Il Libro di Urantia in inglese è di pubblico dominio in tutto il mondo dal 2006.
Traduzioni: © 2006 Urantia Foundation
THE TIME OF THE TOMB
IL PERIODO DELLA TOMBA
1955 188:0.1 THE day and a half that Jesus’ mortal body lay in the tomb of Joseph, the period between his death on the cross and his resurrection, is a chapter in the earth career of Michael which is little known to us. We can narrate the burial of the Son of Man and put in this record the events associated with his resurrection, but we cannot supply much information of an authentic nature about what really transpired during this epoch of about thirty-six hours, from three o’clock Friday afternoon to three o’clock Sunday morning. This period in the Master’s career began shortly before he was taken down from the cross by the Roman soldiers. He hung upon the cross about one hour after his death. He would have been taken down sooner but for the delay in dispatching the two brigands.
2006 188:0.1 IL GIORNO e mezzo in cui il corpo mortale di Gesù rimase nella tomba di Giuseppe, il periodo tra la sua morte sulla croce e la sua risurrezione, è un capitolo della carriera terrena di Micael che ci è poco noto. Noi possiamo narrare la sepoltura del Figlio dell’Uomo ed inserire in questo resoconto gli avvenimenti associati alla sua risurrezione, ma non possiamo fornire molte informazioni di natura autentica su ciò che accadde realmente durante questo periodo di circa trentasei ore, dalle tre del pomeriggio di venerdì alle tre di domenica mattina. Questo periodo della carriera del Maestro cominciò poco prima che fosse tolto dalla croce dai soldati romani. Egli rimase sulla croce per circa un’ora dopo la sua morte. Ne sarebbe stato tolto più presto se non fosse stato per il ritardo dovuto a dare il colpo di grazia ai due briganti.
1955 188:0.2 The rulers of the Jews had planned to have Jesus’ body thrown in the open burial pits of Gehenna, south of the city; it was the custom thus to dispose of the victims of crucifixion. If this plan had been followed, the body of the Master would have been exposed to the wild beasts.
2006 188:0.2 I dirigenti degli Ebrei avevano progettato che il corpo di Gesù fosse gettato nelle fosse aperte di sepoltura della Geenna, a sud della città; era costume sbarazzarsi in tal modo delle vittime della crocifissione. Se questo piano fosse stato seguito, il corpo del Maestro sarebbe stato abbandonato alle bestie feroci.
1955 188:0.3 In the meantime, Joseph of Arimathea, accompanied by Nicodemus, had gone to Pilate and asked that the body of Jesus be turned over to them for proper burial. It was not uncommon for friends of crucified persons to offer bribes to the Roman authorities for the privilege of gaining possession of such bodies. Joseph went before Pilate with a large sum of money, in case it became necessary to pay for permission to remove Jesus’ body to a private burial tomb. But Pilate would not take money for this. When he heard the request, he quickly signed the order which authorized Joseph to proceed to Golgotha and take immediate and full possession of the Master’s body. In the meantime, the sandstorm having considerably abated, a group of Jews representing the Sanhedrin had gone out to Golgotha for the purpose of making sure that Jesus’ body accompanied those of the brigands to the open public burial pits.
2006 188:0.3 Nel frattempo, Giuseppe d’Arimatea, accompagnato da Nicodemo, era andato da Pilato e chiese che il corpo di Gesù fosse consegnato loro per un’adeguata sepoltura[1]. Non era raro che gli amici delle persone crocifisse offrissero delle regalie alle autorità romane per avere il privilegio di entrare in possesso di tali corpi. Giuseppe si presentò a Pilato con una forte somma di denaro, nel caso fosse stato necessario pagare per l’autorizzazione a trasportare il corpo di Gesù in una tomba funebre privata. Ma Pilato non volle accettare del denaro per questo. Dopo aver ascoltato la richiesta, egli scrisse rapidamente l’ordine che autorizzava Giuseppe a recarsi al Golgota e a prendere immediato e pieno possesso del corpo del Maestro. Nel frattempo, essendo la tempesta di sabbia considerevolmente diminuita, un gruppo di Ebrei rappresentanti il Sinedrio era partito per il Golgota per assicurarsi che il corpo di Gesù fosse portato con quelli dei briganti nelle fosse pubbliche aperte di sepoltura.
1. THE BURIAL OF JESUS
1. LA SEPOLTURA DI GESÙ
1955 188:1.1 When Joseph and Nicodemus arrived at Golgotha, they found the soldiers taking Jesus down from the cross and the representatives of the Sanhedrin standing by to see that none of Jesus’ followers prevented his body from going to the criminal burial pits. When Joseph presented Pilate’s order for the Master’s body to the centurion, the Jews raised a tumult and clamored for its possession. In their raving they sought violently to take possession of the body, and when they did this, the centurion ordered four of his soldiers to his side, and with drawn swords they stood astride the Master’s body as it lay there on the ground. The centurion ordered the other soldiers to leave the two thieves while they drove back this angry mob of infuriated Jews. When order had been restored, the centurion read the permit from Pilate to the Jews and, stepping aside, said to Joseph: “This body is yours to do with as you see fit. I and my soldiers will stand by to see that no man interferes.”
2006 188:1.1 Quando Giuseppe e Nicodemo arrivarono al Golgota, trovarono i soldati che tiravano giù Gesù dalla croce e i rappresentanti del Sinedrio presenti per vedere che nessuno dei discepoli di Gesù impedisse che il suo corpo fosse gettato nelle fosse di sepoltura dei criminali. Quando Giuseppe presentò al centurione l’ordine di Pilato per il corpo del Maestro, gli Ebrei sollevarono un tumulto e protestarono per il suo possesso. Nella loro furia, essi cercarono d’impadronirsi con la forza del corpo, e quando fecero questo, il centurione chiamò quattro dei suoi soldati al suo fianco, e con le spade sguainate si posero a cavalcioni del corpo del Maestro che giaceva là al suolo. Il centurione ordinò agli altri soldati di abbandonare i due ladri e di respingere questa marmaglia adirata di Ebrei infuriati. Quando l’ordine fu ristabilito, il centurione lesse agli Ebrei l’autorizzazione di Pilato e, facendosi da parte, disse a Giuseppe: “Questo corpo è tuo per farne ciò che ritieni opportuno. Io e i miei soldati ti accompagneremo per assicurarci che nessuno interferisca.”
1955 188:1.2 A crucified person could not be buried in a Jewish cemetery; there was a strict law against such a procedure. Joseph and Nicodemus knew this law, and on the way out to Golgotha they had decided to bury Jesus in Joseph’s new family tomb, hewn out of solid rock, located a short distance north of Golgotha and across the road leading to Samaria. No one had ever lain in this tomb, and they thought it appropriate that the Master should rest there. Joseph really believed that Jesus would rise from the dead, but Nicodemus was very doubtful. These former members of the Sanhedrin had kept their faith in Jesus more or less of a secret, although their fellow Sanhedrists had long suspected them, even before they withdrew from the council. From now on they were the most outspoken disciples of Jesus in all Jerusalem.
2006 188:1.2 Una persona crocifissa non poteva essere sepolta in un cimitero ebreo; c’era una legge severa contro tale procedura. Giuseppe e Nicodemo conoscevano questa legge, e andando al Golgota avevano deciso di seppellire Gesù nella nuova tomba di famiglia di Giuseppe, scavata nella solida roccia e situata a breve distanza, a nord del Golgota, dall’altro lato della strada che portava in Samaria[2]. Nessuno era mai stato sepolto in questa tomba, ed essi ritennero appropriato che il Maestro riposasse là. Giuseppe credeva realmente che Gesù sarebbe risuscitato dalla morte, ma Nicodemo era molto scettico. Questi vecchi membri del Sinedrio avevano mantenuto la loro fede in Gesù più o meno segreta, benché i loro colleghi Sinedristi li avessero sospettati da lungo tempo, ancor prima che si ritirassero dal consiglio. Da questo momento in poi essi furono i discepoli più espliciti di Gesù in tutta Gerusalemme.
1955 188:1.3 At about half past four o’clock the burial procession of Jesus of Nazareth started from Golgotha for Joseph’s tomb across the way. The body was wrapped in a linen sheet as the four men carried it, followed by the faithful women watchers from Galilee. The mortals who bore the material body of Jesus to the tomb were: Joseph, Nicodemus, John, and the Roman centurion.
2006 188:1.3 Verso le quattro e mezzo la processione funebre di Gesù di Nazaret partì dal Golgota per la tomba di Giuseppe dall’altro lato della strada. Il corpo era avvolto in un lenzuolo di lino e portato da quattro uomini, seguiti dalle fedeli donne di Galilea rimaste a vegliare. I mortali che portarono il corpo materiale di Gesù alla tomba erano: Giuseppe, Nicodemo, Giovanni e il centurione romano[3].
1955 188:1.4 They carried the body into the tomb, a chamber about ten feet square, where they hurriedly prepared it for burial. The Jews did not really bury their dead; they actually embalmed them. Joseph and Nicodemus had brought with them large quantities of myrrh and aloes, and they now wrapped the body with bandages saturated with these solutions. When the embalming was completed, they tied a napkin about the face, wrapped the body in a linen sheet, and reverently placed it on a shelf in the tomb.
2006 188:1.4 Essi portarono il corpo nella tomba, una camera quadrata di circa tre metri di lato, dove lo prepararono in fretta per la sepoltura. Gli Ebrei in realtà non seppellivano i loro morti; essi di fatto li imbalsamavano. Giuseppe e Nicodemo avevano portato con loro grandi quantità di mirra e di aloe, ed avvolsero ora il corpo con delle bende impregnate di queste soluzioni[4]. Quando l’imbalsamazione fu completata, essi legarono una benda attorno al viso, avvolsero il corpo in un lenzuolo di lino e lo posarono rispettosamente su un ripiano della tomba.
1955 188:1.5 After placing the body in the tomb, the centurion signaled for his soldiers to help roll the doorstone up before the entrance to the tomb. The soldiers then departed for Gehenna with the bodies of the thieves while the others returned to Jerusalem, in sorrow, to observe the Passover feast according to the laws of Moses.
2006 188:1.5 Dopo aver posto il corpo nella tomba, il centurione fece segno ai suoi soldati di aiutare a rotolare la pietra di chiusura davanti all’entrata della tomba. I soldati partirono poi per la Geenna con i corpi dei due ladri, mentre gli altri ritornarono tristemente a Gerusalemme per celebrare la festa della Pasqua in conformità alle leggi di Mosè.
1955 188:1.6 There was considerable hurry and haste about the burial of Jesus because this was preparation day and the Sabbath was drawing on apace. The men hurried back to the city, but the women lingered near the tomb until it was very dark.
2006 188:1.6 Ci fu una considerevole fretta e furia nella sepoltura di Gesù perché questo era il giorno di preparazione, ed il sabato si avvicinava velocemente. Gli uomini si affrettarono a tornare in città, ma le donne si attardarono vicino alla tomba fino a che fu molto buio.
1955 188:1.7 While all this was going on, the women were hiding near at hand so that they saw it all and observed where the Master had been laid. They thus secreted themselves because it was not permissible for women to associate with men at such a time. These women did not think Jesus had been properly prepared for burial, and they agreed among themselves to go back to the home of Joseph, rest over the Sabbath, make ready spices and ointments, and return on Sunday morning properly to prepare the Master’s body for the death rest. The women who thus tarried by the tomb on this Friday evening were: Mary Magdalene, Mary the wife of Clopas, Martha another sister of Jesus’ mother, and Rebecca of Sepphoris.
2006 188:1.7 Mentre si svolgeva tutto ciò, le donne si erano nascoste nelle vicinanze, cosicché videro tutto ed osservarono dove il Maestro era stato posto. Esse si tenevano nascoste così perché non era permesso alle donne di associarsi agli uomini in tali momenti. Queste donne non ritenevano che Gesù fosse stato convenientemente preparato per la sepoltura, e si misero d’accordo di tornare a casa di Giuseppe, di riposarsi tutto il sabato, di preparare degli aromi e degli unguenti, e di ritornare la domenica mattina per preparare adeguatamente il corpo del Maestro per il riposo funebre. Le donne che si attardarono così presso la tomba questo venerdì sera erano: Maria Maddalena, Maria moglie di Clopa, Marta (un’altra sorella della madre di Gesù) e Rebecca di Sefforis[5].
1955 188:1.8 Aside from David Zebedee and Joseph of Arimathea, very few of Jesus’ disciples really believed or understood that he was due to arise from the tomb on the third day.
2006 188:1.8 All’infuori di Davide Zebedeo e di Giuseppe d’Arimatea, pochissimi discepoli di Gesù credettero realmente o compresero che egli doveva risuscitare il terzo giorno.
2. SAFEGUARDING THE TOMB
2. LA PROTEZIONE DELLA TOMBA
1955 188:2.1 If Jesus’ followers were unmindful of his promise to rise from the grave on the third day, his enemies were not. The chief priests, Pharisees, and Sadducees recalled that they had received reports of his saying he would rise from the dead.
2006 188:2.1 Se i discepoli di Gesù si dimenticarono della sua promessa di risuscitare il terzo giorno, non lo fecero i suoi nemici. I capi dei sacerdoti, i Farisei e i Sadducei si ricordarono di aver ricevuto dei rapporti sulla sua dichiarazione che egli sarebbe risuscitato dalla morte.
1955 188:2.2 This Friday night, after the Passover supper, about midnight a group of the Jewish leaders gathered at the home of Caiaphas, where they discussed their fears concerning the Master’s assertions that he would rise from the dead on the third day. This meeting ended with the appointment of a committee of Sanhedrists who were to visit Pilate early the next day, bearing the official request of the Sanhedrin that a Roman guard be stationed before Jesus’ tomb to prevent his friends from tampering with it. Said the spokesman of this committee to Pilate: “Sir, we remember that this deceiver, Jesus of Nazareth, said, while he was yet alive, ‘After three days I will rise again.’ We have, therefore, come before you to request that you issue such orders as will make the sepulchre secure against his followers, at least until after the third day. We greatly fear lest his disciples come and steal him away by night and then proclaim to the people that he has risen from the dead. If we should permit this to happen, this mistake would be far worse than to have allowed him to live.”
2006 188:2.2 Questo venerdì sera verso mezzanotte, dopo la cena di Pasqua, un gruppo di dirigenti ebrei si riunì a casa di Caifa, dove discussero dei loro timori concernenti le asserzioni del Maestro che sarebbe risuscitato dalla morte il terzo giorno[6]. Questa riunione terminò con la nomina di un comitato di Sinedristi che andasse da Pilato il giorno dopo presto, portando la richiesta ufficiale del Sinedrio che una guardia romana fosse posta davanti alla tomba di Gesù per impedire ai suoi amici di accedervi. Il portavoce di questo comitato disse a Pilato: “Signore, noi ricordiamo che questo imbroglione, Gesù di Nazaret, disse, mentre era ancora in vita: ‘Dopo tre giorni io risusciterò’. Noi siamo venuti perciò da te a chiederti d’impartire degli ordini tali da proteggere il sepolcro dai suoi discepoli, almeno fino a dopo il terzo giorno. Noi temiamo grandemente che i suoi discepoli vengano a portarlo via di notte per proclamare poi al popolo che egli è risuscitato dalla morte. Se noi permettessimo che avvenisse ciò, questo errore sarebbe ben maggiore che se gli avessimo permesso di vivere.”
1955 188:2.3 When Pilate heard this request of the Sanhedrists, he said: “I will give you a guard of ten soldiers. Go your way and make the tomb secure.” They went back to the temple, secured ten of their own guards, and then marched out to Joseph’s tomb with these ten Jewish guards and ten Roman soldiers, even on this Sabbath morning, to set them as watchmen before the tomb. These men rolled yet another stone before the tomb and set the seal of Pilate on and around these stones, lest they be disturbed without their knowledge. And these twenty men remained on watch up to the hour of the resurrection, the Jews carrying them their food and drink.
2006 188:2.3 Dopo aver ascoltato questa richiesta dei Sinedristi, Pilato disse: “Vi darò una guardia di dieci soldati. Andate e proteggete la tomba[7].” Essi ritornarono al tempio, riunirono dieci delle loro guardie, e poi andarono alla tomba di Giuseppe con queste dieci guardie ebree e i dieci soldati romani, benché fosse sabato mattina, per metterli di guardia davanti alla tomba. Questi uomini rotolarono ancora un’altra pietra davanti alla tomba e apposero il sigillo di Pilato sopra e attorno a queste pietre, per paura che fossero spostate a loro insaputa. E questi venti uomini rimasero di guardia fino all’ora della risurrezione, e gli Ebrei portarono loro da mangiare e da bere.
3. DURING THE SABBATH DAY
3. DURANTE IL GIORNO DI SABATO
1955 188:3.1 Throughout this Sabbath day the disciples and the apostles remained in hiding, while all Jerusalem discussed the death of Jesus on the cross. There were almost one and one-half million Jews present in Jerusalem at this time, hailing from all parts of the Roman Empire and from Mesopotamia. This was the beginning of the Passover week, and all these pilgrims would be in the city to learn of the resurrection of Jesus and to carry the report back to their homes.
2006 188:3.1 Per tutto questo giorno di sabato i discepoli e gli apostoli rimasero nascosti, mentre tutta Gerusalemme parlava della morte di Gesù sulla croce. C’era quasi un milione e mezzo di Ebrei presenti a Gerusalemme in questo periodo, provenienti da tutte le parti dell’Impero Romano e dalla Mesopotamia. Era l’inizio della settimana di Pasqua, e tutti questi pellegrini volevano essere nella città per avere notizie della risurrezione di Gesù e riportarle a casa loro.
1955 188:3.2 Late Saturday night, John Mark summoned the eleven apostles secretly to come to the home of his father, where, just before midnight, they all assembled in the same upper chamber where they had partaken of the Last Supper with their Master two nights previously.
2006 188:3.2 Nella tarda serata di sabato, Giovanni Marco invitò gli undici apostoli a venire segretamente a casa di suo padre, dove, poco prima di mezzanotte, essi erano tutti riuniti nella stessa sala al piano superiore in cui due sere prima avevano consumato l’Ultima Cena con il loro Maestro.
1955 188:3.3 Mary the mother of Jesus, with Ruth and Jude, returned to Bethany to join their family this Saturday evening just before sunset. David Zebedee remained at the home of Nicodemus, where he had arranged for his messengers to assemble early Sunday morning. The women of Galilee, who prepared spices for the further embalming of Jesus’ body, tarried at the home of Joseph of Arimathea.
2006 188:3.3 Maria madre di Gesù, con Rut e Giuda, ritornarono a Betania per unirsi alla loro famiglia questo sabato sera poco prima del tramonto. Davide Zebedeo rimase a casa di Nicodemo, dove era d’accordo con i suoi messaggeri di riunirsi domenica mattina presto. Le donne di Galilea, che avevano preparato gli aromi per imbalsamare meglio il corpo di Gesù, si fermarono a casa di Giuseppe d’Arimatea.
1955 188:3.4 We are not able fully to explain just what happened to Jesus of Nazareth during this period of a day and a half when he was supposed to be resting in Joseph’s new tomb. Apparently he died the same natural death on the cross as would any other mortal in the same circumstances. We heard him say, “Father, into your hands I commend my spirit.” We do not fully understand the meaning of such a statement inasmuch as his Thought Adjuster had long since been personalized and so maintained an existence apart from Jesus’ mortal being. The Master’s Personalized Adjuster could in no sense be affected by his physical death on the cross. That which Jesus put in the Father’s hands for the time being must have been the spirit counterpart of the Adjuster’s early work in spiritizing the mortal mind so as to provide for the transfer of the transcript of the human experience to the mansion worlds. There must have been some spiritual reality in the experience of Jesus which was analogous to the spirit nature, or soul, of the faith-growing mortals of the spheres. But this is merely our opinion—we do not really know what Jesus commended to his Father.
2006 188:3.4 Noi non siamo in grado di spiegare pienamente ciò che accadde a Gesù di Nazaret durante questo periodo di un giorno e mezzo durante il quale si supponeva che egli stesse riposando nella nuova tomba di Giuseppe. Apparentemente egli morì sulla croce della stessa morte naturale di ogni altro mortale nelle stesse circostanze. Noi l’abbiamo sentito dire: “Padre, rimetto il mio spirito nelle tue mani[8].” Noi non comprendiamo pienamente il significato di tale affermazione, poiché il suo Aggiustatore di Pensiero era stato personalizzato da lungo tempo e manteneva così un’esistenza separata dall’essere mortale di Gesù. L’Aggiustatore Personalizzato del Maestro non poteva essere interessato in alcun senso dalla sua morte fisica sulla croce. Ciò che Gesù rimise nelle mani del Padre per il momento deve essere stata la contropartita spirituale del lavoro iniziale dell’Aggiustatore nello spiritualizzare la mente mortale in modo da provvedere per il trasferimento della trascrizione della sua esperienza umana sui mondi delle dimore. Ci deve essere stata qualche realtà spirituale nell’esperienza di Gesù che era analoga alla natura spirituale, o anima, dei mortali di fede crescente delle sfere. Ma questa è semplicemente la nostra opinione — noi non sappiamo in realtà ciò che Gesù affidò a suo Padre.
1955 188:3.5 We know that the physical form of the Master rested there in Joseph’s tomb until about three o’clock Sunday morning, but we are wholly uncertain regarding the status of the personality of Jesus during that period of thirty-six hours. We have sometimes dared to explain these things to ourselves somewhat as follows:
2006 188:3.5 Noi sappiamo che la forma fisica del Maestro rimase nella tomba di Giuseppe fino alle tre di domenica mattina, ma siamo totalmente incerti riguardo allo status della personalità di Gesù durante quel periodo di trentasei ore. Noi ci siamo talvolta azzardati a spiegarci queste cose un po’ come segue:
1955 188:3.6 1. The Creator consciousness of Michael must have been at large and wholly free from its associated mortal mind of the physical incarnation.
2006 188:3.6 1. La coscienza di Creatore di Micael deve essere stata totalmente libera e indipendente dalla sua mente umana associata all’incarnazione fisica.
1955 188:3.7 2. The former Thought Adjuster of Jesus we know to have been present on earth during this period and in personal command of the assembled celestial hosts.
2006 188:3.7 2. Noi sappiamo che l’Aggiustatore di Pensiero precedente di Gesù era stato presente sulla terra durante questo periodo e comandava personalmente le schiere celesti riunite.
1955 188:3.8 3. The acquired spirit identity of the man of Nazareth which was built up during his lifetime in the flesh, first, by the direct efforts of his Thought Adjuster, and later, by his own perfect adjustment between the physical necessities and the spiritual requirements of the ideal mortal existence, as it was effected by his never-ceasing choice of the Father’s will, must have been consigned to the custody of the Paradise Father. Whether or not this spirit reality returned to become a part of the resurrected personality, we do not know, but we believe it did. But there are those in the universe who hold that this soul-identity of Jesus now reposes in the “bosom of the Father,” to be subsequently released for leadership of the Nebadon Corps of the Finality in their undisclosed destiny in connection with the uncreated universes of the unorganized realms of outer space.
2006 188:3.8 3. L’identità spirituale acquisita dall’uomo di Nazaret, che fu costruita durante la sua vita nella carne, prima mediante gli sforzi diretti del suo Aggiustatore di Pensiero e più tardi con il proprio perfetto aggiustamento tra le necessità fisiche e le esigenze spirituali dell’esistenza mortale ideale, quale fu raggiunto con la sua scelta di fare sempre la volontà del Padre, deve essere stata rimessa alla custodia del Padre del Paradiso. Se questa realtà spirituale sia ritornata o meno a far parte della personalità risuscitata, noi non lo sappiamo, ma crediamo di sì. Ma ci sono coloro nell’universo che sostengono che quest’anima-identità di Gesù riposi ora nel “seno del Padre”, e che sarà liberata successivamente per prendere il comando del Corpo della Finalità di Nebadon nel suo destino non rivelato, in connessione con gli universi non creati dei regni non organizzati dello spazio esterno.
1955 188:3.9 4. We think the human or mortal consciousness of Jesus slept during these thirty-six hours. We have reason to believe that the human Jesus knew nothing of what transpired in the universe during this period. To the mortal consciousness there appeared no lapse of time; the resurrection of life followed the sleep of death as of the same instant.
2006 188:3.9 4. Noi pensiamo che la coscienza umana o mortale di Gesù dormì durante queste trentasei ore. Noi abbiamo ragione di credere che il Gesù umano non sapeva nulla di ciò che avveniva nell’universo durante questo periodo. La sua coscienza di mortale non registrò alcun intervallo di tempo; la risurrezione alla vita seguì istantaneamente il sonno della morte.
1955 188:3.10 And this is about all we can place on record regarding the status of Jesus during this period of the tomb. There are a number of correlated facts to which we can allude, although we are hardly competent to undertake their interpretation.
2006 188:3.10 E questo è quasi tutto ciò che possiamo inserire nell’esposizione riguardante lo status di Gesù durante questo periodo della tomba. Esiste un certo numero di fatti correlati ai quali possiamo alludere, benché noi non siamo affatto competenti ad interpretarli.
1955 188:3.11 In the vast court of the resurrection halls of the first mansion world of Satania, there may now be observed a magnificent material-morontia structure known as the “Michael Memorial,” now bearing the seal of Gabriel. This memorial was created shortly after Michael departed from this world, and it bears this inscription: “In commemoration of the mortal transit of Jesus of Nazareth on Urantia.”
2006 188:3.11 Nel vasto cortile delle sale di risurrezione del primo mondo delle dimore di Satania si può osservare ora un magnifico edificio materiale-morontiale conosciuto come il “Monumento commemorativo di Micael”, che porta attualmente il sigillo di Gabriele. Questo monumento commemorativo fu creato poco dopo che Micael partì da questo mondo, ed esso porta questa iscrizione: “In commemorazione del transito mortale di Gesù di Nazaret su Urantia.”
1955 188:3.12 There are records extant which show that during this period the supreme council of Salvington, numbering one hundred, held an executive meeting on Urantia under the presidency of Gabriel. There are also records showing that the Ancients of Days of Uversa communicated with Michael regarding the status of the universe of Nebadon during this time.
2006 188:3.12 Esistono dei documenti che dimostrano che durante questo periodo il consiglio supremo di Salvington, composto di cento membri, tenne una riunione esecutiva su Urantia sotto la presidenza di Gabriele. Esistono anche dei documenti che dimostrano che durante questo periodo gli Antichi dei Giorni di Uversa comunicarono con Micael riguardo allo status dell’universo di Nebadon.
1955 188:3.13 We know that at least one message passed between Michael and Immanuel on Salvington while the Master’s body lay in the tomb.
2006 188:3.13 Noi sappiamo che almeno un messaggio fu scambiato tra Micael ed Emanuele su Salvington mentre il corpo del Maestro giaceva nella tomba.
1955 188:3.14 There is good reason for believing that some personality sat in the seat of Caligastia in the system council of the Planetary Princes on Jerusem which convened while the body of Jesus rested in the tomb.
2006 188:3.14 Ci sono buone ragioni di credere che qualche personalità occupò il seggio di Caligastia nel consiglio sistemico dei Principi Planetari che si riunì su Jerusem mentre il corpo di Gesù riposava nella tomba.
1955 188:3.15 The records of Edentia indicate that the Constellation Father of Norlatiadek was on Urantia, and that he received instructions from Michael during this time of the tomb.
2006 188:3.15 Gli archivi di Edentia indicano che il Padre della Costellazione di Norlatiadek era su Urantia, e che ricevette delle istruzioni da Micael durante questo periodo in cui era nella tomba.
1955 188:3.16 And there is much other evidence which suggests that not all of the personality of Jesus was asleep and unconscious during this time of apparent physical death.
2006 188:3.16 Ed esistono molte altre prove che indicano che non tutta la personalità di Gesù era addormentata ed incosciente durante questo periodo di evidente morte fisica.
4. MEANING OF THE DEATH ON THE CROSS
4. IL SIGNIFICATO DELLA MORTE SULLA CROCE
1955 188:4.1 Although Jesus did not die this death on the cross to atone for the racial guilt of mortal man nor to provide some sort of effective approach to an otherwise offended and unforgiving God; even though the Son of Man did not offer himself as a sacrifice to appease the wrath of God and to open the way for sinful man to obtain salvation; notwithstanding that these ideas of atonement and propitiation are erroneous, nonetheless, there are significances attached to this death of Jesus on the cross which should not be overlooked. It is a fact that Urantia has become known among other neighboring inhabited planets as the “World of the Cross.”
2006 188:4.1 Sebbene Gesù non sia morto sulla croce per espiare la colpa razziale dell’uomo mortale, né per procurare una sorta di approccio effettivo ad un Dio altrimenti offeso ed implacabile; anche se il Figlio dell’Uomo non si è offerto come un sacrificio per placare la collera di Dio ed aprire ai peccatori la via della salvezza; nonostante che queste idee di espiazione e di propiziazione siano errate, tuttavia vi sono dei significati collegati a questa morte di Gesù sulla croce che non dovrebbero essere trascurati. È un fatto che Urantia è divenuto noto tra gli altri pianeti abitati come il “Mondo della Croce”.
1955 188:4.2 Jesus desired to live a full mortal life in the flesh on Urantia. Death is, ordinarily, a part of life. Death is the last act in the mortal drama. In your well-meant efforts to escape the superstitious errors of the false interpretation of the meaning of the death on the cross, you should be careful not to make the great mistake of failing to perceive the true significance and the genuine import of the Master’s death.
2006 188:4.2 Gesù desiderava vivere una vita mortale completa nella carne su Urantia. La morte è ordinariamente una parte della vita. La morte è l’ultimo atto del dramma mortale. Nei vostri sforzi ben intenzionati per sfuggire agli errori superstiziosi della falsa interpretazione del significato della morte sulla croce, dovreste stare attenti a non commettere il grande errore di mancare di percepire il vero significato e l’autentica importanza della morte del Maestro.
1955 188:4.3 Mortal man was never the property of the archdeceivers. Jesus did not die to ransom man from the clutch of the apostate rulers and fallen princes of the spheres. The Father in heaven never conceived of such crass injustice as damning a mortal soul because of the evil-doing of his ancestors. Neither was the Master’s death on the cross a sacrifice which consisted in an effort to pay God a debt which the race of mankind had come to owe him.
2006 188:4.3 L’uomo mortale non era mai stato proprietà degli arcingannatori. Gesù non morì per riscattare l’uomo dalle grinfie dei dirigenti apostati e dei prìncipi decaduti delle sfere. Il Padre che è nei cieli non ha mai concepito la grossolana ingiustizia di condannare un’anima mortale a causa dei misfatti dei suoi antenati. Né la morte del Maestro sulla croce è stata un sacrificio consistente nello sforzo di pagare a Dio un debito che la razza umana aveva contratto verso di lui.
1955 188:4.4 Before Jesus lived on earth, you might possibly have been justified in believing in such a God, but not since the Master lived and died among your fellow mortals. Moses taught the dignity and justice of a Creator God; but Jesus portrayed the love and mercy of a heavenly Father.
2006 188:4.4 Prima che Gesù fosse vissuto sulla terra, sareste forse stati giustificati a credere in un tale Dio, ma non dopo che il Maestro visse e morì tra i vostri mortali. Mosè insegnò la dignità e la giustizia di un Dio Creatore; ma Gesù descrisse l’amore e la misericordia di un Padre celeste.
1955 188:4.5 The animal nature—the tendency toward evil-doing—may be hereditary, but sin is not transmitted from parent to child. Sin is the act of conscious and deliberate rebellion against the Father’s will and the Sons’ laws by an individual will creature.
2006 188:4.5 La natura animale — la tendenza a fare il male — può essere ereditaria, ma il peccato non è trasmesso da genitore a figlio. Il peccato è l’atto di ribellione cosciente e deliberata contro la volontà del Padre e le leggi del Figlio da parte di una singola creatura dotata di volontà.
1955 188:4.6 Jesus lived and died for a whole universe, not just for the races of this one world. While the mortals of the realms had salvation even before Jesus lived and died on Urantia, it is nevertheless a fact that his bestowal on this world greatly illuminated the way of salvation; his death did much to make forever plain the certainty of mortal survival after death in the flesh.
2006 188:4.6 Gesù visse e morì per un universo intero, non soltanto per le razze di questo solo mondo. Mentre i mortali dei regni disponevano della salvezza anche prima che Gesù vivesse e morisse su Urantia, è tuttavia un fatto che il suo conferimento su questo mondo illuminò grandemente la via della salvezza; la sua morte contribuì molto a rendere per sempre evidente la certezza della sopravvivenza dei mortali dopo la morte nella carne.
1955 188:4.7 Though it is hardly proper to speak of Jesus as a sacrificer, a ransomer, or a redeemer, it is wholly correct to refer to him as a savior. He forever made the way of salvation (survival) more clear and certain; he did better and more surely show the way of salvation for all the mortals of all the worlds of the universe of Nebadon.
2006 188:4.7 Benché non sia appropriato parlare di Gesù come di un sacrificatore, di un riscattatore o di un redentore, è del tutto corretto definirlo un salvatore. Egli rese per sempre la via della salvezza (della sopravvivenza) più chiara e certa; egli mostrò meglio e con più sicurezza la via della salvezza a tutti i mortali di tutti i mondi dell’universo di Nebadon.
1955 188:4.8 When once you grasp the idea of God as a true and loving Father, the only concept which Jesus ever taught, you must forthwith, in all consistency, utterly abandon all those primitive notions about God as an offended monarch, a stern and all-powerful ruler whose chief delight is to detect his subjects in wrongdoing and to see that they are adequately punished, unless some being almost equal to himself should volunteer to suffer for them, to die as a substitute and in their stead. The whole idea of ransom and atonement is incompatible with the concept of God as it was taught and exemplified by Jesus of Nazareth. The infinite love of God is not secondary to anything in the divine nature.
2006 188:4.8 Una volta che avete afferrato l’idea di Dio come Padre vero e amorevole, il solo concetto che Gesù abbia mai insegnato, dovete immediatamente, in tutta coerenza, abbandonare completamente tutte quelle nozioni primitive su Dio di un monarca offeso, di un sovrano severo ed onnipotente il cui principale piacere è di scoprire i suoi sudditi mentre commettono delle cattive azioni e nel badare che siano adeguatamente puniti, a meno che un essere quasi uguale a lui non accetti volontariamente di soffrire per loro, di morire come un sostituto ed in loro vece. L’intera idea di redenzione e di espiazione è incompatibile con il concetto di Dio quale fu insegnato ed esemplificato da Gesù di Nazaret. L’amore infinito di Dio non è secondario a nulla nella natura divina.
1955 188:4.9 All this concept of atonement and sacrificial salvation is rooted and grounded in selfishness. Jesus taught that service to one’s fellows is the highest concept of the brotherhood of spirit believers. Salvation should be taken for granted by those who believe in the fatherhood of God. The believer’s chief concern should not be the selfish desire for personal salvation but rather the unselfish urge to love and, therefore, serve one’s fellows even as Jesus loved and served mortal men.
2006 188:4.9 Tutto questo concetto di espiazione e di salvezza sacrificale è radicato e fondato nell’egoismo. Gesù insegnò che il servizio verso i propri simili è il concetto più elevato della fraternità dei credenti nello spirito. La salvezza dovrebbe essere considerata come acquisita da coloro che credono nella paternità di Dio. La principale preoccupazione del credente non dovrebbe essere il desiderio egoista della salvezza personale, ma piuttosto il bisogno altruista di amare, e perciò di servire, i propri simili, come Gesù ha amato e servito gli uomini mortali.
1955 188:4.10 Neither do genuine believers trouble themselves so much about the future punishment of sin. The real believer is only concerned about present separation from God. True, wise fathers may chasten their sons, but they do all this in love and for corrective purposes. They do not punish in anger, neither do they chastise in retribution.
2006 188:4.10 I credenti sinceri non si preoccupano nemmeno tanto della punizione futura del peccato. Il vero credente s’interessa soltanto dell’attuale separazione da Dio. È vero, dei padri saggi possono castigare i loro figli, ma fanno tutto ciò con amore e a scopo correttivo. Essi non puniscono con collera, né castigano per punizione.
1955 188:4.11 Even if God were the stern and legal monarch of a universe in which justice ruled supreme, he certainly would not be satisfied with the childish scheme of substituting an innocent sufferer for a guilty offender.
2006 188:4.11 Anche se Dio fosse il severo e legale monarca di un universo in cui la giustizia regna sovrana, certamente non sarebbe soddisfatto del piano infantile di sostituire una vittima innocente ad un trasgressore colpevole.
1955 188:4.12 The great thing about the death of Jesus, as it is related to the enrichment of human experience and the enlargement of the way of salvation, is not the fact of his death but rather the superb manner and the matchless spirit in which he met death.
2006 188:4.12 La grande cosa circa la morte di Gesù, qual è connessa con l’arricchimento dell’esperienza umana e l’allargamento della via della salvezza, non è il fatto della sua morte, ma piuttosto il comportamento superbo e lo spirito incomparabile con cui egli affrontò la morte.
1955 188:4.13 This entire idea of the ransom of the atonement places salvation upon a plane of unreality; such a concept is purely philosophic. Human salvation is real; it is based on two realities which may be grasped by the creature’s faith and thereby become incorporated into individual human experience: the fact of the fatherhood of God and its correlated truth, the brotherhood of man. It is true, after all, that you are to be “forgiven your debts, even as you forgive your debtors.”
2006 188:4.13 L’intera idea del riscatto dell’espiazione pone la salvezza su un piano d’irrealtà; un tale concetto è puramente filosofico. La salvezza umana è reale; essa è basata su due realtà che possono essere colte dalla fede della creatura ed incorporate così nell’esperienza umana individuale: il fatto della paternità di Dio e la sua verità correlata, la fratellanza degli uomini. È vero, dopotutto, che vi saranno “rimessi i vostri debiti, così come voi li rimettete ai vostri debitori”[9].
5. LESSONS FROM THE CROSS
5. LE LEZIONI DELLA CROCE
1955 188:5.1 The cross of Jesus portrays the full measure of the supreme devotion of the true shepherd for even the unworthy members of his flock. It forever places all relations between God and man upon the family basis. God is the Father; man is his son. Love, the love of a father for his son, becomes the central truth in the universe relations of Creator and creature—not the justice of a king which seeks satisfaction in the sufferings and punishment of the evil-doing subject.
2006 188:5.1 La croce di Gesù mostra la piena misura della devozione suprema del vero pastore ai membri, anche indegni, del suo gregge. Essa pone per sempre tutte le relazioni tra Dio e l’uomo sulla base della famiglia. Dio è il Padre; l’uomo è suo figlio. L’amore, l’amore di un padre per suo figlio, diviene la verità centrale delle relazioni nell’universo tra Creatore e creatura — non la giustizia di un re che cerca soddisfazione nelle sofferenze e nella punizione del suddito che commette il male.
1955 188:5.2 The cross forever shows that the attitude of Jesus toward sinners was neither condemnation nor condonation, but rather eternal and loving salvation. Jesus is truly a savior in the sense that his life and death do win men over to goodness and righteous survival. Jesus loves men so much that his love awakens the response of love in the human heart. Love is truly contagious and eternally creative. Jesus’ death on the cross exemplifies a love which is sufficiently strong and divine to forgive sin and swallow up all evil-doing. Jesus disclosed to this world a higher quality of righteousness than justice—mere technical right and wrong. Divine love does not merely forgive wrongs; it absorbs and actually destroys them. The forgiveness of love utterly transcends the forgiveness of mercy. Mercy sets the guilt of evil-doing to one side; but love destroys forever the sin and all weakness resulting therefrom. Jesus brought a new method of living to Urantia. He taught us not to resist evil but to find through him a goodness which effectually destroys evil. The forgiveness of Jesus is not condonation; it is salvation from condemnation. Salvation does not slight wrongs; it makes them right. True love does not compromise nor condone hate; it destroys it. The love of Jesus is never satisfied with mere forgiveness. The Master’s love implies rehabilitation, eternal survival. It is altogether proper to speak of salvation as redemption if you mean this eternal rehabilitation.
2006 188:5.2 La croce dimostra per sempre che l’atteggiamento di Gesù verso i peccatori non era né una condanna né un’indulgenza, ma piuttosto la salvezza eterna e amorevole. Gesù è veramente un salvatore nel senso che la sua vita e la sua morte conquistano gli uomini alla bontà e ad una giusta sopravvivenza. Gesù ama talmente gli uomini che il suo amore suscita una risposta d’amore nel cuore umano. L’amore è veramente contagioso ed eternamente creativo. La morte di Gesù sulla croce dona l’esempio di un amore che è sufficientemente forte e divino da perdonare il peccato e da assorbire ogni malvagità. Gesù rivelò a questo mondo una qualità di rettitudine superiore alla giustizia — alla semplice tecnica del bene e del male. L’amore divino non si limita a perdonare i torti; li assorbe e li distrugge realmente. Il perdono d’amore trascende totalmente il perdono di misericordia. La misericordia attribuisce ad una sola parte la colpa di fare il male; ma l’amore distrugge per sempre il peccato ed ogni debolezza che ne deriva. Gesù portò un nuovo modo di vivere su Urantia. Egli non c’insegnò a resistere al male, ma a trovare tramite lui una bontà che distrugge efficacemente il male[10]. Il perdono di Gesù non è un’indulgenza; esso è salvezza dalla condanna. La salvezza non ignora i torti; li corregge. Il vero amore non viene a compromesso con l’odio né lo perdona; esso lo distrugge. L’amore di Gesù non si accontenta mai del semplice perdono. L’amore del Maestro implica la riabilitazione, la sopravvivenza eterna. È del tutto corretto parlare di salvezza come di redenzione se s’intende questa riabilitazione eterna.
1955 188:5.3 Jesus, by the power of his personal love for men, could break the hold of sin and evil. He thereby set men free to choose better ways of living. Jesus portrayed a deliverance from the past which in itself promised a triumph for the future. Forgiveness thus provided salvation. The beauty of divine love, once fully admitted to the human heart, forever destroys the charm of sin and the power of evil.
2006 188:5.3 Gesù, con il potere del suo amore personale per gli uomini, poté spezzare la presa del peccato e del male. Egli rese così gli uomini liberi di scegliere dei modi di vita migliori. Gesù presentò una liberazione dal passato che, in se stessa, prometteva un trionfo per il futuro. Il perdono procurava così la salvezza. La bellezza dell’amore divino, quando è pienamente accolta nel cuore umano, distrugge per sempre il fascino del peccato ed il potere del male.
1955 188:5.4 The sufferings of Jesus were not confined to the crucifixion. In reality, Jesus of Nazareth spent upward of twenty-five years on the cross of a real and intense mortal existence. The real value of the cross consists in the fact that it was the supreme and final expression of his love, the completed revelation of his mercy.
2006 188:5.4 Le sofferenze di Gesù non furono limitate alla crocifissione. In realtà Gesù di Nazaret passò più di venticinque anni sulla croce di un’esistenza mortale reale ed intensa. Il vero valore della croce consiste nel fatto che essa fu l’espressione suprema e finale del suo amore, il completamento della rivelazione della sua misericordia.
1955 188:5.5 On millions of inhabited worlds, tens of trillions of evolving creatures who may have been tempted to give up the moral struggle and abandon the good fight of faith, have taken one more look at Jesus on the cross and then have forged on ahead, inspired by the sight of God’s laying down his incarnate life in devotion to the unselfish service of man.
2006 188:5.5 Su milioni di mondi abitati, migliaia di miliardi di creature in evoluzione che possono essere state tentate di rinunciare alla lotta morale e di abbandonare la buona battaglia della fede, hanno rivolto ancora una volta lo sguardo verso Gesù sulla croce e poi hanno ripreso ad andare avanti, ispirati dalla visione di Dio che abbandonava la sua vita incarnata in devozione al servizio disinteressato degli uomini[11].
1955 188:5.6 The triumph of the death on the cross is all summed up in the spirit of Jesus’ attitude toward those who assailed him. He made the cross an eternal symbol of the triumph of love over hate and the victory of truth over evil when he prayed, “Father, forgive them, for they know not what they do.” That devotion of love was contagious throughout a vast universe; the disciples caught it from their Master. The very first teacher of his gospel who was called upon to lay down his life in this service, said, as they stoned him to death, “Lay not this sin to their charge.”
2006 188:5.6 Il trionfo della morte sulla croce è tutto riassunto nello spirito dell’atteggiamento di Gesù verso coloro che lo aggredivano. Egli fece della croce un simbolo eterno del trionfo dell’amore sull’odio e della vittoria della verità sul male quando pregò: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno[12].” Quella devozione d’amore fu contagiosa in tutto un vasto universo; i discepoli la presero dal loro Maestro. Il primo insegnante del suo vangelo che fu chiamato a donare la vita per questo servizio, disse, mentre lo lapidavano a morte: “Che questo peccato non ricada su di loro[13].”
1955 188:5.7 The cross makes a supreme appeal to the best in man because it discloses one who was willing to lay down his life in the service of his fellow men. Greater love no man can have than this: that he would be willing to lay down his life for his friends—and Jesus had such a love that he was willing to lay down his life for his enemies, a love greater than any which had hitherto been known on earth.
2006 188:5.7 La croce fu un appello supremo a ciò che c’è di meglio nell’uomo perché rivela un essere che fu disposto a sacrificare la sua vita al servizio dei propri simili. Nessun uomo può avere un amore più grande di questo: essere disposto a donare la propria vita per gli amici — e Gesù aveva un tale amore da essere pronto a sacrificare la sua vita per i suoi nemici, un amore più grande di quanto fosse stato conosciuto fino ad allora sulla terra[14].
1955 188:5.8 On other worlds, as well as on Urantia, this sublime spectacle of the death of the human Jesus on the cross of Golgotha has stirred the emotions of mortals, while it has aroused the highest devotion of the angels.
2006 188:5.8 Sugli altri mondi, così come su Urantia, questo spettacolo sublime della morte del Gesù umano sulla croce del Golgota risvegliò le emozioni dei mortali, mentre suscitò la più alta devozione degli angeli.
1955 188:5.9 The cross is that high symbol of sacred service, the devotion of one’s life to the welfare and salvation of one’s fellows. The cross is not the symbol of the sacrifice of the innocent Son of God in the place of guilty sinners and in order to appease the wrath of an offended God, but it does stand forever, on earth and throughout a vast universe, as a sacred symbol of the good bestowing themselves upon the evil and thereby saving them by this very devotion of love. The cross does stand as the token of the highest form of unselfish service, the supreme devotion of the full bestowal of a righteous life in the service of wholehearted ministry, even in death, the death of the cross. And the very sight of this great symbol of the bestowal life of Jesus truly inspires all of us to want to go and do likewise.
2006 188:5.9 La croce è quell’alto simbolo del servizio sacro, la consacrazione della propria vita al benessere e alla salvezza dei propri simili. La croce non è il simbolo del sacrificio del Figlio di Dio innocente che si sostituisce ai peccatori colpevoli allo scopo di placare la collera di un Dio offeso, ma essa si erge per sempre, sulla terra ed in tutto un vasto universo, come un sacro simbolo dei buoni che si dedicano ai cattivi e che così li salvano per mezzo di questa stessa devozione d’amore. La croce si erge come il simbolo della più alta forma di servizio disinteressato, della suprema devozione della donazione completa di una vita retta al servizio di un ministero svolto di tutto cuore, anche fino alla morte, alla morte della croce. E la vista stessa di questo grande simbolo della vita di conferimento di Gesù ispira veramente tutti quelli di noi che desiderano fare altrettanto.
1955 188:5.10 When thinking men and women look upon Jesus as he offers up his life on the cross, they will hardly again permit themselves to complain at even the severest hardships of life, much less at petty harassments and their many purely fictitious grievances. His life was so glorious and his death so triumphant that we are all enticed to a willingness to share both. There is true drawing power in the whole bestowal of Michael, from the days of his youth to this overwhelming spectacle of his death on the cross.
2006 188:5.10 Quando degli uomini e delle donne riflessivi guardano a Gesù che offre la sua vita sulla croce, difficilmente si permetteranno di lamentarsi anche delle avversità più dure della vita, ed ancor meno dei futili fastidi e delle loro molte lagnanze puramente fittizie. La sua vita fu così gloriosa e la sua morte così trionfante che noi siamo tutti incitati alla propensione di condividere entrambe[15]. C’è un vero potere d’attrazione in tutto il conferimento di Micael, dall’epoca della sua giovinezza fino a questo orribile spettacolo della sua morte sulla croce.
1955 188:5.11 Make sure, then, that when you view the cross as a revelation of God, you do not look with the eyes of the primitive man nor with the viewpoint of the later barbarian, both of whom regarded God as a relentless Sovereign of stern justice and rigid law-enforcement. Rather, make sure that you see in the cross the final manifestation of the love and devotion of Jesus to his life mission of bestowal upon the mortal races of his vast universe. See in the death of the Son of Man the climax of the unfolding of the Father’s divine love for his sons of the mortal spheres. The cross thus portrays the devotion of willing affection and the bestowal of voluntary salvation upon those who are willing to receive such gifts and devotion. There was nothing in the cross which the Father required—only that which Jesus so willingly gave, and which he refused to avoid.
2006 188:5.11 Assicuratevi, quindi, quando guardate alla croce come ad una rivelazione di Dio, di non guardare con gli occhi dell’uomo primitivo, né secondo il punto di vista del barbaro successivo, poiché entrambi consideravano Dio come un Sovrano implacabile che esercitava una giustizia severa e che imponeva delle leggi rigide. Assicuratevi piuttosto di vedere nella croce la manifestazione finale dell’amore e della devozione di Gesù verso la missione di conferimento della sua vita sulle razze mortali del suo vasto universo. Vedete nella morte del Figlio dell’Uomo il punto culminante della rivelazione dell’amore divino del Padre per i suoi figli delle sfere mortali. La croce descrive così la devozione dell’affetto spontaneo e l’effusione della salvezza volontaria su coloro che sono disposti a ricevere tali doni e tale devozione. Non c’è nulla nella croce che il Padre avesse chiesto — soltanto ciò che Gesù diede così spontaneamente e che rifiutò di evitare.
1955 188:5.12 If man cannot otherwise appreciate Jesus and understand the meaning of his bestowal on earth, he can at least comprehend the fellowship of his mortal sufferings. No man can ever fear that the Creator does not know the nature or extent of his temporal afflictions.
2006 188:5.12 Se l’uomo non riesce ad apprezzare diversamente Gesù e a comprendere il significato del suo conferimento sulla terra, può almeno comprendere che ha condiviso con lui le sue sofferenze di mortale. Nessuno può mai temere che il Creatore non conosca la natura o l’estensione delle sue afflizioni temporali[16].
1955 188:5.13 We know that the death on the cross was not to effect man’s reconciliation to God but to stimulate man’s realization of the Father’s eternal love and his Son’s unending mercy, and to broadcast these universal truths to a whole universe.
2006 188:5.13 Noi sappiamo che la morte sulla croce non avvenne per riconciliare l’uomo con Dio, ma per stimolare la realizzazione dell’uomo dell’amore eterno del Padre e della misericordia infinita di suo Figlio, e per diffondere queste verità universali in un universo intero.