accidents of industry and the exigencies of modern modes of living.
2006 86:7.1 Il selvaggio sentì il bisogno di sicurezza, e pagava perciò volentieri i suoi pesanti premi di paura, di superstizione, di terrore e di doni ai sacerdoti per la sua polizza di assicurazione magica contro la sfortuna. La religione primitiva era semplicemente il pagamento di premi di assicurazione contro i pericoli della foresta; l’uomo civilizzato paga premi materiali contro gli incidenti dell’industria e le esigenze dei sistemi di vita moderni.
1955 86:7.2 Modern society is removing the business of insurance from the realm of priests and religion, placing it in the domain of economics. Religion is concerning itself increasingly with the insurance of life beyond the grave. Modern men, at least those who think, no longer pay wasteful premiums to control luck. Religion is slowly ascending to higher philosophic levels in contrast with its former function as a scheme of insurance against bad luck.
2006 86:7.2 La società moderna sta spostando gli affari dell’assicurazione dal dominio dei sacerdoti e della religione, collocandoli nel campo economico. La religione si occupa sempre più dell’assicurazione della vita oltre la tomba. Gli uomini moderni, almeno quelli che riflettono, cessano di pagare premi inutili per controllare la fortuna. La religione si eleva lentamente a livelli filosofici superiori in contrapposizione alla sua precedente funzione di piano di assicurazione contro la cattiva sorte.
1955 86:7.3 But these ancient ideas of religion prevented men from becoming fatalistic and hopelessly pessimistic; they believed they could at least do something to influence fate. The religion of ghost fear impressed upon men that they must regulate their conduct, that there was a supermaterial world which was in control of human destiny.
2006 86:7.3 Ma queste antiche concezioni della religione hanno impedito agli uomini di diventare fatalisti e disperatamente pessimisti; essi hanno creduto di poter almeno fare qualcosa per influenzare il fato. La religione della paura dei fantasmi ha impresso negli uomini che dovevano regolare la loro condotta, che c’era un mondo sovrammateriale che controllava il destino umano.
1955 86:7.4 Modern civilized races are just emerging from ghost fear as an explanation of luck and the commonplace inequalities of existence. Mankind is achieving emancipation from the bondage of the ghost-spirit explanation of ill luck. But while men are giving up the erroneous doctrine of a spirit cause of the vicissitudes of life, they exhibit a surprising willingness to accept an almost equally fallacious teaching which bids them attribute all human inequalities to political misadaptation, social injustice, and industrial competition. But new legislation, increasing philanthropy, and more industrial reorganization, however good in and of themselves, will not remedy the facts of birth and the accidents of living. Only comprehension of facts and wise manipulation within the laws of nature will enable man to get what he wants and to avoid what he does not want. Scientific knowledge, leading to scientific action, is the only antidote for so-called accidental ills.
2006 86:7.4 Le razze civilizzate moderne stanno giusto emergendo dalla paura dei fantasmi come spiegazione della fortuna e delle disuguaglianze ordinarie dell’esistenza. L’umanità si sta emancipando dalla schiavitù di spiegare la sfortuna con gli spiriti-fantasma. Ma mentre gli uomini rinunciano alla dottrina errata che gli spiriti sono la causa delle vicissitudini della vita, mostrano una sorprendente tendenza ad accettare un insegnamento quasi altrettanto fallace che li invita ad attribuire tutte le disuguaglianze umane al cattivo adattamento politico, all’ingiustizia sociale e alla competizione industriale. Ma una nuova legislazione, un’accresciuta filantropia ed una maggiore riorganizzazione industriale, per quanto buone in se stesse e per se stesse, non rimedieranno i fatti della nascita e gli accidenti della vita. Solo la comprensione dei fatti e la loro saggia amministrazione nel quadro delle leggi naturali consentiranno all’uomo di ottenere ciò che desidera e di evitare ciò che non desidera. La conoscenza scientifica, che porta all’azione scientifica, è il solo antidoto per i cosiddetti mali accidentali.
1955 86:7.5 Industry, war, slavery, and civil government arose in response to the social evolution of man in his natural environment; religion similarly arose as his response to the illusory environment of the imaginary ghost world. Religion was an evolutionary development of self-maintenance, and it has worked, notwithstanding that it was originally erroneous in concept and utterly illogical.
2006 86:7.5 L’industria, la guerra, la schiavitù ed il governo civile sorsero in risposta all’evoluzione sociale dell’uomo nel suo ambiente naturale; la religione apparve similmente come risposta all’ambiente illusorio del mondo immaginario dei fantasmi. La religione fu uno sviluppo evoluzionario di autopreservazione, ed ha funzionato nonostante fosse originariamente erronea nella concezione e del tutto illogica.
1955 86:7.6 Primitive religion prepared the soil of the human mind, by the powerful and awesome force of false fear, for the bestowal of a bona fide spiritual force of supernatural origin, the Thought Adjuster. And the divine Adjusters have ever since labored to transmute God-fear into God-love. Evolution may be slow, but it is unerringly effective.
2006 86:7.6 La religione primitiva, per mezzo della potente e terrificante forza della falsa paura, ha preparato il terreno della mente umana per il conferimento di una forza spirituale autentica di origine soprannaturale, l’Aggiustatore di Pensiero. E da allora i divini Aggiustatori hanno sempre lavorato per tramutare la paura di Dio in amore per Dio. L’evoluzione può essere lenta, ma è infallibilmente efficace.
1955 86:7.7 [Presented by an Evening Star of Nebadon.]
2006 86:7.7 [Presentato da un Astro della Sera di Nebadon.]