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Traduzioni: © 2006 Urantia Foundation
Fascicolo 88. Feticci, amuleti e magia |
Indice
Versione singola |
Fascicolo 90. Lo Sciamanesimo — stregoni e sacerdoti |
SIN, SACRIFICE, AND ATONEMENT
PECCATO, SACRIFICIO ED ESPIAZIONE
1955 89:0.1 PRIMITIVE man regarded himself as being in debt to the spirits, as standing in need of redemption. As the savages looked at it, in justice the spirits might have visited much more bad luck upon them. As time passed, this concept developed into the doctrine of sin and salvation. The soul was looked upon as coming into the world under forfeit—original sin. The soul must be ransomed; a scapegoat must be provided. The head-hunter, in addition to practicing the cult of skull worship, was able to provide a substitute for his own life, a scapeman.
2006 89:0.1 L’UOMO primitivo si considerava in debito verso gli spiriti, come avente bisogno di redenzione. Secondo il punto di vista dei selvaggi, gli spiriti avrebbero potuto punirli, per giustizia, con molta più malasorte. Con il passare del tempo questo concetto si trasformò nella dottrina del peccato e della salvezza. Si riteneva che l’anima venisse al mondo con una penalità — il peccato originale. L’anima doveva essere redenta; si doveva fornire un capro espiatorio. Il cacciatore di teste, oltre a praticare il culto dell’adorazione del cranio, poteva fornire un sostituto per la sua stessa vita, un uomo che fungesse da capro espiatorio.
1955 89:0.2 The savage was early possessed with the notion that spirits derive supreme satisfaction from the sight of human misery, suffering, and humiliation. At first, man was only concerned with sins of commission, but later he became exercised over sins of omission. And the whole subsequent sacrificial system grew up around these two ideas. This new ritual had to do with the observance of the propitiation ceremonies of sacrifice. Primitive man believed that something special must be done to win the favor of the gods; only advanced civilization recognizes a consistently even-tempered and benevolent God. Propitiation was insurance against immediate ill luck rather than investment in future bliss. And the rituals of avoidance, exorcism, coercion, and propitiation all merge into one another.
2006 89:0.2 Il selvaggio fu ben presto ossessionato dalla nozione che gli spiriti provassero una soddisfazione suprema alla vista della miseria, della sofferenza e dell’umiliazione umane. All’inizio l’uomo si occupò solo dei peccati di commissione, ma in seguito si preoccupò dei peccati di omissione. E tutto il sistema successivo dei sacrifici si sviluppò attorno a queste due idee[1]. Questo nuovo rituale riguardava l’osservanza delle cerimonie di propiziazione dei sacrifici. L’uomo primitivo credeva che si dovesse fare qualcosa di speciale per conquistare il favore degli dei; solo una civiltà evoluta riconosce un Dio costantemente sereno e benevolo. La propiziazione era un’assicurazione contro la cattiva sorte immediata piuttosto che un investimento per una felicità futura. I riti di evitazione, di esorcismo, di coercizione e di propiziazione si fondono tutti gli uni negli altri.
1. THE TABOO
1. IL TABÙ
1955 89:1.1 Observance of a taboo was man’s effort to dodge ill luck, to keep from offending the spirit ghosts by the avoidance of something. The taboos were at first nonreligious, but they early acquired ghost or spirit sanction, and when thus reinforced, they became lawmakers and institution builders. The taboo is the source of ceremonial standards and the ancestor of primitive self-control. It was the earliest form of societal regulation and for a long time the only one; it is still a basic unit of the social regulative structure.
2006 89:1.1 L’osservanza di un tabù era lo sforzo dell’uomo di schivare la cattiva sorte, di non offendere gli spiriti fantasma astenendosi da qualcosa. All’inizio i tabù non erano religiosi, ma acquisirono presto l’approvazione dei fantasmi e degli spiriti, e quando furono rafforzati in tal modo, divennero dei legislatori e dei costruttori d’istituzioni[2]. Il tabù è la fonte delle norme cerimoniali e l’antenato dell’autocontrollo primitivo. Esso fu la primissima forma di regolamentazione sociale e per lungo tempo la sola; ed è ancora un fattore fondamentale della struttura sociale regolatrice.
1955 89:1.2 The respect which these prohibitions commanded in the mind of the savage exactly equaled his fear of the powers who were supposed to enforce them. Taboos first arose because of chance experience with ill luck; later they were proposed by chiefs and shamans—fetish men who were thought to be directed by a spirit ghost, even by a god. The fear of spirit retribution is so great in the mind of a primitive that he sometimes dies of fright when he has violated a taboo, and this dramatic episode enormously strengthens the hold of the taboo on the minds of the survivors.
2006 89:1.2 Il rispetto che queste proibizioni ispiravano alla mente del selvaggio eguagliava esattamente la sua paura dei poteri che si riteneva imponessero tali proibizioni[3]. I tabù sorsero inizialmente a causa dell’esperienza casuale con la cattiva sorte; in seguito furono proposti dai capi e dagli sciamani — uomini feticcio che si riteneva fossero guidati da uno spirito fantasma, o addirittura da un dio. La paura della punizione degli spiriti è così grande nella mente di un primitivo che talvolta muore di spavento quando ha violato un tabù, e questo episodio drammatico rafforza enormemente la presa del tabù sulla mente dei sopravviventi.
1955 89:1.3 Among the earliest prohibitions were restrictions on the appropriation of women and other property. As religion began to play a larger part in the evolution of the taboo, the article resting under ban was regarded as unclean, subsequently as unholy. The records of the Hebrews are full of the mention of things clean and unclean, holy and unholy, but their beliefs along these lines were far less cumbersome and extensive than were those of many other peoples.
2006 89:1.3 Tra le primissime proibizioni c’erano le restrizioni sull’appropriazione delle donne e di altri beni. A mano a mano che la religione cominciò a svolgere un ruolo più ampio nell’evoluzione del tabù, l’articolo messo al bando fu considerato impuro, successivamente empio. Gli annali degli Ebrei sono pieni di menzioni concernenti cose pure ed impure, sante ed empie, ma le loro credenze in tal senso erano molto meno ingombranti ed estese di quelle di molti altri popoli.
1955 89:1.4 The seven commandments of Dalamatia and Eden, as well as the ten injunctions of the Hebrews, were definite taboos, all expressed in the same negative form as were the most ancient prohibitions. But these newer codes were truly emancipating in that they took the place of thousands of pre-existent taboos. And more than this, these later commandments definitely promised something in return for obedience.
2006 89:1.4 I sette comandamenti di Dalamatia e di Eden, così come le dieci leggi degli Ebrei, erano dei tabù definiti, tutti espressi nella stessa forma negativa delle più antiche proibizioni[4]. Ma questi ultimi codici erano veramente emancipatori per il fatto che prendevano il posto di migliaia di tabù preesistenti. Inoltre questi comandamenti più tardivi promettevano in modo preciso qualcosa come ricompensa per l’obbedienza.
1955 89:1.5 The early food taboos originated in fetishism and totemism. The swine was sacred to the Phoenicians, the cow to the Hindus. The Egyptian taboo on pork has been perpetuated by the Hebraic and Islamic faiths. A variant of the food taboo was the belief that a pregnant woman could think so much about a certain food that the child, when born, would be the echo of that food. Such viands would be taboo to the child.
2006 89:1.5 I tabù primitivi sul cibo ebbero origine dal feticismo e dal totemismo. Il maiale era sacro per i Fenici, la vacca per gli Indù[5]. Il tabù egiziano sulla carne di porco è stato perpetuato dalle fedi ebraica ed islamica. Una variante del tabù sul cibo era la credenza che una donna incinta potesse pensare talmente ad un certo alimento che il bambino, alla nascita, sarebbe stato il riflesso di questo alimento. Tali cibi sarebbero stati tabù per il bambino.
1955 89:1.6 Methods of eating soon became taboo, and so originated ancient and modern table etiquette. Caste systems and social levels are vestigial remnants of olden prohibitions. The taboos were highly effective in organizing society, but they were terribly burdensome; the negative-ban system not only maintained useful and constructive regulations but also obsolete, outworn, and useless taboos.
2006 89:1.6 I modi di mangiare divennero presto dei tabù, e così ebbe origine l’etichetta per la tavola antica e moderna. I sistemi di casta ed i livelli sociali sono vestigia residue di antiche proibizioni. I tabù furono molto efficaci per organizzare la società, ma erano terribilmente opprimenti; il sistema di proibizione negativa conteneva non solo regole utili e costruttive ma anche tabù obsoleti, triti ed inutili.
1955 89:1.7 There would, however, be no civilized society to sit in criticism upon primitive man except for these far-flung and multifarious taboos, and the taboo would never have endured but for the upholding sanctions of primitive religion. Many of the essential factors in man’s evolution have been highly expensive, have cost vast treasure in effort, sacrifice, and self-denial, but these achievements of self-control were the real rungs on which man climbed civilization’s ascending ladder.
2006 89:1.7 Nessuna società civilizzata, tuttavia, può permettersi di criticare l’uomo primitivo, eccetto che per questi svariati e diffusi tabù, ed il tabù non sarebbe mai persistito se non fosse stato appoggiato dall’approvazione della religione primitiva. Molti dei fattori essenziali dell’evoluzione dell’uomo sono stati estremamente onerosi, sono costati immensi tesori di sforzi, di sacrifici e di rinunce; ma questi successi nell’autocontrollo sono stati i gradini stessi sui quali l’uomo ha salito la scala ascendente della civiltà.
2. THE CONCEPT OF SIN
2. IL CONCETTO DI PECCATO
1955 89:2.1 The fear of chance and the dread of bad luck literally drove man into the invention of primitive religion as supposed insurance against these calamities. From magic and ghosts, religion evolved through spirits and fetishes to taboos. Every primitive tribe had its tree of forbidden fruit, literally the apple but figuratively consisting of a thousand branches hanging heavy with all sorts of taboos. And the forbidden tree always said, “Thou shalt not.”
2006 89:2.1 La paura del caso ed il timore della cattiva sorte spinsero letteralmente l’uomo all’invenzione della religione primitiva come supposta assicurazione contro queste calamità. Dalla magia e dai fantasmi la religione si evolvé, attraverso gli spiriti ed i feticci, fino ai tabù[6]. Ogni tribù primitiva aveva il suo albero dal frutto proibito, letteralmente il melo, ma figurativamente consistente in un migliaio di rami pendenti carichi di ogni sorta di tabù[7]. E l’albero proibito diceva sempre: “Tu non farai.”
1955 89:2.2 As the savage mind evolved to that point where it envisaged both good and bad spirits, and when the taboo received the solemn sanction of evolving religion, the stage was all set for the appearance of the new conception of sin. The idea of sin was universally established in the world before revealed religion ever made its entry. It was only by the concept of sin that natural death became logical to the primitive mind. Sin was the transgression of taboo, and death was the penalty of sin.
2006 89:2.2 Quando la mente del selvaggio si evolvé fino al punto d’immaginare buoni e cattivi spiriti, e quando il tabù ricevette l’approvazione solenne della religione in evoluzione, la scena fu pronta per l’apparizione del nuovo concetto di peccato. L’idea di peccato era universalmente stabilita nel mondo prima che la religione rivelata facesse il suo ingresso. Fu solo attraverso il concetto di peccato che la morte naturale divenne logica per la mente primitiva[8]. Il peccato era la trasgressione del tabù e la morte era la punizione del peccato.
1955 89:2.3 Sin was ritual, not rational; an act, not a thought. And this entire concept of sin was fostered by the lingering traditions of Dilmun and the days of a little paradise on earth. The tradition of Adam and the Garden of Eden also lent substance to the dream of a onetime “golden age” of the dawn of the races. And all this confirmed the ideas later expressed in the belief that man had his origin in a special creation, that he started his career in perfection, and that transgression of the taboos—sin—brought him down to his later sorry plight.
2006 89:2.3 Il peccato era rituale, non razionale; era un atto, non un pensiero. E l’intero concetto di peccato era sostenuto dalle vaghe tradizioni di Dilmun e dei tempi di un piccolo paradiso sulla terra. La tradizione di Adamo e del Giardino di Eden conferiva anch’essa sostanza al sogno di un’antica “età d’oro” agli albori delle razze. Tutto ciò confermava le idee espresse più tardi nella credenza che l’uomo avesse avuto la sua origine in una creazione speciale, che avesse iniziato la sua carriera nella perfezione e che la trasgressione dei tabù — il peccato — l’avesse abbassato al suo triste destino successivo[9][10].
1955 89:2.4 The habitual violation of a taboo became a vice; primitive law made vice a crime; religion made it a sin. Among the early tribes the violation of a taboo was a combined crime and sin. Community calamity was always regarded as punishment for tribal sin. To those who believed that prosperity and righteousness went together, the apparent prosperity of the wicked occasioned so much worry that it was necessary to invent hells for the punishment of taboo violators; the numbers of these places of future punishment have varied from one to five.
2006 89:2.4 La violazione abituale di un tabù divenne un vizio; la legge primitiva fece del vizio un crimine; la religione ne fece un peccato. Presso le tribù primitive la violazione di un tabù era insieme un crimine ed un peccato. Una calamità che colpiva la comunità era sempre considerata come punizione di un peccato della tribù[11]. Per coloro che credevano che la prosperità andasse di pari passo con la rettitudine, l’apparente prosperità del malvagio causò tale preoccupazione che fu necessario inventare degli inferni per punire i violatori dei tabù; il numero di questi luoghi di punizione futura è variato da uno a cinque.
1955 89:2.5 The idea of confession and forgiveness early appeared in primitive religion. Men would ask forgiveness at a public meeting for sins they intended to commit the following week. Confession was merely a rite of remission, also a public notification of defilement, a ritual of crying “unclean, unclean!” Then followed all the ritualistic schemes of purification. All ancient peoples practiced these meaningless ceremonies. Many apparently hygienic customs of the early tribes were largely ceremonial.
2006 89:2.5 L’idea di confessione e di perdono apparve presto nella religione primitiva. Gli uomini chiedevano perdono in una riunione pubblica per i peccati che intendevano commettere la settimana seguente. La confessione era semplicemente un rito di remissione ed anche una denuncia pubblica di contaminazione, un rituale per gridare “impuro, impuro!” Seguivano poi tutte le forme rituali di purificazione. Tutti i popoli antichi praticarono queste cerimonie prive di senso[12]. Molte usanze apparentemente igieniche delle tribù primitive erano prevalentemente cerimoniali.
3. RENUNCIATION AND HUMILIATION
3. RINUNCIA ED UMILIAZIONE
1955 89:3.1 Renunciation came as the next step in religious evolution; fasting was a common practice. Soon it became the custom to forgo many forms of physical pleasure, especially of a sexual nature. The ritual of the fast was deeply rooted in many ancient religions and has been handed down to practically all modern theologic systems of thought.
2006 89:3.1 La rinuncia fu la tappa successiva dell’evoluzione religiosa; il digiuno fu una pratica comune[13]. Ben presto divenne usanza rinunciare a molte forme di piacere fisico, specialmente di natura sessuale. Il rituale del digiuno era profondamente radicato in molte religioni antiche ed è stato trasmesso praticamente a tutti i sistemi teologici moderni di pensiero.
1955 89:3.2 Just about the time barbarian man was recovering from the wasteful practice of burning and burying property with the dead, just as the economic structure of the races was beginning to take shape, this new religious doctrine of renunciation appeared, and tens of thousands of earnest souls began to court poverty. Property was regarded as a spiritual handicap. These notions of the spiritual dangers of material possession were widespreadly entertained in the times of Philo and Paul, and they have markedly influenced European philosophy ever since.
2006 89:3.2 Giusto nel momento in cui i barbari cominciavano ad abbandonare la pratica dispendiosa di bruciare e di seppellire i beni con i morti, proprio quando la struttura economica delle razze cominciava a prendere forma, apparve questa nuova dottrina religiosa della rinuncia, e decine di migliaia di anime sincere si misero a praticare la povertà. I beni furono considerati un ostacolo spirituale. Queste nozioni dei pericoli spirituali connessi con il possesso di beni materiali erano molto diffuse all’epoca di Filone e di Paolo, e da allora hanno sempre notevolmente influenzato la filosofia europea[14].
1955 89:3.3 Poverty was just a part of the ritual of the mortification of the flesh which, unfortunately, became incorporated into the writings and teachings of many religions, notably Christianity. Penance is the negative form of this ofttimes foolish ritual of renunciation. But all this taught the savage self-control, and that was a worth-while advancement in social evolution. Self-denial and self-control were two of the greatest social gains from early evolutionary religion. Self-control gave man a new philosophy of life; it taught him the art of augmenting life’s fraction by lowering the denominator of personal demands instead of always attempting to increase the numerator of selfish gratification.
2006 89:3.3 La povertà era semplicemente una parte del rituale di mortificazione della carne che, sfortunatamente, fu incorporato negli scritti e negli insegnamenti di molte religioni, in particolare del Cristianesimo. La penitenza è la forma negativa di questo rituale tante volte insensato della rinuncia[15]. Ma tutto ciò insegnò al selvaggio l’autocontrollo e fu un valido progresso nell’evoluzione sociale. La negazione di sé e l’autocontrollo furono due delle più grandi conquiste sociali della religione evoluzionaria primitiva. L’autocontrollo portò l’uomo ad una nuova filosofia di vita; gli insegnò l’arte di accrescere la sua frazione di vita diminuendo il denominatore delle esigenze personali invece di tentare sempre di aumentare il numeratore della gratificazione egoista.
1955 89:3.4 These olden ideas of self-discipline embraced flogging and all sorts of physical torture. The priests of the mother cult were especially active in teaching the virtue of physical suffering, setting the example by submitting themselves to castration. The Hebrews, Hindus, and Buddhists were earnest devotees of this doctrine of physical humiliation.
2006 89:3.4 Queste antiche idee di autodisciplina comprendevano la flagellazione ed ogni sorta di tortura fisica. I sacerdoti del culto della madre erano particolarmente attivi nell’insegnare la virtù della sofferenza fisica, dando l’esempio col sottoporsi alla castrazione. Gli Ebrei, gli Indù e i Buddisti erano ardenti seguaci di questa dottrina di umiliazione fisica.
1955 89:3.5 All through the olden times men sought in these ways for extra credits on the self-denial ledgers of their gods. It was once customary, when under some emotional stress, to make vows of self-denial and self-torture. In time these vows assumed the form of contracts with the gods and, in that sense, represented true evolutionary progress in that the gods were supposed to do something definite in return for this self-torture and mortification of the flesh. Vows were both negative and positive. Pledges of this harmful and extreme nature are best observed today among certain groups in India.
2006 89:3.5 Durante tutta l’antichità gli uomini cercarono con questi metodi d’inscrivere crediti addizionali sui registri di autonegazione dei loro dei. Un tempo fu usanza, quando si era sotto certe tensioni emotive, di fare voto di autonegazione e di autotortura. Con il tempo questi voti assunsero la forma di contratti con gli dei, ed in tal senso rappresentarono un vero progresso evoluzionario per il fatto che gli dei furono ritenuti fare qualcosa di preciso come ricompensa di questa autotortura e di questa mortificazione della carne. I voti erano sia negativi che positivi. Promesse di questo genere dannoso ed estremo si osservano meglio oggi tra certi gruppi dell’India.
1955 89:3.6 It was only natural that the cult of renunciation and humiliation should have paid attention to sexual gratification. The continence cult originated as a ritual among soldiers prior to engaging in battle; in later days it became the practice of “saints.” This cult tolerated marriage only as an evil lesser than fornication. Many of the world’s great religions have been adversely influenced by this ancient cult, but none more markedly than Christianity. The Apostle Paul was a devotee of this cult, and his personal views are reflected in the teachings which he fastened onto Christian theology: “It is good for a man not to touch a woman.” “I would that all men were even as I myself.” “I say, therefore, to the unmarried and widows, it is good for them to abide even as I.” Paul well knew that such teachings were not a part of Jesus’ gospel, and his acknowledgment of this is illustrated by his statement, “I speak this by permission and not by commandment.” But this cult led Paul to look down upon women. And the pity of it all is that his personal opinions have long influenced the teachings of a great world religion. If the advice of the tentmaker-teacher were to be literally and universally obeyed, then would the human race come to a sudden and inglorious end. Furthermore, the involvement of a religion with the ancient continence cult leads directly to a war against marriage and the home, society’s veritable foundation and the basic institution of human progress. And it is not to be wondered at that all such beliefs fostered the formation of celibate priesthoods in the many religions of various peoples.
2006 89:3.6 Fu naturale che il culto della rinuncia e dell’umiliazione avesse rivolto l’attenzione alla soddisfazione sessuale. Il culto della continenza ebbe origine come rituale tra i soldati prima d’iniziare una battaglia; in tempi successivi divenne la pratica dei “santi”. Questo culto tollerava il matrimonio solo come male minore rispetto alla fornicazione[16]. Molte delle grandi religioni del mondo sono state sfavorevolmente influenzate da questo antico culto, ma nessuna più marcatamente del Cristianesimo. L’apostolo Paolo fu un devoto di questo culto, ed i suoi punti di vista personali sono riflessi negli insegnamenti che fissò nella teologia cristiana: “È bene per un uomo non toccare una donna[17].” “Vorrei che tutti gli uomini fossero come me[18].” “Io dico dunque ai celibi e alle vedove, è bene per loro mantenersi come me[19].” Paolo sapeva bene che questi insegnamenti non facevano parte del vangelo di Gesù, ed il suo riconoscimento di ciò è illustrato dalla sua affermazione: “Dico questo per licenza e non per comandamento[20].” Ma questo culto portò Paolo a disprezzare le donne. Il fatto spiacevole di tutto ciò è che le sue opinioni personali hanno influenzato a lungo gli insegnamenti di una grande religione del mondo. Se il consiglio del maestro costruttore di tende fosse stato seguito alla lettera ed universalmente, allora la razza umana sarebbe pervenuta ad una fine immediata ed ingloriosa. Inoltre, il coinvolgimento di una religione nell’antico culto della continenza portò direttamente ad una guerra contro il matrimonio e la famiglia, vere basi della società ed istituzioni fondamentali del progresso umano. E non c’è da stupirsi del fatto che queste credenze abbiano favorito la formazione di sacerdozi praticanti il celibato nelle numerose religioni dei vari popoli.
1955 89:3.7 Someday man should learn how to enjoy liberty without license, nourishment without gluttony, and pleasure without debauchery. Self-control is a better human policy of behavior regulation than is extreme self-denial. Nor did Jesus ever teach these unreasonable views to his followers.
2006 89:3.7 Un giorno l’uomo dovrà apprendere come godere della libertà senza licenza, del nutrirsi senza ingordigia e del piacere senza depravazione. L’autocontrollo è una politica umana migliore per regolare la propria condotta rispetto all’estrema negazione di sé. Gesù non ha mai insegnato questi punti di vista irragionevoli ai suoi discepoli.
4. ORIGINS OF SACRIFICE
4. LE ORIGINI DEL SACRIFICIO
1955 89:4.1 Sacrifice as a part of religious devotions, like many other worshipful rituals, did not have a simple and single origin. The tendency to bow down before power and to prostrate oneself in worshipful adoration in the presence of mystery is foreshadowed in the fawning of the dog before its master. It is but one step from the impulse of worship to the act of sacrifice. Primitive man gauged the value of his sacrifice by the pain which he suffered. When the idea of sacrifice first attached itself to religious ceremonial, no offering was contemplated which was not productive of pain. The first sacrifices were such acts as plucking hair, cutting the flesh, mutilations, knocking out teeth, and cutting off fingers. As civilization advanced, these crude concepts of sacrifice were elevated to the level of the rituals of self-abnegation, asceticism, fasting, deprivation, and the later Christian doctrine of sanctification through sorrow, suffering, and the mortification of the flesh.
2006 89:4.1 Il sacrificio come parte delle devozioni religiose, similmente a molti altri rituali di adorazione, non ebbe un’origine semplice ed unica. La tendenza ad inchinarsi davanti al potere ed a prostrarsi in adorazione in presenza di un mistero è prefigurata dall’accucciarsi del cane davanti al suo padrone. Non c’è che un passo tra l’impulso dell’adorazione e l’atto del sacrificio. L’uomo primitivo misurava il valore del suo sacrificio dal dolore di cui soffriva. Quando l’idea del sacrificio si accompagnò per la prima volta al cerimoniale religioso, non fu prevista alcuna offerta che non producesse sofferenza. I primi sacrifici furono degli atti quali strapparsi i capelli, incidere la carne, mutilarsi, rompersi i denti e tagliarsi le dita. Con il progredire della civiltà questi rozzi concetti del sacrificio furono elevati al livello dei rituali di autoabnegazione, di ascetismo, di digiuno, di privazione e più tardi della dottrina cristiana di santificazione attraverso afflizioni, sofferenze e la mortificazione della carne.
1955 89:4.2 Early in the evolution of religion there existed two conceptions of the sacrifice: the idea of the gift sacrifice, which connoted the attitude of thanksgiving, and the debt sacrifice, which embraced the idea of redemption. Later there developed the notion of substitution.
2006 89:4.2 Nell’evoluzione della religione si formarono ben presto due concetti del sacrificio: l’idea di sacrificare delle offerte, che implicava l’atteggiamento di rendere grazie, ed il sacrificio come debito, che inglobava l’idea di redenzione. Più tardi si sviluppò la nozione di sostituzione.
1955 89:4.3 Man still later conceived that his sacrifice of whatever nature might function as a message bearer to the gods; it might be as a sweet savor in the nostrils of deity. This brought incense and other aesthetic features of sacrificial rituals which developed into sacrificial feasting, in time becoming increasingly elaborate and ornate.
2006 89:4.3 Più tardi ancora l’uomo concepì che il suo sacrificio, di qualunque natura fosse, poteva servire come portatore di messaggi agli dei; poteva essere come un aroma gradevole nelle narici della deità[21]. Ciò portò all’uso dell’incenso e di altre forme estetiche nei rituali del sacrificio, che si trasformarono in feste sacrificali, divenendo col tempo sempre più elaborati e adorni.
1955 89:4.4 As religion evolved, the sacrificial rites of conciliation and propitiation replaced the older methods of avoidance, placation, and exorcism.
2006 89:4.4 A mano a mano che la religione si evolvé, i riti sacrificali di conciliazione e di propiziazione rimpiazzarono gli antichi metodi di elusione, di placamento e di esorcismo.
1955 89:4.5 The earliest idea of the sacrifice was that of a neutrality assessment levied by ancestral spirits; only later did the idea of atonement develop. As man got away from the notion of the evolutionary origin of the race, as the traditions of the days of the Planetary Prince and the sojourn of Adam filtered down through time, the concept of sin and of original sin became widespread, so that sacrifice for accidental and personal sin evolved into the doctrine of sacrifice for the atonement of racial sin. The atonement of the sacrifice was a blanket insurance device which covered even the resentment and jealousy of an unknown god.
2006 89:4.5 L’idea iniziale del sacrificio era quella di un’imposta di neutralità percepita dagli spiriti ancestrali; solo più tardi si sviluppò l’idea di espiazione. Via via che l’uomo si allontanò dalla nozione dell’origine evoluzionaria della razza, e che le tradizioni dei tempi del Principe Planetario e del soggiorno di Adamo furono filtrate dal tempo, si diffuse il concetto di peccato e di peccato originale, cosicché il sacrificio per un peccato accidentale e personale si evolvé nella dottrina del sacrificio per l’espiazione del peccato razziale. L’espiazione del sacrificio era un meccanismo di assicurazione globale che copriva anche il risentimento e la gelosia di un dio sconosciuto.
1955 89:4.6 Surrounded by so many sensitive spirits and grasping gods, primitive man was face to face with such a host of creditor deities that it required all the priests, ritual, and sacrifices throughout an entire lifetime to get him out of spiritual debt. The doctrine of original sin, or racial guilt, started every person out in serious debt to the spirit powers.
2006 89:4.6 Circondato da così tanti spiriti suscettibili e da dei avidi, l’uomo primitivo doveva fronteggiare una tale schiera di deità creditrici che ci volevano tutti i sacerdoti, i rituali ed i sacrifici di un’intera vita per trarlo fuori dai suoi debiti spirituali. La dottrina del peccato originale, o colpa razziale, dotava inizialmente ogni persona di un grosso debito verso i poteri spirituali.
1955 89:4.7 Gifts and bribes are given to men; but when tendered to the gods, they are described as being dedicated, made sacred, or are called sacrifices. Renunciation was the negative form of propitiation; sacrifice became the positive form. The act of propitiation included praise, glorification, flattery, and even entertainment. And it is the remnants of these positive practices of the olden propitiation cult that constitute the modern forms of divine worship. Present-day forms of worship are simply the ritualization of these ancient sacrificial techniques of positive propitiation.
2006 89:4.7 Agli uomini vengono dati doni e regalie; ma quando sono offerti agli dei sono descritti come consacrati, resi sacri, o sono chiamati sacrifici. La rinuncia era la forma negativa della propiziazione; il sacrificio divenne la forma positiva. L’atto di propiziazione includeva la lode, la glorificazione, l’adulazione ed anche il divertimento. Sono i residui di queste pratiche positive dell’antico culto di propiziazione che costituiscono le forme moderne di adorazione divina. Le forme odierne di adorazione sono semplicemente la ritualizzazione di queste antiche tecniche sacrificali di propiziazione positiva.
1955 89:4.8 Animal sacrifice meant much more to primitive man than it could ever mean to modern races. These barbarians regarded the animals as their actual and near kin. As time passed, man became shrewd in his sacrificing, ceasing to offer up his work animals. At first he sacrificed the best of everything, including his domesticated animals.
2006 89:4.8 Il sacrificio di animali significava per l’uomo primitivo molto di più di quanto potrebbe mai significare per le razze moderne. Questi barbari consideravano gli animali come loro effettivi parenti prossimi. Con il passare del tempo l’uomo divenne accorto nei suoi sacrifici, cessando di offrire i suoi animali da lavoro. All’inizio egli sacrificava il meglio di ogni cosa, inclusi i suoi animali domestici[22].
1955 89:4.9 It was no empty boast that a certain Egyptian ruler made when he stated that he had sacrificed: 113,433 slaves, 493,386 head of cattle, 88 boats, 2,756 golden images, 331,702 jars of honey and oil, 228,380 jars of wine, 680,714 geese, 6,744,428 loaves of bread, and 5,740,352 sacks of corn. And in order to do this he must needs have sorely taxed his toiling subjects.
2006 89:4.9 Non era una sciocca vanteria quella di un certo sovrano egiziano quando affermò di aver sacrificato: 113.433 schiavi, 493.386 capi di bestiame, 88 battelli, 2.756 statuette d’oro, 331.702 giare di miele e d’olio, 228.380 giare di vino, 680.714 oche, 6.744.428 pani e 5.740.352 sacchi di monete. E per fare questo aveva dovuto tassare pesantemente i suoi provati sudditi.
1955 89:4.10 Sheer necessity eventually drove these semisavages to eat the material part of their sacrifices, the gods having enjoyed the soul thereof. And this custom found justification under the pretense of the ancient sacred meal, a communion service according to modern usage.
5. SACRIFICES AND CANNIBALISM
5. SACRIFICI E CANNIBALISMO
1955 89:5.1 Modern ideas of early cannibalism are entirely wrong; it was a part of the mores of early society. While cannibalism is traditionally horrible to modern civilization, it was a part of the social and religious structure of primitive society. Group interests dictated the practice of cannibalism. It grew up through the urge of necessity and persisted because of the slavery of superstition and ignorance. It was a social, economic, religious, and military custom.
2006 89:5.1 Le idee moderne sul cannibalismo primitivo sono del tutto sbagliate; esso faceva parte dei costumi della società primitiva. Mentre il cannibalismo è tradizionalmente orribile per la civiltà moderna, era un elemento della struttura sociale e religiosa della società primitiva. Gli interessi collettivi imposero la pratica del cannibalismo. Esso si sviluppò sotto la spinta della necessità e persisté a causa della schiavitù della superstizione e dell’ignoranza. Era un’usanza sociale, economica, religiosa e militare.
1955 89:5.2 Early man was a cannibal; he enjoyed human flesh, and therefore he offered it as a food gift to the spirits and his primitive gods. Since ghost spirits were merely modified men, and since food was man’s greatest need, then food must likewise be a spirit’s greatest need.
2006 89:5.2 L’uomo primitivo era cannibale; gradiva molto la carne umana e perciò la offriva come dono alimentare agli spiriti ed ai suoi dei primitivi. Poiché gli spiriti fantasma erano semplicemente degli uomini modificati, e poiché il cibo era il bisogno principale degli uomini, allora il cibo doveva essere similmente il bisogno più grande di uno spirito.
1955 89:5.3 Cannibalism was once well-nigh universal among the evolving races. The Sangiks were all cannibalistic, but originally the Andonites were not, nor were the Nodites and Adamites; neither were the Andites until after they had become grossly admixed with the evolutionary races.
2006 89:5.3 Il cannibalismo fu un tempo quasi universale tra le razze in evoluzione. I Sangik erano tutti cannibali, ma in origine gli Andoniti non lo erano, e nemmeno i Noditi e gli Adamiti; né lo furono gli Anditi fino a quando non si furono notevolmente mescolati con le razze evoluzionarie.
1955 89:5.4 The taste for human flesh grows. Having been started through hunger, friendship, revenge, or religious ritual, the eating of human flesh goes on to habitual cannibalism. Man-eating has arisen through food scarcity, though this has seldom been the underlying reason. The Eskimos and early Andonites, however, seldom were cannibalistic except in times of famine. The red men, especially in Central America, were cannibals. It was once a general practice for primitive mothers to kill and eat their own children in order to renew the strength lost in childbearing, and in Queensland the first child is still frequently thus killed and devoured. In recent times cannibalism has been deliberately resorted to by many African tribes as a war measure, a sort of frightfulness with which to terrorize their neighbors.
2006 89:5.4 Il gusto per la carne umana cresce. Preso avvio attraverso la fame, l’amicizia, la vendetta o il rituale religioso, l’assunzione di carne umana prosegue fino al cannibalismo abituale. Il mangiare carne umana prese origine dalla scarsità di cibo, benché questa fosse stata raramente la ragione soggiacente. Gli Eschimesi e i primi Anditi, tuttavia, furono raramente cannibali, salvo che in tempi di carestia. Gli uomini rossi, specialmente nell’America Centrale, erano cannibali. Una volta era pratica generale per le madri primitive uccidere e mangiare i loro stessi figli per recuperare le forze perse durante il parto, e nel Queensland il primo figlio è ancora spesso ucciso in tal modo e divorato. In tempi recenti molte tribù africane hanno fatto deliberatamente ricorso al cannibalismo come misura di guerra, una sorta di atrocità con cui terrorizzare i loro vicini.
1955 89:5.5 Some cannibalism resulted from the degeneration of once superior stocks, but it was mostly prevalent among the evolutionary races. Man-eating came on at a time when men experienced intense and bitter emotions regarding their enemies. Eating human flesh became part of a solemn ceremony of revenge; it was believed that an enemy’s ghost could, in this way, be destroyed or fused with that of the eater. It was once a widespread belief that wizards attained their powers by eating human flesh.
2006 89:5.5 Un certo cannibalismo risultò dalla degenerazione di stirpi un tempo superiori, ma fu perlopiù prevalente tra le razze evoluzionarie. Il cibarsi di carne umana ebbe inizio in un’epoca in cui gli uomini provavano emozioni intense ed aspre nei confronti dei loro nemici. Mangiare carne umana divenne parte di una cerimonia solenne di vendetta; si credeva che il fantasma di un nemico potesse in questo modo essere distrutto o incorporato in quello del mangiatore. Un tempo fu credenza molto diffusa che gli stregoni ottenessero i loro poteri mangiando carne umana.
1955 89:5.6 Certain groups of man-eaters would consume only members of their own tribes, a pseudospiritual inbreeding which was supposed to accentuate tribal solidarity. But they also ate enemies for revenge with the idea of appropriating their strength. It was considered an honor to the soul of a friend or fellow tribesman if his body were eaten, while it was no more than just punishment to an enemy thus to devour him. The savage mind made no pretensions to being consistent.
2006 89:5.6 Certi gruppi di mangiatori di uomini volevano consumare soltanto membri della loro tribù, una consanguineità pseudospirituale che era ritenuta accentuare la solidarietà tribale. Ma essi mangiavano anche dei nemici per vendetta, con l’idea di appropriarsi della loro forza. Era considerato un onore per l’anima di un amico o di un compagno di tribù se il suo corpo veniva mangiato, mentre non era niente più che una giusta punizione per un nemico divorarlo in tal modo. La mente dei selvaggi non aveva alcuna pretesa di essere coerente.
1955 89:5.7 Among some tribes aged parents would seek to be eaten by their children; among others it was customary to refrain from eating near relations; their bodies were sold or exchanged for those of strangers. There was considerable commerce in women and children who had been fattened for slaughter. When disease or war failed to control population, the surplus was unceremoniously eaten.
2006 89:5.7 Presso certe tribù i genitori anziani cercavano di essere mangiati dai loro figli; presso altre era consuetudine astenersi dal mangiare i parenti prossimi, i cui corpi erano venduti o scambiati con quelli di stranieri. C’era un commercio considerevole di donne e di bambini che erano stati ingrassati per essere macellati. Quando le malattie o la guerra non riuscivano a limitare la popolazione, l’eccedenza veniva mangiata senza tante cerimonie.
1955 89:5.8 Cannibalism has been gradually disappearing because of the following influences:
2006 89:5.8 Il cannibalismo è andato gradualmente scomparendo a causa delle seguenti influenze:
1955 89:5.9 1. It sometimes became a communal ceremony, the assumption of collective responsibility for inflicting the death penalty upon a fellow tribesman. The blood guilt ceases to be a crime when participated in by all, by society. The last of cannibalism in Asia was this eating of executed criminals.
2006 89:5.9 1. Esso divenne talvolta una cerimonia comunitaria, l’assunzione di una responsabilità collettiva per infliggere la pena di morte ad un membro della tribù. Macchiarsi del sangue altrui cessa di essere un crimine quando vi partecipano tutti, la società. L’ultima pratica di cannibalismo in Asia fu di mangiare i criminali giustiziati.
1955 89:5.10 2. It very early became a religious ritual, but the growth of ghost fear did not always operate to reduce man-eating.
2006 89:5.10 2. Esso divenne molto presto un rito religioso, ma la crescita della paura dei fantasmi non contribuì sempre a ridurre l’assunzione di carne umana.
1955 89:5.11 3. Eventually it progressed to the point where only certain parts or organs of the body were eaten, those parts supposed to contain the soul or portions of the spirit. Blood drinking became common, and it was customary to mix the “edible” parts of the body with medicines.
2006 89:5.11 3. Alla fine esso progredì al punto che venivano mangiate solo certe parti od organi del corpo, quelle parti che si supponeva contenessero l’anima o porzioni dello spirito. Bere sangue divenne cosa comune, ed era usanza mescolare le parti “commestibili” del corpo con medicamenti.
1955 89:5.12 4. It became limited to men; women were forbidden to eat human flesh.
2006 89:5.12 4. Esso venne limitato agli uomini; si proibì alle donne di mangiare carne umana.
1955 89:5.13 5. It was next limited to the chiefs, priests, and shamans.
2006 89:5.13 5. Esso fu successivamente limitato ai capi, ai sacerdoti e agli sciamani.
1955 89:5.14 6. Then it became taboo among the higher tribes. The taboo on man-eating originated in Dalamatia and slowly spread over the world. The Nodites encouraged cremation as a means of combating cannibalism since it was once a common practice to dig up buried bodies and eat them.
2006 89:5.14 6. Esso divenne in seguito tabù tra le tribù superiori. Il tabù sul cannibalismo ebbe origine a Dalamatia e si diffuse lentamente nel mondo. I Noditi incoraggiarono la cremazione come mezzo per combattere il cannibalismo, poiché un tempo era pratica corrente dissotterrare i corpi sepolti e mangiarli.
1955 89:5.15 7. Human sacrifice sounded the death knell of cannibalism. Human flesh having become the food of superior men, the chiefs, it was eventually reserved for the still more superior spirits; and thus the offering of human sacrifices effectively put a stop to cannibalism, except among the lowest tribes. When human sacrifice was fully established, man-eating became taboo; human flesh was food only for the gods; man could eat only a small ceremonial bit, a sacrament.
2006 89:5.15 7. Il sacrificio umano suonò gli ultimi rintocchi per il cannibalismo. La carne umana essendo divenuta il cibo di uomini superiori, dei capi, fu alla fine riservata agli spiriti ancora superiori; e così le offerte di sacrifici umani posero efficacemente fine al cannibalismo, salvo che tra le tribù più arretrate. Quando la pratica dei sacrifici umani fu pienamente stabilita, il cannibalismo divenne tabù; la carne umana era cibo solo per gli dei; l’uomo poteva mangiare soltanto un piccolo boccone cerimoniale, un sacramento.
1955 89:5.16 Finally animal substitutes came into general use for sacrificial purposes, and even among the more backward tribes dog-eating greatly reduced man-eating. The dog was the first domesticated animal and was held in high esteem both as such and as food.
2006 89:5.16 Alla fine la sostituzione con animali divenne di uso generale per gli scopi sacrificali, ed anche tra le tribù più arretrate il mangiare cani ridusse grandemente il cannibalismo. Il cane era il principale animale domestico ed era tenuto in alta considerazione sia come tale che come cibo.
6. EVOLUTION OF HUMAN SACRIFICE
6. L’EVOLUZIONE DEI SACRIFICI UMANI
1955 89:6.1 Human sacrifice was an indirect result of cannibalism as well as its cure. Providing spirit escorts to the spirit world also led to the lessening of man-eating as it was never the custom to eat these death sacrifices. No race has been entirely free from the practice of human sacrifice in some form and at some time, even though the Andonites, Nodites, and Adamites were the least addicted to cannibalism.
2006 89:6.1 I sacrifici umani furono un risultato indiretto del cannibalismo come pure la sua cura. Fornire delle scorte spirituali per il mondo degli spiriti portò anch’esso alla diminuzione della pratica di mangiare carne umana in quanto non fu mai usanza mangiare questi sacrifici morti. Nessuna razza è stata completamente esente dalla pratica dei sacrifici umani sotto una qualche forma ed in una qualche epoca, anche se gli Andoniti, i Noditi e gli Adamiti furono i meno dediti al cannibalismo.
1955 89:6.2 Human sacrifice has been virtually universal; it persisted in the religious customs of the Chinese, Hindus, Egyptians, Hebrews, Mesopotamians, Greeks, Romans, and many other peoples, even on to recent times among the backward African and Australian tribes. The later American Indians had a civilization emerging from cannibalism and, therefore, steeped in human sacrifice, especially in Central and South America. The Chaldeans were among the first to abandon the sacrificing of humans for ordinary occasions, substituting therefor animals. About two thousand years ago a tenderhearted Japanese emperor introduced clay images to take the place of human sacrifices, but it was less than a thousand years ago that these sacrifices died out in northern Europe. Among certain backward tribes, human sacrifice is still carried on by volunteers, a sort of religious or ritual suicide. A shaman once ordered the sacrifice of a much respected old man of a certain tribe. The people revolted; they refused to obey. Whereupon the old man had his own son dispatch him; the ancients really believed in this custom.
2006 89:6.2 Il sacrificio umano è stato praticamente universale; esso persisté nelle usanze religiose dei Cinesi, degli Indù, degli Egiziani, degli Ebrei, dei Mesopotamici, dei Greci, dei Romani e di molti altri popoli, anche fino a tempi recenti tra le tribù arretrate dell’Africa e dell’Australia[24]. Gli Indiani d’America più tardivi avevano una civiltà emergente dal cannibalismo e perciò impregnata di sacrifici umani, specialmente nell’America Centrale e nell’America del Sud. I Caldei furono i primi ad abbandonare i sacrifici umani nelle occasioni ordinarie, sostituendovi degli animali. Circa duemila anni fa un imperatore giapponese dal cuore tenero introdusse delle statuette d’argilla per rimpiazzare i sacrifici umani, ma fu meno di un migliaio di anni fa che questi sacrifici si estinsero nell’Europa settentrionale. Tra certe tribù arretrate il sacrificio umano è ancora praticato da volontari, una sorta di suicidio religioso o rituale. Uno sciamano ordinò una volta il sacrificio di un uomo anziano molto rispettato di una certa tribù. La popolazione si rivoltò, si rifiutò di obbedire. Ed allora l’uomo anziano si fece uccidere dal proprio figlio; gli antichi credevano realmente in questa usanza.
1955 89:6.3 There is no more tragic and pathetic experience on record, illustrative of the heart-tearing contentions between ancient and time-honored religious customs and the contrary demands of advancing civilization, than the Hebrew narrative of Jephthah and his only daughter. As was common custom, this well-meaning man had made a foolish vow, had bargained with the “god of battles,” agreeing to pay a certain price for victory over his enemies. And this price was to make a sacrifice of that which first came out of his house to meet him when he returned to his home. Jephthah thought that one of his trusty slaves would thus be on hand to greet him, but it turned out that his daughter and only child came out to welcome him home. And so, even at that late date and among a supposedly civilized people, this beautiful maiden, after two months to mourn her fate, was actually offered as a human sacrifice by her father, and with the approval of his fellow tribesmen. And all this was done in the face of Moses’ stringent rulings against the offering of human sacrifice. But men and women are addicted to making foolish and needless vows, and the men of old held all such pledges to be highly sacred.
2006 89:6.3 Non c’è più tragica e patetica esperienza registrata, illustrativa dei laceranti contrasti tra le antiche usanze religiose onorate nel tempo e le esigenze opposte della civiltà in progresso, del racconto ebreo di Jefte e della sua unica figlia[25]. Secondo l’usanza corrente quest’uomo bene intenzionato aveva fatto un voto sciocco, aveva fatto un contratto con il “dio delle battaglie” accettando di pagare un certo prezzo per la vittoria sui suoi nemici[26]. E questo prezzo consisteva nel sacrificare chi fosse uscito per primo dalla sua casa per andargli incontro quando fosse ritornato. Jefte pensava che uno dei suoi fedeli schiavi sarebbe stato pronto a venirgli incontro in tal modo, ma capitò che sua figlia, la sua unica figlia, uscì per dargli il bentornato a casa. E così, anche in quella data più tarda e tra un popolo ritenuto civilizzato, questa bella giovane, dopo due mesi di pianto per la sua sorte, fu effettivamente offerta come sacrificio umano da suo padre e con l’approvazione dei membri della sua tribù. E tutto questo fu fatto a dispetto delle rigorose ordinanze di Mosè contro le offerte di sacrifici umani. Ma gli uomini e le donne sono invogliati a fare dei voti sciocchi ed inutili, e gli uomini dell’antichità consideravano questi impegni altamente sacri.
1955 89:6.4 In olden times, when a new building of any importance was started, it was customary to slay a human being as a “foundation sacrifice.” This provided a ghost spirit to watch over and protect the structure. When the Chinese made ready to cast a bell, custom decreed the sacrifice of at least one maiden for the purpose of improving the tone of the bell; the girl chosen was thrown alive into the molten metal.
2006 89:6.4 Nei tempi antichi, quando s’iniziava una nuova costruzione di qualche importanza, era consuetudine uccidere un essere umano come “sacrificio per le fondamenta”[27]. Ciò forniva uno spirito fantasma per vegliare e proteggere l’edificio. Quando i Cinesi si apprestavano a fondere una campana, l’usanza esigeva il sacrificio di almeno una giovane allo scopo di migliorare il timbro della campana; la giovane scelta veniva gettata viva nel metallo fuso.
1955 89:6.5 It was long the practice of many groups to build slaves alive into important walls. In later times the northern European tribes substituted the walling in of the shadow of a passerby for this custom of entombing living persons in the walls of new buildings. The Chinese buried in a wall those workmen who died while constructing it.
2006 89:6.5 Fu a lungo pratica di molti gruppi murare degli schiavi vivi dentro muri importanti. In tempi successivi le tribù del nord dell’Europa sostituirono il murare l’ombra di un passante a questa usanza di seppellire persone vive nelle pareti delle nuove costruzioni. I Cinesi seppellivano in un muro gli operai che erano morti mentre lo costruivano.
1955 89:6.6 A petty king in Palestine, in building the walls of Jericho, “laid the foundation thereof in Abiram, his first-born, and set up the gates thereof in his youngest son, Segub.” At that late date, not only did this father put two of his sons alive in the foundation holes of the city’s gates, but his action is also recorded as being “according to the word of the Lord.” Moses had forbidden these foundation sacrifices, but the Israelites reverted to them soon after his death. The twentieth-century ceremony of depositing trinkets and keepsakes in the cornerstone of a new building is reminiscent of the primitive foundation sacrifices.
2006 89:6.6 Un piccolo re di Palestina, nel costruire le mura di Gerico, “ne posò le fondamenta su Abiram, suo primogenito, e ne eresse le porte su suo figlio più giovane, Segub”[28]. In quella data tardiva, non solo questo padre mise due dei suoi figli vivi negli scavi di fondazione delle porte della città, ma il suo atto è anche trascritto come compiuto “in conformità alla parola del Signore”[29]. Mosè aveva proibito questi sacrifici per le fondamenta, ma gli Israeliti vi ritornarono ben presto dopo la sua morte. La cerimonia del ventesimo secolo di depositare dei ninnoli e dei ricordi nella prima pietra di una nuova costruzione è una reminiscenza dei sacrifici primitivi per le fondamenta.
1955 89:6.7 It was long the custom of many peoples to dedicate the first fruits to the spirits. And these observances, now more or less symbolic, are all survivals of the early ceremonies involving human sacrifice. The idea of offering the first-born as a sacrifice was widespread among the ancients, especially among the Phoenicians, who were the last to give it up. It used to be said upon sacrificing, “life for life.” Now you say at death, “dust to dust.”
2006 89:6.7 Fu a lungo usanza di molti popoli dedicare i primi frutti agli spiriti. E queste osservanze, ora più o meno simboliche, sono tutte sopravvivenze delle cerimonie primitive implicanti dei sacrifici umani. L’idea di offrire il primogenito come sacrificio era assai diffusa tra gli antichi, specialmente tra i Fenici, i quali furono gli ultimi ad abbandonarla. All’atto del sacrificio si usava dire “una vita per la vita”[30]. Ora al momento della morte voi dite “polvere alla polvere”[31].
1955 89:6.8 The spectacle of Abraham constrained to sacrifice his son Isaac, while shocking to civilized susceptibilities, was not a new or strange idea to the men of those days. It was long a prevalent practice for fathers, at times of great emotional stress, to sacrifice their first-born sons. Many peoples have a tradition analogous to this story, for there once existed a world-wide and profound belief that it was necessary to offer a human sacrifice when anything extraordinary or unusual happened.
2006 89:6.8 Lo spettacolo di Abramo costretto a sacrificare suo figlio Isacco, benché sconvolgente per le suscettibilità civilizzate, non era un’idea nuova o strana per le persone di quell’epoca[32]. Fu a lungo una pratica molto diffusa per i padri, nei momenti di grande tensione emotiva, sacrificare i loro primogeniti. Molti popoli hanno una tradizione analoga a questa storia, perché ci fu un tempo una credenza universale e profonda che fosse necessario offrire un sacrificio umano quando accadeva qualcosa di straordinario o d’insolito.
7. MODIFICATIONS OF HUMAN SACRIFICE
7. LE MODIFICAZIONI DEL SACRIFICIO UMANO
1955 89:7.1 Moses attempted to end human sacrifices by inaugurating the ransom as a substitute. He established a systematic schedule which enabled his people to escape the worst results of their rash and foolish vows. Lands, properties, and children could be redeemed according to the established fees, which were payable to the priests. Those groups which ceased to sacrifice their first-born soon possessed great advantages over less advanced neighbors who continued these atrocious acts. Many such backward tribes were not only greatly weakened by this loss of sons, but even the succession of leadership was often broken.
2006 89:7.1 Mosè tentò di porre fine ai sacrifici umani introducendo il riscatto come sostituto[33]. Egli stabilì una tabella sistematica che permetteva al suo popolo di evitare le conseguenze peggiori delle proprie scelte avventate e sciocche[34]. Terre, beni e figli potevano essere riscattati sulla base delle quote stabilite, che si dovevano pagare ai sacerdoti. I gruppi che cessarono di sacrificare i loro primogeniti ebbero ben presto grandi vantaggi sui loro vicini meno evoluti che continuarono questi atti atroci. Molte di queste tribù arretrate non solo s’indebolirono moltissimo per questa perdita di figli, ma la stessa successione del comando fu spesso interrotta[35].
1955 89:7.2 An outgrowth of the passing child sacrifice was the custom of smearing blood on the house doorposts for the protection of the first-born. This was often done in connection with one of the sacred feasts of the year, and this ceremony once obtained over most of the world from Mexico to Egypt.
2006 89:7.2 Una derivazione del passato sacrificio dei figli fu l’usanza d’imbrattare di sangue gli stipiti delle porte della casa per la protezione dei primogeniti[36]. Ciò veniva fatto spesso in occasione di una delle feste sacre dell’anno, e questa cerimonia prevalse un tempo nella maggior parte del mondo, dal Messico all’Egitto.
1955 89:7.3 Even after most groups had ceased the ritual killing of children, it was the custom to put an infant away by itself, off in the wilderness or in a little boat on the water. If the child survived, it was thought that the gods had intervened to preserve him, as in the traditions of Sargon, Moses, Cyrus, and Romulus. Then came the practice of dedicating the first-born sons as sacred or sacrificial, allowing them to grow up and then exiling them in lieu of death; this was the origin of colonization. The Romans adhered to this custom in their scheme of colonization.
2006 89:7.3 Anche dopo che la maggior parte dei gruppi aveva cessato il rituale di uccidere i figli, rimase l’usanza di abbandonare un figlio in mezzo al deserto o in una piccola imbarcazione sull’acqua. Se il figlio sopravviveva si credeva che gli dei fossero intervenuti per proteggerlo, come nelle tradizioni di Sargon, Mosè, Ciro e Romolo[37]. Poi venne la pratica di consacrare i figli primogeniti come sacri o sacrificali, permettendo loro di crescere e poi esiliandoli invece di farli morire; questa fu l’origine della colonizzazione. I Romani aderirono a questa usanza nel loro piano di colonizzazione.
1955 89:7.4 Many of the peculiar associations of sex laxity with primitive worship had their origin in connection with human sacrifice. In olden times, if a woman met head-hunters, she could redeem her life by sexual surrender. Later, a maiden consecrated to the gods as a sacrifice might elect to redeem her life by dedicating her body for life to the sacred sex service of the temple; in this way she could earn her redemption money. The ancients regarded it as highly elevating to have sex relations with a woman thus engaged in ransoming her life. It was a religious ceremony to consort with these sacred maidens, and in addition, this whole ritual afforded an acceptable excuse for commonplace sexual gratification. This was a subtle species of self-deception which both the maidens and their consorts delighted to practice upon themselves. The mores always drag behind in the evolutionary advance of civilization, thus providing sanction for the earlier and more savagelike sex practices of the evolving races.
2006 89:7.4 Molte delle associazioni peculiari tra il lassismo sessuale ed il culto primitivo ebbero origine in connessione con i sacrifici umani. Nei tempi antichi, se una donna incontrava dei cacciatori di teste, poteva riscattare la propria vita con una concessione sessuale. Più tardi una giovane consacrata in sacrificio agli dei poteva scegliere di riscattare la sua vita dedicando per sempre il suo corpo al servizio sessuale sacro del tempio; in questo modo poteva procurarsi il denaro per il suo riscatto. Gli antichi consideravano molto nobilitante avere rapporti sessuali con una donna impegnata in tal modo a riscattare la sua vita. Congiungersi con queste giovani sacre era una cerimonia religiosa, ed inoltre questo rituale forniva un pretesto accettabile per soddisfazioni sessuali ordinarie. Questo era un modo sottile d’ingannare se stessi, e sia le giovani che i loro partner provavano piacere a praticarlo. I costumi sono sempre in ritardo rispetto al progresso evoluzionario della civiltà, sanzionando in tal modo le pratiche sessuali più primitive e più barbare delle razze in evoluzione.
1955 89:7.5 Temple harlotry eventually spread throughout southern Europe and Asia. The money earned by the temple prostitutes was held sacred among all peoples—a high gift to present to the gods. The highest types of women thronged the temple sex marts and devoted their earnings to all kinds of sacred services and works of public good. Many of the better classes of women collected their dowries by temporary sex service in the temples, and most men preferred to have such women for wives.
2006 89:7.5 La prostituzione nei templi si estese alla fine in tutta l’Europa meridionale e nell’Asia. Il denaro guadagnato dalle prostitute nei templi fu considerato sacro da tutti i popoli — un dono di grande valore da offrire agli dei. Le donne del tipo più evoluto affollavano i mercati sessuali del tempio e devolvevano i loro guadagni ad ogni sorta di servizi sacri e di opere d’interesse pubblico. Molte donne delle classi migliori accumulavano la loro dote mediante un servizio sessuale temporaneo nei templi, e la maggior parte degli uomini preferiva avere tali donne per mogli.
8. REDEMPTION AND COVENANTS
8. REDENZIONE E PATTI
1955 89:8.1 Sacrificial redemption and temple prostitution were in reality modifications of human sacrifice. Next came the mock sacrifice of daughters. This ceremony consisted in bloodletting, with dedication to lifelong virginity, and was a moral reaction to the older temple harlotry. In more recent times virgins dedicated themselves to the service of tending the sacred temple fires.
2006 89:8.1 La redenzione sacrificale e la prostituzione nei templi erano in realtà modificazioni del sacrificio umano. Venne poi la simulazione del sacrificio delle figlie. Questa cerimonia consisteva in un salasso, con la consacrazione alla verginità per tutta la vita, e questa fu una reazione morale all’antica prostituzione nel tempio. In tempi più recenti le vergini si consacrarono al servizio di custodire i fuochi sacri dei templi.
1955 89:8.2 Men eventually conceived the idea that the offering of some part of the body could take the place of the older and complete human sacrifice. Physical mutilation was also considered to be an acceptable substitute. Hair, nails, blood, and even fingers and toes were sacrificed. The later and well-nigh universal ancient rite of circumcision was an outgrowth of the cult of partial sacrifice; it was purely sacrificial, no thought of hygiene being attached thereto. Men were circumcised; women had their ears pierced.
2006 89:8.2 Gli uomini concepirono infine l’idea che l’offerta di una parte del corpo poteva sostituire il vecchio sacrificio umano completo. Anche la mutilazione fisica fu considerata un sostituto accettabile. Furono sacrificati capelli, unghie, sangue ed anche dita delle mani e dei piedi. L’antico rito successivo e pressoché universale della circoncisione derivò dal culto del sacrificio parziale; esso era semplicemente un sacrificio; nessuna idea d’igiene gli era collegata[38]. Gli uomini furono circoncisi; alle donne furono forate le orecchie.
1955 89:8.3 Subsequently it became the custom to bind fingers together instead of cutting them off. Shaving the head and cutting the hair were likewise forms of religious devotion. The making of eunuchs was at first a modification of the idea of human sacrifice. Nose and lip piercing is still practiced in Africa, and tattooing is an artistic evolution of the earlier crude scarring of the body.
2006 89:8.3 Successivamente divenne usanza legare delle dita insieme invece di tagliarle. La rasatura della testa ed il taglio dei capelli furono anch’essi forme di devozione religiosa. L’eunuco derivò inizialmente da una modificazione dell’idea del sacrificio umano. La foratura del naso e delle labbra è ancora praticata in Africa, ed il tatuaggio è un’evoluzione artistica della precedenti grossolane incisioni sulla pelle.
1955 89:8.4 The custom of sacrifice eventually became associated, as a result of advancing teachings, with the idea of the covenant. At last, the gods were conceived of as entering into real agreements with man; and this was a major step in the stabilization of religion. Law, a covenant, takes the place of luck, fear, and superstition.
2006 89:8.4 L’usanza del sacrificio fu infine associata, a seguito d’insegnamenti più elevati, all’idea del patto. Infine si concepì che gli dei facessero dei reali accordi con gli uomini; e questa fu una tappa importante nella stabilizzazione della religione. La legge, un patto, prese il posto della fortuna, della paura e della superstizione[39].
1955 89:8.5 Man could never even dream of entering into a contract with Deity until his concept of God had advanced to the level whereon the universe controllers were envisioned as dependable. And man’s early idea of God was so anthropomorphic that he was unable to conceive of a dependable Deity until he himself became relatively dependable, moral, and ethical.
2006 89:8.5 L’uomo non si sarebbe neppure sognato di stipulare un contratto con la Deità prima che il suo concetto di Dio non fosse progredito al livello in cui i controllori dell’universo fossero ritenuti degni di fiducia. L’idea primitiva dell’uomo su Dio era talmente antropomorfica che egli non fu capace di concepire una Deità affidabile prima di essere divenuto lui stesso relativamente affidabile, morale ed etico.
1955 89:8.6 But the idea of making a covenant with the gods did finally arrive. Evolutionary man eventually acquired such moral dignity that he dared to bargain with his gods. And so the business of offering sacrifices gradually developed into the game of man’s philosophic bargaining with God. And all this represented a new device for insuring against bad luck or, rather, an enhanced technique for the more definite purchase of prosperity. Do not entertain the mistaken idea that these early sacrifices were a free gift to the gods, a spontaneous offering of gratitude or thanksgiving; they were not expressions of true worship.
2006 89:8.6 Ma l’idea di fare un patto con gli dei finì per farsi strada. L’uomo evoluzionario acquisì finalmente una tale dignità morale da osare contrattare con i suoi dei. E così l’attività di offrire sacrifici si trasformò gradualmente nel gioco di mercanteggiamento filosofico dell’uomo con Dio. Tutto ciò rappresentava un nuovo espediente per assicurarsi contro la cattiva sorte, o piuttosto una tecnica migliore per l’acquisizione più certa della prosperità. Non nutrite l’idea errata che questi sacrifici primitivi fossero dei doni gratuiti agli dei, un’offerta spontanea di gratitudine o di ringraziamento; essi non erano espressioni di vera adorazione.
1955 89:8.7 Primitive forms of prayer were nothing more nor less than bargaining with the spirits, an argument with the gods. It was a kind of bartering in which pleading and persuasion were substituted for something more tangible and costly. The developing commerce of the races had inculcated the spirit of trade and had developed the shrewdness of barter; and now these traits began to appear in man’s worship methods. And as some men were better traders than others, so some were regarded as better prayers than others. The prayer of a just man was held in high esteem. A just man was one who had paid all accounts to the spirits, had fully discharged every ritual obligation to the gods.
2006 89:8.7 Le forme primitive di preghiera non erano né più né meno che mercanteggiamenti con gli spiriti, una trattativa con gli dei. Erano una specie di baratto nel quale la perorazione e la persuasione erano sostituite a qualcosa di più tangibile e costoso. Lo sviluppo del commercio tra le razze aveva inculcato lo spirito dello scambio ed aveva sviluppato la scaltrezza del baratto; ed ora queste caratteristiche cominciarono ad apparire nei metodi di culto dell’uomo. Come certi uomini erano commercianti migliori di altri, così certi furono considerati pregatori migliori di altri. La preghiera di un uomo giusto era tenuta in alta considerazione[40]. Un uomo giusto era colui che aveva pagato tutti i suoi debiti agli spiriti, che aveva pienamente adempiuto tutti i suoi obblighi rituali verso gli dei.
1955 89:8.8 Early prayer was hardly worship; it was a bargaining petition for health, wealth, and life. And in many respects prayers have not much changed with the passing of the ages. They are still read out of books, recited formally, and written out for emplacement on wheels and for hanging on trees, where the blowing of the winds will save man the trouble of expending his own breath.
2006 89:8.8 La preghiera primitiva non era affatto un’adorazione; era una richiesta mediante mercanteggiamento per la salute, la ricchezza e la vita. E sotto molti aspetti le preghiere non sono molto cambiate con il trascorrere delle ere. Sono ancora lette ad alta voce dai libri, recitate ufficialmente e trascritte per essere poste su ruote e per essere appese agli alberi, dove il soffiare dei venti eviterà agli uomini il fastidio di spendere il loro fiato.
9. SACRIFICES AND SACRAMENTS
9. SACRIFICI E SACRAMENTI
1955 89:9.1 The human sacrifice, throughout the course of the evolution of Urantian rituals, has advanced from the bloody business of man-eating to higher and more symbolic levels. The early rituals of sacrifice bred the later ceremonies of sacrament. In more recent times the priest alone would partake of a bit of the cannibalistic sacrifice or a drop of human blood, and then all would partake of the animal substitute. These early ideas of ransom, redemption, and covenants have evolved into the later-day sacramental services. And all this ceremonial evolution has exerted a mighty socializing influence.
2006 89:9.1 Il sacrificio umano, nel corso dell’evoluzione dei rituali di Urantia, è progredito dai sistemi sanguinari del cannibalismo fino ai livelli superiori e più simbolici. I riti primitivi del sacrificio generarono le cerimonie successive del sacramento. In tempi più recenti solo il sacerdote mangiava un pezzo del sacrificio cannibalesco o beveva un goccio di sangue umano, e poi tutti mangiavano l’animale sostitutivo. Queste idee primitive di riscatto, di redenzione e di alleanza si sono evolute negli attuali servizi sacramentali. E tutta questa evoluzione cerimoniale ha esercitato una potente influenza socializzante.
1955 89:9.2 In connection with the Mother of God cult, in Mexico and elsewhere, a sacrament of cakes and wine was eventually utilized in lieu of the flesh and blood of the older human sacrifices. The Hebrews long practiced this ritual as a part of their Passover ceremonies, and it was from this ceremonial that the later Christian version of the sacrament took its origin.
2006 89:9.2 In connessione con il culto della Madre di Dio, in Messico e altrove fu alla fine utilizzato un sacramento di focacce e di vino al posto della carne e del sangue degli antichi sacrifici umani. Gli Ebrei praticarono a lungo questo rituale come parte delle loro cerimonie pasquali, e fu da questo cerimoniale che trasse la sua origine la successiva versione cristiana del sacramento.
1955 89:9.3 The ancient social brotherhoods were based on the rite of blood drinking; the early Jewish fraternity was a sacrificial blood affair. Paul started out to build a new Christian cult on “the blood of the everlasting covenant.” And while he may have unnecessarily encumbered Christianity with teachings about blood and sacrifice, he did once and for all make an end of the doctrines of redemption through human or animal sacrifices. His theologic compromises indicate that even revelation must submit to the graduated control of evolution. According to Paul, Christ became the last and all-sufficient human sacrifice; the divine Judge is now fully and forever satisfied.
2006 89:9.3 Le antiche confraternite sociali erano basate sul rito di bere del sangue; la fraternità ebrea primitiva era una questione di sangue sacrificale. Paolo diede inizio alla formazione di un nuovo culto cristiano su “il sangue dell’alleanza eterna”[41]. E benché abbia inutilmente ingombrato il Cristianesimo con insegnamenti sul sangue e sul sacrificio, egli riuscì a porre fine una volta per tutte alle dottrine di redenzione per mezzo di sacrifici umani o di animali. I suoi compromessi teologici indicano che anche la rivelazione deve sottomettersi al controllo graduale dell’evoluzione. Secondo Paolo, Cristo divenne l’ultimo sacrificio umano e quello bastevole per tutto; il Giudice divino è ora pienamente e definitivamente soddisfatto[42].
1955 89:9.4 And so, after long ages the cult of the sacrifice has evolved into the cult of the sacrament. Thus are the sacraments of modern religions the legitimate successors of those shocking early ceremonies of human sacrifice and the still earlier cannibalistic rituals. Many still depend upon blood for salvation, but it has at least become figurative, symbolic, and mystic.
2006 89:9.4 E così, dopo lunghe ere, il culto del sacrificio si è evoluto nel culto del sacramento[43]. I sacramenti delle religioni moderne sono dunque i successori legittimi di quelle terribili cerimonie primitive dei sacrifici umani e degli ancora più primitivi rituali del cannibalismo. Molte persone contano ancora sul sangue per la salvezza, ma esso è almeno divenuto figurativo, simbolico e mistico.
10. FORGIVENESS OF SIN
10. IL PERDONO DEI PECCATI
1955 89:10.1 Ancient man only attained consciousness of favor with God through sacrifice. Modern man must develop new techniques of achieving the self-consciousness of salvation. The consciousness of sin persists in the mortal mind, but the thought patterns of salvation therefrom have become outworn and antiquated. The reality of the spiritual need persists, but intellectual progress has destroyed the olden ways of securing peace and consolation for mind and soul.
2006 89:10.1 L’uomo antico giungeva alla coscienza di essere nel favore di Dio solo tramite il sacrificio. L’uomo moderno deve sviluppare nuove tecniche per raggiungere l’autocoscienza della salvezza. La coscienza del peccato persiste nella mente umana, ma i modelli mentali di liberazione dal peccato sono divenuti superati ed antiquati. La realtà del bisogno spirituale persiste, ma il progresso intellettuale ha distrutto gli antichi modi di ottenere la pace e la consolazione per la mente e per l’anima.
1955 89:10.2 Sin must be redefined as deliberate disloyalty to Deity. There are degrees of disloyalty: the partial loyalty of indecision; the divided loyalty of confliction; the dying loyalty of indifference; and the death of loyalty exhibited in devotion to godless ideals.
2006 89:10.2 Il peccato deve essere ridefinito come una ribellione deliberata alla Deità. Ci sono dei gradi d’infedeltà: la fedeltà parziale dell’indecisione; la fedeltà divisa del conflitto; la fedeltà agonizzante dell’indifferenza; e la morte della fedeltà manifestata nella consacrazione ad empi ideali.
1955 89:10.3 The sense or feeling of guilt is the consciousness of the violation of the mores; it is not necessarily sin. There is no real sin in the absence of conscious disloyalty to Deity.
2006 89:10.3 Il senso o sentimento di colpa è la coscienza di aver violato dei costumi; non è necessariamente un peccato. Non c’è alcun peccato reale in assenza dell’infedeltà cosciente alla Deità.
1955 89:10.4 The possibility of the recognition of the sense of guilt is a badge of transcendent distinction for mankind. It does not mark man as mean but rather sets him apart as a creature of potential greatness and ever-ascending glory. Such a sense of unworthiness is the initial stimulus that should lead quickly and surely to those faith conquests which translate the mortal mind to the superb levels of moral nobility, cosmic insight, and spiritual living; thus are all the meanings of human existence changed from the temporal to the eternal, and all values are elevated from the human to the divine.
2006 89:10.4 La possibilità di riconoscere il senso di colpa è un segno di distinzione trascendente per l’umanità. Esso non designa l’uomo come meschino, ma lo propone piuttosto come una creatura di potenziale grandezza e di gloria sempre crescente. Tale sentimento d’indegnità è lo stimolo iniziale che conduce rapidamente e con certezza a quelle conquiste di fede che trasferiscono la mente umana sugli splendidi livelli della nobiltà morale, dell’intuizione cosmica e della vita spirituale. In tal modo tutti i significati dell’esistenza umana sono cambiati dal temporale all’eterno, e tutti i valori sono elevati dall’umano al divino.
1955 89:10.5 The confession of sin is a manful repudiation of disloyalty, but it in no wise mitigates the time-space consequences of such disloyalty. But confession—sincere recognition of the nature of sin—is essential to religious growth and spiritual progress.
2006 89:10.5 La confessione dei peccati è un ripudio risoluto dell’infedeltà, ma non attenua in alcun modo le conseguenze nel tempo-spazio di questa infedeltà. Ma la confessione — il riconoscimento sincero della natura del peccato — è essenziale per la crescita religiosa e per il progresso spirituale.
1955 89:10.6 The forgiveness of sin by Deity is the renewal of loyalty relations following a period of the human consciousness of the lapse of such relations as the consequence of conscious rebellion. The forgiveness does not have to be sought, only received as the consciousness of re-establishment of loyalty relations between the creature and the Creator. And all the loyal sons of God are happy, service-loving, and ever-progressive in the Paradise ascent.
2006 89:10.6 [Presentato da un PIl perdono dei peccati da parte della Deità è il ripristino delle relazioni di fedeltà che segue ad un periodo in cui l’uomo ha coscienza dell’interruzione di tali relazioni come conseguenza di una ribellione cosciente. Il perdono non deve essere cercato, ma solo ricevuto come coscienza del ristabilimento delle relazioni di fedeltà tra la creatura ed il Creatore. E tutti i figli leali di Dio sono felici, amanti del servizio ed in costante progressione nell’ascensione al Paradiso.
1955 89:10.7 [Presented by a Brilliant Evening Star of Nebadon.]
2006 89:10.7 [Presentato da un Brillante Astro della Sera di Nebadon.]erfettore di Saggezza incaricato di questa missione dagli Antichi dei Giorni di Uversa.]
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