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Traduzioni: © 2006 Urantia Foundation
Fascicolo 67. La ribellione planetaria |
Indice
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Fascicolo 69. Le istituzioni umane primitive |
THE DAWN OF CIVILIZATION
GLI ALBORI DELLA CIVILTÀ
1955 68:0.1 THIS is the beginning of the narrative of the long, long forward struggle of the human species from a status that was little better than an animal existence, through the intervening ages, and down to the later times when a real, though imperfect, civilization had evolved among the higher races of mankind.
2006 68:0.1 QUESTO è l’inizio del racconto della lunga, lunga battaglia del progresso della specie umana da una condizione che era appena migliore di un’esistenza animale, passando per le ere intermedie, fino ai tempi più recenti in cui una reale, benché imperfetta, civiltà si era sviluppata tra le razze più evolute dell’umanità.
1955 68:0.2 Civilization is a racial acquirement; it is not biologically inherent; hence must all children be reared in an environment of culture, while each succeeding generation of youth must receive anew its education. The superior qualities of civilization—scientific, philosophic, and religious—are not transmitted from one generation to another by direct inheritance. These cultural achievements are preserved only by the enlightened conservation of social inheritance.
2006 68:0.2 La civiltà è un’acquisizione razziale; non è biologicamente innata; perciò tutti i figli devono essere allevati in un ambiente di cultura ed ogni generazione successiva di giovani deve ricevere di nuovo la propria educazione. Le qualità superiori della civiltà — scientifica, filosofica e religiosa — non sono trasmesse da una generazione all’altra per eredità diretta. Questi risultati culturali sono preservati solo dalla conservazione illuminata del patrimonio sociale.
1955 68:0.3 Social evolution of the co-operative order was initiated by the Dalamatia teachers, and for three hundred thousand years mankind was nurtured in the idea of group activities. The blue man most of all profited by these early social teachings, the red man to some extent, and the black man least of all. In more recent times the yellow race and the white race have presented the most advanced social development on Urantia.
2006 68:0.3 L’evoluzione sociale di ordine cooperativo fu iniziata dagli insegnanti di Dalamatia e per trecentomila anni l’umanità fu allevata nell’idea di attività di gruppo. Gli uomini blu trassero profitto più di tutti gli altri da questi insegnamenti sociali primitivi, gli uomini rossi in una certa misura e gli uomini neri meno di tutti. In epoche più recenti la razza gialla e quella bianca hanno presentato lo sviluppo sociale più avanzato di Urantia.
1. PROTECTIVE SOCIALIZATION
1. LA SOCIALIZZAZIONE PROTETTIVA
1955 68:1.1 When brought closely together, men often learn to like one another, but primitive man was not naturally overflowing with the spirit of brotherly feeling and the desire for social contact with his fellows. Rather did the early races learn by sad experience that “in union there is strength”; and it is this lack of natural brotherly attraction that now stands in the way of immediate realization of the brotherhood of man on Urantia.
2006 68:1.1 Quando sono posti in stretto contatto gli uomini imparano spesso a simpatizzare gli uni con gli altri, ma gli uomini primitivi non traboccavano per natura di sentimenti fraterni e di desiderio di contatti sociali con i loro simili. Le razze primitive impararono piuttosto attraverso esperienze dolorose che “l’unione fa la forza”; ed è questa mancanza d’attrazione fraterna naturale che ostacola attualmente l’immediata realizzazione della fratellanza dell’uomo su Urantia.
1955 68:1.2 Association early became the price of survival. The lone man was helpless unless he bore a tribal mark which testified that he belonged to a group which would certainly avenge any assault made upon him. Even in the days of Cain it was fatal to go abroad alone without some mark of group association. Civilization has become man’s insurance against violent death, while the premiums are paid by submission to society’s numerous law demands.
2006 68:1.2 L’associazione divenne ben presto il prezzo della sopravvivenza. L’uomo isolato era indifeso se non portava un marchio tribale che testimoniasse la sua appartenenza ad un gruppo che avrebbe certamente vendicato un attacco contro di lui. Anche all’epoca di Caino era fatale allontanarsi da solo senza un marchio di associazione ad un gruppo[1]. La civiltà è diventata l’assicurazione dell’uomo contro una morte violenta, mentre i premi sono pagati dalla sottomissione alle numerose esigenze legali della società.
1955 68:1.3 Primitive society was thus founded on the reciprocity of necessity and on the enhanced safety of association. And human society has evolved in agelong cycles as a result of this isolation fear and by means of reluctant co-operation.
2006 68:1.3 La società primitiva fu così fondata sulla necessità reciproca e sull’accresciuta sicurezza dell’associazione. La società umana si è evoluta in cicli millenari a seguito di questa paura dell’isolamento e grazie ad una cooperazione riluttante.
1955 68:1.4 Primitive human beings early learned that groups are vastly greater and stronger than the mere sum of their individual units. One hundred men united and working in unison can move a great stone; a score of well-trained guardians of the peace can restrain an angry mob. And so society was born, not of mere association of numbers, but rather as a result of the organization of intelligent co-operators. But co-operation is not a natural trait of man; he learns to co-operate first through fear and then later because he discovers it is most beneficial in meeting the difficulties of time and guarding against the supposed perils of eternity.
2006 68:1.4 Gli esseri umani primitivi impararono presto che i gruppi sono molto più grandi e più forti della semplice somma di ogni unità individuale. Cento uomini uniti e che lavorano all’unisono possono spostare un grosso masso; una ventina di custodi della pace ben addestrati possono contenere una folla in collera. È così che nacque la società, non da una semplice associazione numerica, ma piuttosto come risultato dell’organizzazione di cooperatori intelligenti. Ma la cooperazione non è una caratteristica naturale dell’uomo; egli impara a cooperare prima per paura e più tardi perché scopre che è molto vantaggioso per far fronte alle difficoltà del tempo presente e per proteggersi contro i supposti pericoli dell’eternità.
1955 68:1.5 The peoples who thus early organized themselves into a primitive society became more successful in their attacks on nature as well as in defense against their fellows; they possessed greater survival possibilities; hence has civilization steadily progressed on Urantia, notwithstanding its many setbacks. And it is only because of the enhancement of survival value in association that man’s many blunders have thus far failed to stop or destroy human civilization.
2006 68:1.5 I popoli che presto si organizzarono in una tale società primitiva ottennero migliori risultati nell’affrontare la natura come pure nella difesa contro i loro simili; essi avevano maggiori possibilità di sopravvivere. Per questo la civiltà è costantemente progredita su Urantia nonostante i suoi numerosi regressi. È soltanto a causa dell’accrescimento del valore della sopravvivenza nell’associazione che numerosi errori dell’uomo non sono riusciti finora ad arrestare o a distruggere la civiltà umana.
1955 68:1.6 That contemporary cultural society is a rather recent phenomenon is well shown by the present-day survival of such primitive social conditions as characterize the Australian natives and the Bushmen and Pygmies of Africa. Among these backward peoples may be observed something of the early group hostility, personal suspicion, and other highly antisocial traits which were so characteristic of all primitive races. These miserable remnants of the nonsocial peoples of ancient times bear eloquent testimony to the fact that the natural individualistic tendency of man cannot successfully compete with the more potent and powerful organizations and associations of social progression. These backward and suspicious antisocial races that speak a different dialect every forty or fifty miles illustrate what a world you might now be living in but for the combined teaching of the corporeal staff of the Planetary Prince and the later labors of the Adamic group of racial uplifters.
2006 68:1.6 Che la società culturale contemporanea sia un fenomeno piuttosto recente è ben dimostrato dalla sopravvivenza sino ad oggi di condizioni sociali primitive come quelle che caratterizzano gli aborigeni australiani, i Boscimani e i Pigmei dell’Africa. Tra queste popolazioni arretrate si può ancora osservare qualcosa dell’ostilità di gruppo primitiva, del sospetto personale e di altri tratti altamente antisociali che erano così caratteristici di tutte le razze primitive. Questi miseri resti dei popoli asociali dei tempi antichi testimoniano eloquentemente il fatto che la tendenza individualista naturale dell’uomo non può competere con successo contro le organizzazioni ed associazioni più efficaci e più potenti del progresso sociale. Le razze asociali arretrate e diffidenti, che parlano un dialetto differente ogni sessanta od ottanta chilometri, illustrano in quale mondo avreste potuto vivere ora senza gli insegnamenti del gruppo corporale del Principe Planetario e le attività successive del gruppo adamico di elevatori razziali.
1955 68:1.7 The modern phrase, “back to nature,” is a delusion of ignorance, a belief in the reality of the onetime fictitious “golden age.” The only basis for the legend of the golden age is the historic fact of Dalamatia and Eden. But these improved societies were far from the realization of utopian dreams.
2006 68:1.7 La frase moderna “ritorno alla natura” è un’illusione dell’ignoranza, una credenza nella realtà di un’antica fittizia “età d’oro”. La sola base per la leggenda dell’età d’oro è la realtà storica dell’esistenza di Dalamatia e dell’Eden. Ma queste società avanzate erano lontane dal realizzare sogni utopistici.
2. FACTORS IN SOCIAL PROGRESSION
2. I FATTORI DEL PROGRESSO SOCIALE
1955 68:2.1 Civilized society is the result of man’s early efforts to overcome his dislike of isolation. But this does not necessarily signify mutual affection, and the present turbulent state of certain primitive groups well illustrates what the early tribes came up through. But though the individuals of a civilization may collide with each other and struggle against one another, and though civilization itself may appear to be an inconsistent mass of striving and struggling, it does evidence earnest striving, not the deadly monotony of stagnation.
2006 68:2.1 La società civilizzata è il risultato degli sforzi iniziali dell’uomo per superare la sua avversione all’isolamento. Ma ciò non significa necessariamente reciproco affetto, e lo stato turbolento attuale di certi gruppi primitivi illustra bene le difficoltà attraversate dalle prime tribù. Ma anche se i membri di una civiltà possono scontrarsi e combattersi, e benché la civiltà stessa possa apparire come un insieme incoerente di tentativi e di lotte, nondimeno essa evidenzia uno sforzo intenso, non la monotonia noiosa della stagnazione.
1955 68:2.2 While the level of intelligence has contributed considerably to the rate of cultural progress, society is essentially designed to lessen the risk element in the individual’s mode of living, and it has progressed just as fast as it has succeeded in lessening pain and increasing the pleasure element in life. Thus does the whole social body push on slowly toward the goal of destiny—extinction or survival—depending on whether that goal is self-maintenance or self-gratification. Self-maintenance originates society, while excessive self-gratification destroys civilization.
2006 68:2.2 Sebbene il livello dell’intelligenza abbia notevolmente contribuito al ritmo del progresso culturale, la società è essenzialmente concepita per diminuire l’elemento rischio nel modo di vivere dell’individuo, ed è progredita con la stessa velocità con cui è riuscita a diminuire la sofferenza e ad aumentare l’elemento piacere nella vita. In tal modo l’intero corpo sociale avanza lentamente verso la meta del suo destino — l’estinzione o la sopravvivenza — a seconda che la meta sia la propria preservazione o l’autogratificazione. L’autopreservazione origina la società, mentre l’eccesso di autogratificazione distrugge la civiltà.
1955 68:2.3 Society is concerned with self-perpetuation, self-maintenance, and self-gratification, but human self-realization is worthy of becoming the immediate goal of many cultural groups.
2006 68:2.3 Una società si occupa della propria perpetuazione, della propria preservazione e della propria soddisfazione, ma l’autorealizzazione umana merita di divenire il fine immediato di molti gruppi culturali.
1955 68:2.4 The herd instinct in natural man is hardly sufficient to account for the development of such a social organization as now exists on Urantia. Though this innate gregarious propensity lies at the bottom of human society, much of man’s sociability is an acquirement. Two great influences which contributed to the early association of human beings were food hunger and sex love; these instinctive urges man shares with the animal world. Two other emotions which drove human beings together and held them together were vanity and fear, more particularly ghost fear.
2006 68:2.4 L’istinto gregario dell’uomo naturale non basta a spiegare lo sviluppo di un’organizzazione sociale quale esiste attualmente su Urantia. Benché questa propensione gregaria innata sia alla base della società umana, gran parte della sociabilità dell’uomo è un’acquisizione. Due grandi influenze che contribuirono all’associazione primitiva degli esseri umani furono la fame e l’amore a scopo sessuale, bisogni istintivi che l’uomo condivide con il mondo animale. Altre due emozioni che spinsero gli esseri umani ad unirsi ed a tenersi uniti furono la vanità e la paura, più particolarmente la paura dei fantasmi.
1955 68:2.5 History is but the record of man’s agelong food struggle. Primitive man only thought when he was hungry; food saving was his first self-denial, self-discipline. With the growth of society, food hunger ceased to be the only incentive for mutual association. Numerous other sorts of hunger, the realization of various needs, all led to the closer association of mankind. But today society is top-heavy with the overgrowth of supposed human needs. Occidental civilization of the twentieth century groans wearily under the tremendous overload of luxury and the inordinate multiplication of human desires and longings. Modern society is enduring the strain of one of its most dangerous phases of far-flung interassociation and highly complicated interdependence.
2006 68:2.5 La storia non è che il resoconto della lotta millenaria dell’uomo per il cibo. L’uomo primitivo pensava soltanto quando aveva fame; economizzare cibo fu la sua prima rinuncia, il suo primo atto di autodisciplina. Con lo sviluppo della società, la fame cessò di essere il solo incentivo alla mutua associazione. Numerosi altri tipi di fame, la realizzazione di bisogni diversi, portarono tutti ad un’associazione più stretta dell’umanità. Ma la società di oggi è sovraccaricata dalla crescita eccessiva di presunti bisogni umani. La civiltà occidentale del ventesimo secolo geme esausta sotto l’enorme peso del lusso e la disordinata moltiplicazione dei desideri e delle brame umane. La società moderna sta sopportando la tensione di una delle sue fasi più pericolose d’interassociazione su grande scala e d’interdipendenza altamente complessa.
1955 68:2.6 Hunger, vanity, and ghost fear were continuous in their social pressure, but sex gratification was transient and spasmodic. The sex urge alone did not impel primitive men and women to assume the heavy burdens of home maintenance. The early home was founded upon the sex restlessness of the male when deprived of frequent gratification and upon that devoted mother love of the human female, which in measure she shares with the females of all the higher animals. The presence of a helpless baby determined the early differentiation of male and female activities; the woman had to maintain a settled residence where she could cultivate the soil. And from earliest times, where woman was has always been regarded as the home.
2006 68:2.6 La pressione sociale della fame, della vanità e della paura dei fantasmi è stata continua, la soddisfazione sessuale invece è stata temporanea ed intermittente. Il desiderio sessuale da solo non spinse gli uomini e le donne primitivi ad assumere i pesanti fardelli del mantenimento di una famiglia. La famiglia primitiva era fondata sull’esuberanza sessuale del maschio privo di soddisfazioni frequenti e sul profondo amore materno della femmina umana, che in certa misura essa condivide con le femmine di tutti gli animali superiori. La presenza di un bambino indifeso determinò la prima differenziazione tra le attività maschili e femminili; la donna dovette mantenere una residenza fissa in cui poter coltivare il terreno. E dai tempi più remoti il luogo dov’era una donna è sempre stato considerato il focolare domestico.
1955 68:2.7 Woman thus early became indispensable to the evolving social scheme, not so much because of the fleeting sex passion as in consequence of food requirement; she was an essential partner in self-maintenance. She was a food provider, a beast of burden, and a companion who would stand great abuse without violent resentment, and in addition to all of these desirable traits, she was an ever-present means of sex gratification.
2006 68:2.7 La donna divenne così ben presto indispensabile all’evoluzione del piano sociale, non tanto per un’effimera passione sessuale quanto in conseguenza del bisogno di cibo; essa era una compagna indispensabile per l’automantenimento. Essa era un’approvvigionatrice di cibo, una bestia da soma ed una compagna capace di sopportare grandi maltrattamenti senza violenti risentimenti, ed in aggiunta a tutti questi tratti desiderabili era un mezzo sempre disponibile di soddisfazione sessuale.
1955 68:2.8 Almost everything of lasting value in civilization has its roots in the family. The family was the first successful peace group, the man and woman learning how to adjust their antagonisms while at the same time teaching the pursuits of peace to their children.
2006 68:2.8 Quasi tutti i valori durevoli della civiltà hanno le loro radici nella famiglia. La famiglia fu il primo raggruppamento pacifico coronato da successo, in quanto l’uomo e la donna impararono a conciliare i loro antagonismi insegnando allo stesso tempo il perseguimento della pace ai loro figli.
1955 68:2.9 The function of marriage in evolution is the insurance of race survival, not merely the realization of personal happiness; self-maintenance and self-perpetuation are the real objects of the home. Self-gratification is incidental and not essential except as an incentive insuring sex association. Nature demands survival, but the arts of civilization continue to increase the pleasures of marriage and the satisfactions of family life.
2006 68:2.9 La funzione del matrimonio nell’evoluzione è di assicurare la sopravvivenza della razza, non la semplice realizzazione di una felicità personale; gli obiettivi reali della famiglia sono il proprio mantenimento e la propria perpetuazione. L’autogratificazione è accessoria e non essenziale, salvo che come stimolo per assicurare l’unione sessuale. La natura esige la sopravvivenza, ma le arti della civiltà continuano ad accrescere i piaceri del matrimonio e le soddisfazioni della vita familiare.
1955 68:2.10 If vanity be enlarged to cover pride, ambition, and honor, then we may discern not only how these propensities contribute to the formation of human associations, but how they also hold men together, since such emotions are futile without an audience to parade before. Soon vanity associated with itself other emotions and impulses which required a social arena wherein they might exhibit and gratify themselves. This group of emotions gave origin to the early beginnings of all art, ceremonial, and all forms of sportive games and contests.
2006 68:2.10 Se il concetto di vanità viene ampliato fino a comprendere l’orgoglio, l’ambizione e l’onore, allora possiamo capire non solo come queste propensioni contribuiscono alla formazione delle associazioni umane, ma anche come tengono uniti gli uomini, poiché tali emozioni sono vane senza un pubblico davanti al quale mostrarsi. Alla vanità si aggiunsero presto altre emozioni ed impulsi che necessitavano di un quadro sociale in cui potersi esibire e gratificare. Questo gruppo di emozioni diede origine alle prime manifestazioni di tutte le arti e cerimonie e di tutte le forme di competizioni e di giochi sportivi.
1955 68:2.11 Vanity contributed mightily to the birth of society; but at the time of these revelations the devious strivings of a vainglorious generation threaten to swamp and submerge the whole complicated structure of a highly specialized civilization. Pleasure-want has long since superseded hunger-want; the legitimate social aims of self-maintenance are rapidly translating themselves into base and threatening forms of self-gratification. Self-maintenance builds society; unbridled self-gratification unfailingly destroys civilization.
2006 68:2.11 La vanità ha contribuito potentemente alla nascita della società; ma al momento di queste rivelazioni gli sforzi tortuosi di una generazione vanagloriosa minacciano d’inondare e sommergere l’intera complessa struttura di una civiltà altamente specializzata. Il bisogno di piaceri ha da lungo tempo soppiantato il bisogno di cibo; gli scopi sociali legittimi dell’autopreservazione si stanno rapidamente trasformando in forme meschine e minacciose di autogratificazione. L’autopreservazione costruisce la società; l’autogratificazione sfrenata distrugge infallibilmente la civiltà.
3. SOCIALIZING INFLUENCE OF GHOST FEAR
3. L’INFLUENZA SOCIALIZZANTE DELLA PAURA DEI FANTASMI
1955 68:3.1 Primitive desires produced the original society, but ghost fear held it together and imparted an extrahuman aspect to its existence. Common fear was physiological in origin: fear of physical pain, unsatisfied hunger, or some earthly calamity; but ghost fear was a new and sublime sort of terror.
2006 68:3.1 I desideri primitivi produssero la società originaria, ma la paura dei fantasmi la tenne unita ed impresse un aspetto extraumano alla sua esistenza. La paura ordinaria era di origine fisiologica: paura del dolore fisico, fame non soddisfatta o qualche calamità terrena; ma la paura dei fantasmi era una sorta di terrore nuovo e sublime.
1955 68:3.2 Probably the greatest single factor in the evolution of human society was the ghost dream. Although most dreams greatly perturbed the primitive mind, the ghost dream actually terrorized early men, driving these superstitious dreamers into each other’s arms in willing and earnest association for mutual protection against the vague and unseen imaginary dangers of the spirit world. The ghost dream was one of the earliest appearing differences between the animal and human types of mind. Animals do not visualize survival after death.
2006 68:3.2 Il più importante fattore individuale nell’evoluzione della società umana fu probabilmente quello di sognare i fantasmi. Benché la maggior parte dei sogni turbasse profondamente la mente primitiva, sognare fantasmi terrorizzava letteralmente gli uomini primitivi, portando questi sognatori superstiziosi a gettarsi nelle braccia gli uni degli altri in una volontaria e sincera associazione per proteggersi vicendevolmente contro i vaghi ed invisibili pericoli immaginari del mondo degli spiriti. Sognare fantasmi fu una delle differenze che apparvero più presto tra il tipo di mente animale e quello umano. Gli animali non si raffigurano la sopravvivenza dopo la morte.
1955 68:3.3 Except for this ghost factor, all society was founded on fundamental needs and basic biologic urges. But ghost fear introduced a new factor in civilization, a fear which reaches out and away from the elemental needs of the individual, and which rises far above even the struggles to maintain the group. The dread of the departed spirits of the dead brought to light a new and amazing form of fear, an appalling and powerful terror, which contributed to whipping the loose social orders of early ages into the more thoroughly disciplined and better controlled primitive groups of ancient times. This senseless superstition, some of which still persists, prepared the minds of men, through superstitious fear of the unreal and the supernatural, for the later discovery of “the fear of the Lord which is the beginning of wisdom.” The baseless fears of evolution are designed to be supplanted by the awe for Deity inspired by revelation. The early cult of ghost fear became a powerful social bond, and ever since that far-distant day mankind has been striving more or less for the attainment of spirituality.
2006 68:3.3 A parte questo fattore dei fantasmi, tutta la società fu fondata su bisogni fondamentali e su stimoli biologici essenziali. Ma la paura dei fantasmi introdusse un fattore nuovo nella civiltà, una paura che si stacca e va oltre i bisogni elementari dell’individuo e che si eleva molto al di sopra anche delle lotte per preservare la collettività. La paura degli spiriti dei trapassati mise in luce una nuova e sorprendente forma di paura, un terrore spaventoso e potente che contribuì a trasformare i morbidi ordini sociali dei primi tempi nei gruppi primitivi più seriamente disciplinati e meglio controllati di questi tempi antichi. Questa superstizione insensata, che in parte sussiste ancora, preparò la mente degli uomini, attraverso la paura superstiziosa dell’irreale e del soprannaturale, alla scoperta successiva de “il timore del Signore che è l’inizio della saggezza”[2]. Le paure senza fondamento dell’evoluzione sono destinate ad essere soppiantate dal timore reverenziale per la Deità ispirato dalla rivelazione. Il culto primitivo della paura dei fantasmi divenne un legame sociale potente e da quei tempi molto lontani l’umanità si è sempre più o meno sforzata di raggiungere la spiritualità.
1955 68:3.4 Hunger and love drove men together; vanity and ghost fear held them together. But these emotions alone, without the influence of peace-promoting revelations, are unable to endure the strain of the suspicions and irritations of human interassociations. Without help from superhuman sources the strain of society breaks down upon reaching certain limits, and these very influences of social mobilization—hunger, love, vanity, and fear—conspire to plunge mankind into war and bloodshed.
2006 68:3.4 La fame e l’amore portarono gli uomini a mettersi insieme; la vanità e la paura dei fantasmi li tennero uniti. Ma queste sole emozioni, senza l’influenza delle rivelazioni pacificatrici, sono incapaci di sopportare la tensione dei sospetti e delle irritazioni delle interassociazioni umane. Senza l’aiuto delle fonti superumane la tensione sociale porta ad un collasso quando raggiunge certi limiti, e queste stesse influenze di mobilitazione sociale — fame, amore, vanità e paura — cospirano per gettare l’umanità nella guerra e nel massacro.
1955 68:3.5 The peace tendency of the human race is not a natural endowment; it is derived from the teachings of revealed religion, from the accumulated experience of the progressive races, but more especially from the teachings of Jesus, the Prince of Peace.
4. EVOLUTION OF THE MORES
4. L’EVOLUZIONE DEI COSTUMI
1955 68:4.1 All modern social institutions arise from the evolution of the primitive customs of your savage ancestors; the conventions of today are the modified and expanded customs of yesterday. What habit is to the individual, custom is to the group; and group customs develop into folkways or tribal traditions—mass conventions. From these early beginnings all of the institutions of present-day human society take their humble origin.
2006 68:4.1 Tutte le istituzioni sociali moderne provengono dall’evoluzione dei costumi primitivi dei vostri antenati selvaggi; le convenzioni di oggi sono le usanze di ieri modificate ed ampliate. Ciò che l’abitudine è per l’individuo, l’usanza è per il gruppo; ed i costumi di gruppo si trasformano in usi popolari o in tradizioni tribali — in convenzioni di massa. Da questi primi inizi hanno la loro umile origine tutte le istituzioni della società umana contemporanea.
1955 68:4.2 It must be borne in mind that the mores originated in an effort to adjust group living to the conditions of mass existence; the mores were man’s first social institution. And all of these tribal reactions grew out of the effort to avoid pain and humiliation while at the same time seeking to enjoy pleasure and power. The origin of folkways, like the origin of languages, is always unconscious and unintentional and therefore always shrouded in mystery.
2006 68:4.2 Bisogna tenere presente che i costumi presero origine dallo sforzo di adattare la vita di gruppo alle condizioni d’esistenza della massa; le usanze furono la prima istituzione sociale dell’uomo. E tutte queste reazioni tribali risultarono dallo sforzo di evitare il dolore e l’umiliazione cercando allo stesso tempo di godere dei piaceri e del potere. L’origine degli usi popolari, come l’origine dei linguaggi, è sempre inconscia e non intenzionale, e perciò sempre avvolta di mistero.
1955 68:4.3 Ghost fear drove primitive man to envision the supernatural and thus securely laid the foundations for those powerful social influences of ethics and religion which in turn preserved inviolate the mores and customs of society from generation to generation. The one thing which early established and crystallized the mores was the belief that the dead were jealous of the ways by which they had lived and died; therefore would they visit dire punishment upon those living mortals who dared to treat with careless disdain the rules of living which they had honored when in the flesh. All this is best illustrated by the present reverence of the yellow race for their ancestors. Later developing primitive religion greatly reinforced ghost fear in stabilizing the mores, but advancing civilization has increasingly liberated mankind from the bondage of fear and the slavery of superstition.
2006 68:4.3 La paura dei fantasmi portò l’uomo primitivo ad immaginare il soprannaturale e pose così delle basi solide per quelle potenti influenze sociali dell’etica e della religione che a loro volta preservarono intatti di generazione in generazione gli usi e i costumi della società. La sola cosa che stabilizzò e cristallizzò inizialmente gli usi fu la credenza che i morti fossero gelosi del modo in cui avevano vissuto ed erano morti. Essi quindi avrebbero colpito con tremende punizioni quei mortali viventi che avessero osato trattare con negligente disprezzo le regole di vita che essi avevano onorato mentre erano nella carne. Tutto ciò è perfettamente illustrato dall’attuale rispetto della razza gialla per i suoi antenati. Successivamente le religioni primitive in sviluppo rafforzarono notevolmente l’azione della paura dei fantasmi consolidando i costumi, ma la civiltà in evoluzione ha sempre più liberato l’umanità dai vincoli della paura e dalla schiavitù della superstizione.
1955 68:4.4 Prior to the liberating and liberalizing instruction of the Dalamatia teachers, ancient man was held a helpless victim of the ritual of the mores; the primitive savage was hedged about by an endless ceremonial. Everything he did from the time of awakening in the morning to the moment he fell asleep in his cave at night had to be done just so—in accordance with the folkways of the tribe. He was a slave to the tyranny of usage; his life contained nothing free, spontaneous, or original. There was no natural progress toward a higher mental, moral, or social existence.
2006 68:4.4 Prima dell’insegnamento liberatore e liberalizzante degli istruttori di Dalamatia l’uomo antico era una vittima impotente del rituale delle usanze; il selvaggio primitivo era prigioniero di un cerimoniale senza fine. Tutto ciò che faceva dal risveglio mattutino al momento in cui si addormentava di sera nella sua caverna doveva essere fatto esattamente in un certo modo — conformemente agli usi popolari della tribù. Egli era schiavo della tirannia delle usanze; la sua vita non conteneva alcunché di libero, di spontaneo o di originale. Non c’era alcun progresso naturale verso un’esistenza mentale, morale o sociale superiore.
1955 68:4.5 Early man was mightily gripped by custom; the savage was a veritable slave to usage; but there have arisen ever and anon those variations from type who have dared to inaugurate new ways of thinking and improved methods of living. Nevertheless, the inertia of primitive man constitutes the biologic safety brake against precipitation too suddenly into the ruinous maladjustment of a too rapidly advancing civilization.
2006 68:4.5 L’uomo primitivo era oltremodo avvinto dai costumi; il selvaggio era un vero schiavo delle usanze; ma di tanto in tanto apparvero dei tipi particolari di personalità che osarono inaugurare nuovi modi di pensare e metodi di vita migliori. Ciò nonostante l’inerzia dell’uomo primitivo costituisce il freno di sicurezza biologico contro la precipitazione troppo repentina nella rovinosa incapacità di adattamento di una civiltà che progredisce troppo in fretta.
1955 68:4.6 But these customs are not an unmitigated evil; their evolution should continue. It is nearly fatal to the continuance of civilization to undertake their wholesale modification by radical revolution. Custom has been the thread of continuity which has held civilization together. The path of human history is strewn with the remnants of discarded customs and obsolete social practices; but no civilization has endured which abandoned its mores except for the adoption of better and more fit customs.
2006 68:4.6 Ma queste usanze non sono un male totale; la loro evoluzione dovrebbe proseguire. È quasi fatale alla persistenza della civiltà intraprendere la loro estesa modificazione con una rivoluzione radicale. L’usanza è stata il filo di continuità che ha tenuto unita la civiltà. Il sentiero della storia umana è lastricato di vestigia di costumi abbandonati e di pratiche sociali obsolete; ma nessuna civiltà che ha abbandonato i suoi costumi è sopravvissuta a meno di avere adottato costumi migliori e più appropriati.
1955 68:4.7 The survival of a society depends chiefly on the progressive evolution of its mores. The process of custom evolution grows out of the desire for experimentation; new ideas are put forward—competition ensues. A progressing civilization embraces the progressive idea and endures; time and circumstance finally select the fitter group for survival. But this does not mean that each separate and isolated change in the composition of human society has been for the better. No! indeed no! for there have been many, many retrogressions in the long forward struggle of Urantia civilization.
2006 68:4.7 La sopravvivenza di una società dipende principalmente dall’evoluzione progressiva dei suoi costumi. Il processo di evoluzione dei costumi scaturisce dal desiderio di sperimentare; nuove idee vengono portate avanti — ne consegue la competizione. Una civiltà in progresso abbraccia le idee avanzate e perdura; il tempo e le circostanze scelgono alla fine il gruppo più adatto a sopravvivere. Ma ciò non significa che ogni cambiamento separato e distinto nella composizione della società umana sia stato per il meglio. No! Certamente no! Perché ci sono stati moltissimi regressi nella lunga lotta di avanzamento della civiltà di Urantia.
5. LAND TECHNIQUES—MAINTENANCE ARTS
5. LE TECNICHE PER IL SUOLO — LE ARTI DI SOSTENTAMENTO
1955 68:5.1 Land is the stage of society; men are the actors. And man must ever adjust his performances to conform to the land situation. The evolution of the mores is always dependent on the land-man ratio. This is true notwithstanding the difficulty of its discernment. Man’s land technique, or maintenance arts, plus his standards of living, equal the sum total of the folkways, the mores. And the sum of man’s adjustment to the life demands equals his cultural civilization.
2006 68:5.1 La terra è il palcoscenico della società; gli uomini sono gli attori. L’uomo deve sempre adattare il proprio ruolo per conformarsi alla situazione della terra. L’evoluzione dei costumi dipende sempre dal rapporto terra-uomo. Ciò è vero nonostante sia difficile capirlo. La tecnica dell’uomo per trattare il suolo, o arti di sostentamento, aggiunta al suo livello di vita, forma la somma totale delle usanze popolari, dei costumi. E l’insieme degli adattamenti umani alle esigenze della vita corrisponde alla sua civiltà culturale.
1955 68:5.2 The earliest human cultures arose along the rivers of the Eastern Hemisphere, and there were four great steps in the forward march of civilization. They were:
2006 68:5.2 Le prime culture umane apparvero lungo i fiumi dell’emisfero orientale, e vi furono quattro grandi tappe nell’avanzamento della civiltà. Esse furono:
1955 68:5.3 1. The collection stage. Food coercion, hunger, led to the first form of industrial organization, the primitive food-gathering lines. Sometimes such a line of hunger march would be ten miles long as it passed over the land gleaning food. This was the primitive nomadic stage of culture and is the mode of life now followed by the African Bushmen.
2006 68:5.3 1. Lo stadio della raccolta. La costrizione del cibo, la fame, portò alla prima forma di organizzazione industriale, alle catene primitive di raccolta del cibo. Una tale linea di marcia della fame si estendeva talvolta per quindici chilometri mentre percorreva il terreno raccogliendo cibo. Questo fu lo stadio primitivo di cultura nomade ed è il modo di vivere attuale dei Boscimani dell’Africa.
1955 68:5.4 2. The hunting stage. The invention of weapon tools enabled man to become a hunter and thus to gain considerable freedom from food slavery. A thoughtful Andonite who had severely bruised his fist in a serious combat rediscovered the idea of using a long stick for his arm and a piece of hard flint, bound on the end with sinews, for his fist. Many tribes made independent discoveries of this sort, and these various forms of hammers represented one of the great forward steps in human civilization. Today some Australian natives have progressed little beyond this stage.
2006 68:5.4 2. Lo stadio della caccia. L’invenzione di attrezzi-arma permise all’uomo di divenire un cacciatore e di acquisire così una considerevole libertà dalla schiavitù del cibo. Un Andonita accorto che si era seriamente contuso il pugno in un violento combattimento riscoprì l’idea di utilizzare come braccio un lungo bastone ed un pezzo di selce dura, fissato all’estremità con dei tendini, come pugno. Numerose tribù fecero per proprio conto scoperte di tal genere e queste varie forme di mazza rappresentarono uno dei grandi passi avanti della civiltà umana. Oggi certi indigeni australiani sono progrediti poco oltre questo stadio.
1955 68:5.5 The blue men became expert hunters and trappers; by fencing the rivers they caught fish in great numbers, drying the surplus for winter use. Many forms of ingenious snares and traps were employed in catching game, but the more primitive races did not hunt the larger animals.
2006 68:5.5 Gli uomini blu divennero esperti cacciatori e cercatori di pelli; sbarrando i fiumi essi prendevano grandi quantità di pesce, di cui essiccavano il soprappiù per l’inverno. Molte forme d’ingegnose trappole e tagliole furono impiegate per catturare selvaggina, ma le razze più primitive non cacciavano gli animali più grossi.
1955 68:5.6 3. The pastoral stage. This phase of civilization was made possible by the domestication of animals. The Arabs and the natives of Africa are among the more recent pastoral peoples.
2006 68:5.6 3. Lo stadio pastorale. Questa fase della civiltà fu resa possibile dall’addomesticamento degli animali. Gli Arabi e gli indigeni dell’Africa sono tra i popoli pastorali più recenti.
1955 68:5.7 Pastoral living afforded further relief from food slavery; man learned to live on the interest of his capital, the increase in his flocks; and this provided more leisure for culture and progress.
2006 68:5.7 La vita pastorale consentì l’ulteriore liberazione dalla schiavitù del cibo; l’uomo imparò a vivere sull’interesse del suo capitale, con i prodotti del suo bestiame; e ciò fornì più tempo libero per la cultura ed il progresso.
1955 68:5.8 Prepastoral society was one of sex co-operation, but the spread of animal husbandry reduced women to the depths of social slavery. In earlier times it was man’s duty to secure the animal food, woman’s business to provide the vegetable edibles. Therefore, when man entered the pastoral era of his existence, woman’s dignity fell greatly. She must still toil to produce the vegetable necessities of life, whereas the man need only go to his herds to provide an abundance of animal food. Man thus became relatively independent of woman; throughout the entire pastoral age woman’s status steadily declined. By the close of this era she had become scarcely more than a human animal, consigned to work and to bear human offspring, much as the animals of the herd were expected to labor and bring forth young. The men of the pastoral ages had great love for their cattle; all the more pity they could not have developed a deeper affection for their wives.
2006 68:5.8 La società prepastorale era una società di cooperazione tra i due sessi, ma lo sviluppo dell’allevamento di animali ricondusse le donne nel più profondo della schiavitù sociale. Nelle epoche primitive era compito dell’uomo assicurare il cibo animale; la donna doveva procurare i commestibili vegetali. Perciò, quando l’uomo entrò nell’era pastorale della sua esistenza, la dignità della donna si abbassò considerevolmente. Essa doveva ancora faticare per procurare gli alimenti vegetali necessari per vivere, mentre all’uomo bastava ricorrere alle sue mandrie per fornire cibo animale in abbondanza. L’uomo divenne così relativamente indipendente dalla donna; per tutta l’era pastorale la condizione della donna declinò in continuazione. Verso la fine di quest’era essa era divenuta poco più di una animale umano, ridotta a lavorare e a generare la discendenza dell’uomo, alla stregua degli animali delle mandrie dai quali ci si aspettava che lavorassero e generassero i loro piccoli. Gli uomini dell’era pastorale nutrivano un grande amore per il loro bestiame; ed è ancor più deplorevole che non abbiano saputo sviluppare un affetto più profondo per le loro mogli.
1955 68:5.9 4. The agricultural stage. This era was brought about by the domestication of plants, and it represents the highest type of material civilization. Both Caligastia and Adam endeavored to teach horticulture and agriculture. Adam and Eve were gardeners, not shepherds, and gardening was an advanced culture in those days. The growing of plants exerts an ennobling influence on all races of mankind.
2006 68:5.9 4. Lo stadio agricolo. Quest’era fu determinata dalla coltura delle piante e rappresenta il tipo più elevato di civiltà materiale. Sia Caligastia che Adamo si sforzarono d’insegnare l’orticoltura e l’agricoltura. Adamo ed Eva furono dei giardinieri, non dei pastori, ed il giardinaggio era una forma di coltura avanzata in quei tempi. La coltura delle piante esercita un’influenza nobilitante su tutte le razze dell’umanità.
1955 68:5.10 Agriculture more than quadrupled the land-man ratio of the world. It may be combined with the pastoral pursuits of the former cultural stage. When the three stages overlap, men hunt and women till the soil.
2006 68:5.10 L’agricoltura fece più che quadruplicare il rapporto terra-uomo del mondo. Essa può essere combinata con le occupazioni pastorali dello stadio culturale precedente. Quando i tre stadi si accavallano l’uomo caccia e la donna coltiva il terreno.
1955 68:5.11 There has always been friction between the herders and the tillers of the soil. The hunter and herder were militant, warlike; the agriculturist is a more peace-loving type. Association with animals suggests struggle and force; association with plants instills patience, quiet, and peace. Agriculture and industrialism are the activities of peace. But the weakness of both, as world social activities, is that they lack excitement and adventure.
2006 68:5.11 Ci sono sempre state frizioni tra i pastori e i contadini. Il cacciatore ed il pastore sono combattivi, bellicosi; l’agricoltore è un tipo più amante della pace. L’associazione con gli animali suggerisce lotta e forza; l’associazione con le piante infonde pazienza, quiete e pace. L’agricoltura e l’industria sono le attività della pace. Ma la debolezza di entrambe come attività sociali mondiali è la loro mancanza di esaltazione e di avventura.
1955 68:5.12 Human society has evolved from the hunting stage through that of the herders to the territorial stage of agriculture. And each stage of this progressive civilization was accompanied by less and less of nomadism; more and more man began to live at home.
2006 68:5.12 La società umana si è evoluta partendo dallo stadio della caccia, passando per quello dell’allevamento, per raggiungere lo stadio territoriale dell’agricoltura. Ogni stadio di questa civiltà in progresso fu accompagnato da una costante diminuzione del nomadismo; l’uomo cominciò a vivere sempre più in famiglia.
1955 68:5.13 And now is industry supplementing agriculture, with consequently increased urbanization and multiplication of nonagricultural groups of citizenship classes. But an industrial era cannot hope to survive if its leaders fail to recognize that even the highest social developments must ever rest upon a sound agricultural basis.
2006 68:5.13 Ora l’industria si aggiunge all’agricoltura, con conseguente incremento dell’urbanizzazione ed una moltiplicazione dei gruppi non agricoli tra le classi di cittadini. Ma un’era industriale non può sperare di sopravvivere se i suoi dirigenti non si rendono conto che gli sviluppi sociali, anche i più elevati, devono sempre poggiare su una solida base agricola.
6. EVOLUTION OF CULTURE
6. L’EVOLUZIONE DELLA CULTURA
1955 68:6.1 Man is a creature of the soil, a child of nature; no matter how earnestly he may try to escape from the land, in the last reckoning he is certain to fail. “Dust you are and to dust shall you return” is literally true of all mankind. The basic struggle of man was, and is, and ever shall be, for land. The first social associations of primitive human beings were for the purpose of winning these land struggles. The land-man ratio underlies all social civilization.
2006 68:6.1 L’uomo è una creatura del suolo, un figlio della natura; per quanto possa tentare con assiduità di sfuggire alla terra, alla fine è certo di fallire. “Tu sei polvere e alla polvere ritornerai” è letteralmente vero per tutta l’umanità[4]. La lotta fondamentale dell’uomo è stata, è e sarà sempre per la terra. Le prime associazioni sociali di esseri umani primitivi avevano lo scopo di vincere queste battaglie per la terra. Il rapporto terra-uomo è alla base di ogni civiltà sociale.
1955 68:6.2 Man’s intelligence, by means of the arts and sciences, increased the land yield; at the same time the natural increase in offspring was somewhat brought under control, and thus was provided the sustenance and leisure to build a cultural civilization.
2006 68:6.2 L’intelligenza dell’uomo accrebbe il rendimento della terra grazie alle arti e alle scienze; allo stesso tempo l’aumento naturale della sua discendenza fu posto un po’ sotto controllo, ed in tal modo si assicurarono il sostentamento e le comodità per costruire una civiltà culturale.
1955 68:6.3 Human society is controlled by a law which decrees that the population must vary directly in accordance with the land arts and inversely with a given standard of living. Throughout these early ages, even more than at present, the law of supply and demand as concerned men and land determined the estimated value of both. During the times of plentiful land—unoccupied territory—the need for men was great, and therefore the value of human life was much enhanced; hence the loss of life was more horrifying. During periods of land scarcity and associated overpopulation, human life became comparatively cheapened so that war, famine, and pestilence were regarded with less concern.
2006 68:6.3 La società umana è regolata da una legge che decreta che la popolazione deve variare in proporzione diretta alle arti del suolo ed inversa ad un dato standard di vita. Per tutte queste ere primitive, ancor più che al presente, la legge della domanda e dell’offerta concernente gli uomini e la terra determinò il valore di stima di entrambi. Durante i periodi di abbondanza di terre — di territori non occupati — il bisogno di uomini era grande e perciò il valore della vita umana era molto elevato; la perdita della vita era pertanto più terribile. Durante i periodi di scarsità di terre e di corrispondente sovrappopolazione la vita umana divenne comparativamente meno apprezzata, cosicché la guerra, la carestia e la pestilenza erano considerate con minore preoccupazione.
1955 68:6.4 When the land yield is reduced or the population is increased, the inevitable struggle is renewed; the very worst traits of human nature are brought to the surface. The improvement of the land yield, the extension of the mechanical arts, and the reduction of population all tend to foster the development of the better side of human nature.
2006 68:6.4 Quando il rendimento della terra diminuisce o la popolazione aumenta, si rinnova l’inevitabile lotta; vengono portati in superficie i tratti peggiori della natura umana. La crescita del rendimento della terra, l’estensione delle arti meccaniche e la riduzione della popolazione tendono tutte a favorire lo sviluppo della parte migliore della natura umana.
1955 68:6.5 Frontier society develops the unskilled side of humanity; the fine arts and true scientific progress, together with spiritual culture, have all thrived best in the larger centers of life when supported by an agricultural and industrial population slightly under the land-man ratio. Cities always multiply the power of their inhabitants for either good or evil.
2006 68:6.5 Una società marginale sviluppa la parte non qualificata dell’umanità; le belle arti ed il vero progresso scientifico, così come la cultura spirituale, sono tutti prosperati meglio nei grandi centri di vita quando sono sostenuti da una popolazione agricola e industriale leggermente inferiore al rapporto terra-uomo. Le città moltiplicano sempre il potere dei loro abitanti sia nel bene che nel male.
1955 68:6.6 The size of the family has always been influenced by the standards of living. The higher the standard the smaller the family, up to the point of established status or gradual extinction.
2006 68:6.6 La dimensione della famiglia è sempre stata influenzata dagli standard di vita. Più alto è il livello più piccola è la famiglia, fino al punto in cui essa si stabilizza o si estingue gradualmente.
1955 68:6.7 All down through the ages the standards of living have determined the quality of a surviving population in contrast with mere quantity. Local class standards of living give origin to new social castes, new mores. When standards of living become too complicated or too highly luxurious, they speedily become suicidal. Caste is the direct result of the high social pressure of keen competition produced by dense populations.
2006 68:6.7 Lungo tutte le ere i livelli di vita hanno determinato la qualità di una popolazione sopravvivente in contrasto con la sua sola quantità. I livelli di vita di una classe locale danno origine a nuove caste sociali, a nuovi costumi. Quando i livelli di vita diventano troppo complicati o comportano un lusso eccessivo, divengono rapidamente suicide. La casta è il risultato diretto della forte pressione sociale di una concorrenza acuta dovuta alla densità della popolazione.
1955 68:6.8 The early races often resorted to practices designed to restrict population; all primitive tribes killed deformed and sickly children. Girl babies were frequently killed before the times of wife purchase. Children were sometimes strangled at birth, but the favorite method was exposure. The father of twins usually insisted that one be killed since multiple births were believed to be caused either by magic or by infidelity. As a rule, however, twins of the same sex were spared. While these taboos on twins were once well-nigh universal, they were never a part of the Andonite mores; these peoples always regarded twins as omens of good luck.
2006 68:6.8 Le razze primitive fecero spesso ricorso a pratiche intese a limitare la popolazione; tutte le tribù primitive uccidevano i figli deformati o malaticci. Prima dell’epoca dell’acquisto delle mogli le bambine venivano spesso uccise. I figli erano talvolta strangolati alla nascita, ma il metodo preferito era di abbandonarli alle intemperie. Il padre di gemelli insisteva di solito perché uno fosse ucciso in quanto si credeva che le nascite multiple fossero dovute alla magia o all’infedeltà. Di regola, tuttavia, i gemelli dello stesso sesso venivano risparmiati. Anche se questi tabù sui gemelli erano un tempo quasi universali, non fecero mai parte dei costumi degli Andoniti; questi popoli consideravano sempre i gemelli come un felice presagio.
1955 68:6.9 Many races learned the technique of abortion, and this practice became very common after the establishment of the taboo on childbirth among the unmarried. It was long the custom for a maiden to kill her offspring, but among more civilized groups these illegitimate children became the wards of the girl’s mother. Many primitive clans were virtually exterminated by the practice of both abortion and infanticide. But regardless of the dictates of the mores, very few children were ever destroyed after having once been suckled—maternal affection is too strong.
2006 68:6.9 Molte razze impararono la tecnica dell’aborto e questa pratica divenne molto comune dopo l’istituzione del tabù sui parti tra non sposati. Fu a lungo costume per una nubile uccidere i suoi figli, ma nei gruppi più civilizzati questi figli illegittimi divennero i pupilli della loro nonna materna. Molti clan primitivi furono praticamente sterminati dalle pratiche dell’aborto e dell’infanticidio. Ma nonostante i dettami dei costumi, pochissimi figli venivano uccisi una volta che avevano succhiato al seno — l’amore materno è troppo forte.
1955 68:6.10 Even in the twentieth century there persist remnants of these primitive population controls. There is a tribe in Australia whose mothers refuse to rear more than two or three children. Not long since, one cannibalistic tribe ate every fifth child born. In Madagascar some tribes still destroy all children born on certain unlucky days, resulting in the death of about twenty-five per cent of all babies.
2006 68:6.10 Nel ventesimo secolo persistono ancora i residui di queste pratiche primitive di controllo delle nascite. C’è una tribù in Australia le cui madri rifiutano di allevare più di due o tre figli. Non molto tempo fa i membri di una tribù cannibale mangiavano ogni quinto figlio nato. In Madagascar alcune tribù uccidono ancora tutti i bambini nati in certi giorni nefasti, cosa che provoca la morte di circa il venticinque per cento dei neonati.
1955 68:6.11 From a world standpoint, overpopulation has never been a serious problem in the past, but if war is lessened and science increasingly controls human diseases, it may become a serious problem in the near future. At such a time the great test of the wisdom of world leadership will present itself. Will Urantia rulers have the insight and courage to foster the multiplication of the average or stabilized human being instead of the extremes of the supernormal and the enormously increasing groups of the subnormal? The normal man should be fostered; he is the backbone of civilization and the source of the mutant geniuses of the race. The subnormal man should be kept under society’s control; no more should be produced than are required to administer the lower levels of industry, those tasks requiring intelligence above the animal level but making such low-grade demands as to prove veritable slavery and bondage for the higher types of mankind.
2006 68:6.11 Dal punto di vista mondiale la sovrappopolazione non è mai stata un serio problema in passato, ma se le guerre diminuiscono e la scienza controlla sempre più le malattie umane, essa può diventare un serio problema in un prossimo futuro. In tale momento si presenterà la grande prova di saggezza della leadership mondiale. I dirigenti di Urantia avranno l’acume ed il coraggio di favorire la moltiplicazione di esseri umani medi o stabili, anziché degli estremi dei super-normali e dei gruppi di subnormali in vertiginoso aumento? L’uomo normale dovrebbe essere incoraggiato; egli è la spina dorsale della civiltà e la fonte dei geni mutanti della razza. L’uomo subnormale dovrebbe essere posto sotto il controllo della società; non dovrebbero esserne generati più di quanti ne necessitano per lavorare ai livelli inferiori dell’industria, in quegli incarichi che richiedono un’intelligenza superiore al livello animale, ma che esigono attività di grado talmente basso da diventare una vera schiavitù ed un asservimento per i tipi superiori dell’umanità.
1955 68:6.12 [Presented by a Melchizedek sometime stationed on Urantia.]
2006 68:6.12 [Presentato da un Melchizedek un tempo stazionato su Urantia.]
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