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Fascicolo 117. Dio il Supremo |
Indice
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Fascicolo 119. I conferimenti di Cristo Micael |
SUPREME AND ULTIMATE—TIME AND SPACE
IL SUPREMO E L’ULTIMO — TEMPO E SPAZIO
2006 118:0.1 RIGUARDO alle diverse nature della Deità, si può dire che:
1955 118:0.4 3. The Spirit is conjoint-existent self.
2006 118:0.4 3. Lo Spirito è l’io esistente congiuntamente.
2006 118:0.5 4. Il Supremo è l’io esperienziale-evoluzionario.
2006 118:0.6 5. Il Settuplo è la divinità autodistributiva.
2006 118:0.7 6. L’Ultimo è l’io trascendentale-esperienziale.
2006 118:0.8 7. L’Assoluto è l’io esistenziale-esperienziale.
1955 118:0.9 While God the Sevenfold is indispensable to the evolutionary attainment of the Supreme, the Supreme is also indispensable to the eventual emergence of the Ultimate. And the dual presence of the Supreme and the Ultimate constitutes the basic association of subabsolute and derived Deity, for they are interdependently complemental in the attainment of destiny. Together they constitute the experiential bridge linking the beginnings and the completions of all creative growth in the master universe.
2006 118:0.9 Mentre Dio il Settuplo è indispensabile al completamento evoluzionario del Supremo, il Supremo è pure indispensabile all’emersione finale dell’Ultimo. E la presenza duale del Supremo e dell’Ultimo costituisce l’associazione basilare della Deità subassoluta e derivata, perché essi sono interdipendenti e complementari nel compimento del destino. Insieme essi costituiscono il ponte esperienziale che collega gli inizi ed i completamenti di ogni crescita creativa nell’universo maestro.
1955 118:0.10 Creative growth is unending but ever satisfying, endless in extent but always punctuated by those personality-satisfying moments of transient goal attainment which serve so effectively as the mobilization preludes to new adventures in cosmic growth, universe exploration, and Deity attainment.
2006 118:0.10 La crescita creativa è incessante, ma sempre soddisfacente; è infinita in estensione, ma sempre punteggiata da quei momenti di soddisfazione della personalità nel raggiungimento di mete provvisorie che servono così efficacemente da preludio alla mobilitazione per nuove avventure di crescita cosmica, di esplorazione universale e di raggiungimento della Deità.
1955 118:0.11 While the domain of mathematics is beset with qualitative limitations, it does provide the finite mind with a conceptual basis of contemplating infinity. There is no quantitative limitation to numbers, even in the comprehension of the finite mind. No matter how large the number conceived, you can always envisage one more being added. And also, you can comprehend that that is short of infinity, for no matter how many times you repeat this addition to number, still always one more can be added.
2006 118:0.11 Benché il dominio della matematica sia costellato di limiti qualitativi, esso offre alla mente finita una base concettuale per contemplare l’infinità. Non c’è alcun limite quantitativo per i numeri, anche nella comprensione di una mente finita. Per quanto grande sia il numero concepito, voi potete sempre immaginare di aggiungervi un’unità. Ed inoltre potete comprendere che esso è al di sotto dell’infinità, perché per quante volte voi ripetiate questa addizione al numero, potete sempre aggiungerne uno di più.
1955 118:0.12 At the same time, the infinite series can be totaled at any given point, and this total (more properly, a subtotal) provides the fullness of the sweetness of goal attainment for a given person at a given time and status. But sooner or later, this same person begins to hunger and yearn for new and greater goals, and such adventures in growth will be forever forthcoming in the fullness of time and the cycles of eternity.
2006 118:0.12 Allo stesso tempo le serie infinite possono essere totalizzate ad un dato punto qualunque, e questo totale (o più esattamente un subtotale) procura ad una data persona, in un dato momento e status, la pienezza della dolcezza di aver raggiunto una meta. Ma presto o tardi questa stessa persona comincia a desiderare ed a bramare mete nuove e più grandi, e tali avventure di crescita si rinnoveranno eternamente nella pienezza dei tempi e nei cicli dell’eternità.
1955 118:0.13 Each successive universe age is the antechamber of the following era of cosmic growth, and each universe epoch provides immediate destiny for all preceding stages. Havona, in and of itself, is a perfect, but perfection-limited, creation; Havona perfection, expanding out into the evolutionary superuniverses, finds not only cosmic destiny but also liberation from the limitations of pre-evolutionary existence.
2006 118:0.13 Ogni era successiva dell’universo è il preludio dell’era seguente di crescita cosmica, ed ogni epoca dell’universo fornisce un destino immediato a tutti gli stadi precedenti. Havona, in sé e per sé, è una creazione perfetta ma limitata nella sua perfezione. La perfezione di Havona, che si estende nei superuniversi evoluzionari, vi trova non soltanto un destino cosmico, ma anche la liberazione dai limiti dell’esistenza preevoluzionaria.
1. TIME AND ETERNITY
1. IL TEMPO E L’ETERNITÀ
1955 118:1.1 It is helpful to man’s cosmic orientation to attain all possible comprehension of Deity’s relation to the cosmos. While absolute Deity is eternal in nature, the Gods are related to time as an experience in eternity. In the evolutionary universes eternity is temporal everlastingness—the everlasting now.
2006 118:1.1 È utile, per il suo orientamento cosmico, che l’uomo giunga a tutta la comprensione possibile della relazione della Deità con il cosmo. Mentre la Deità assoluta è eterna per natura, gli Dei sono collegati al tempo in quanto esperienza nell’eternità. Negli universi evoluzionari l’eternità è la perpetuità temporale — l’eterno ora.
1955 118:1.2 The personality of the mortal creature may eternalize by self-identification with the indwelling spirit through the technique of choosing to do the will of the Father. Such a consecration of will is tantamount to the realization of eternity-reality of purpose. This means that the purpose of the creature has become fixed with regard to the succession of moments; stated otherwise, that the succession of moments will witness no change in creature purpose. A million or a billion moments makes no difference. Number has ceased to have meaning with regard to the creature’s purpose. Thus does creature choice plus God’s choice eventuate in the eternal realities of the never-ending union of the spirit of God and the nature of man in the everlasting service of the children of God and of their Paradise Father.
2006 118:1.2 La personalità della creatura mortale può divenire eterna autoidentificandosi con lo spirito interiore mediante la tecnica consistente nello scegliere di fare la volontà del Padre. Tale consacrazione della volontà equivale alla realizzazione di un proposito di realtà eterna. Ciò significa che il proposito della creatura è divenuto stabile in rapporto alla successione dei momenti; in altri termini, che la successione dei momenti non subirà alcun cambiamento nel proposito della creatura. Un milione o un miliardo di momenti non fanno alcuna differenza. I numeri hanno cessato di avere un significato riguardo al proposito della creatura. In tal modo la scelta della creatura, aggiungendosi alla scelta di Dio si traduce nelle realtà eterne dell’unione senza fine tra lo spirito di Dio e la natura dell’uomo, nel servizio perpetuo dei figli di Dio e del loro Padre del Paradiso.
1955 118:1.3 There is a direct relationship between maturity and the unit of time consciousness in any given intellect. The time unit may be a day, a year, or a longer period, but inevitably it is the criterion by which the conscious self evaluates the circumstances of life, and by which the conceiving intellect measures and evaluates the facts of temporal existence.
2006 118:1.3 In ogni dato intelletto esiste una relazione diretta tra la maturità e la coscienza di un’unità di tempo. Questa unità di tempo può essere un giorno, un anno od un periodo più lungo, ma è inevitabilmente il criterio con il quale l’io cosciente valuta le circostanze della vita e con il quale l’intelletto che concepisce misura e valuta i fatti dell’esistenza temporale.
1955 118:1.4 Experience, wisdom, and judgment are the concomitants of the lengthening of the time unit in mortal experience. As the human mind reckons backward into the past, it is evaluating past experience for the purpose of bringing it to bear on a present situation. As mind reaches out into the future, it is attempting to evaluate the future significance of possible action. And having thus reckoned with both experience and wisdom, the human will exercises judgment-decision in the present, and the plan of action thus born of the past and the future becomes existent.
2006 118:1.4 L’esperienza, la saggezza ed il giudizio sono gli elementi concomitanti del prolungamento dell’unità di tempo nell’esperienza dei mortali. Quando la mente umana ritorna al passato, valuta l’esperienza precedente allo scopo di confrontarla con una situazione presente. Quando la mente si volge al futuro tenta di valutare il significato futuro di un’azione possibile. Ed avendo così considerato con esperienza e saggezza, la volontà umana esercita un giudizio-decisione nel presente, ed il piano d’azione nato in tal modo dal passato e dal futuro diviene esistente.
1955 118:1.5 In the maturity of the developing self, the past and future are brought together to illuminate the true meaning of the present. As the self matures, it reaches further and further back into the past for experience, while its wisdom forecasts seek to penetrate deeper and deeper into the unknown future. And as the conceiving self extends this reach ever further into both past and future, so does judgment become less and less dependent on the momentary present. In this way does decision-action begin to escape from the fetters of the moving present, while it begins to take on the aspects of past-future significance.
2006 118:1.5 Nella maturità dell’io in sviluppo il passato ed il futuro sono riuniti per illuminare il vero significato del presente. Via via che l’io matura si rivolge sempre più all’esperienza del passato, mentre le sue sagge previsioni cercano di penetrare sempre più profondamente nel futuro sconosciuto. E a mano a mano che l’io che concepisce si estende sempre più nel passato e nel futuro il suo giudizio dipende sempre meno dal presente momentaneo. In questo modo la decisione-azione comincia a sfuggire ai legami del presente in svolgimento, mentre comincia ad assumere gli aspetti del significato passato-futuro.
1955 118:1.6 Patience is exercised by those mortals whose time units are short; true maturity transcends patience by a forbearance born of real understanding.
2006 118:1.6 La pazienza è esercitata dai mortali le cui unità di tempo sono brevi; la vera maturità trascende la pazienza mediante una tolleranza originata da una reale comprensione.
1955 118:1.7 To become mature is to live more intensely in the present, at the same time escaping from the limitations of the present. The plans of maturity, founded on past experience, are coming into being in the present in such manner as to enhance the values of the future.
2006 118:1.7 Divenire maturi è vivere più intensamente nel presente ed allo stesso tempo sfuggire ai limiti del presente. I piani della maturità, fondati sull’esperienza passata, si realizzano nel presente in modo da elevare i valori del futuro.
1955 118:1.8 The time unit of immaturity concentrates meaning-value into the present moment in such a way as to divorce the present of its true relationship to the not-present—the past-future. The time unit of maturity is proportioned so to reveal the co-ordinate relationship of past-present-future that the self begins to gain insight into the wholeness of events, begins to view the landscape of time from the panoramic perspective of broadened horizons, begins perhaps to suspect the nonbeginning, nonending eternal continuum, the fragments of which are called time.
2006 118:1.8 L’unità di tempo dell’immaturità concentra i significati-valori nel momento presente in maniera tale da separare il presente della sua vera relazione con il non presente — il passato-futuro. L’unità di tempo della maturità è proporzionata per rivelare la relazione coordinata del passato-presente-futuro in modo tale che l’io comincia ad acquisire la visione della totalità degli eventi, comincia a vedere l’insieme del tempo dalla prospettiva panoramica degli orizzonti ampliati, e comincia forse a sospettare il continuum eterno senza inizio e senza fine, i cui frammenti sono chiamati tempo.
1955 118:1.10 On the absolute and eternal level, potential reality is just as meaningful as actual reality. Only on the finite level and to time-bound creatures does there appear to be such a vast difference. To God, as absolute, an ascending mortal who has made the eternal decision is already a Paradise finaliter. But the Universal Father, through the indwelling Thought Adjuster, is not thus limited in awareness but can also know of, and participate in, every temporal struggle with the problems of the creature ascent from animallike to Godlike levels of existence.
2006 118:1.10 Sul livello assoluto ed eterno la realtà potenziale è significativa quanto la realtà attuale. Solo sul livello finito e per le creature legate al tempo sembra esserci una grande differenza. Per Dio, in quanto assoluto, un mortale ascendente che ha preso la decisione eterna è già un finalitario del Paradiso. Ma il Padre Universale, grazie agli Aggiustatori di Pensiero interiori, non è limitato in questo modo nella sua consapevolezza, ma può anche essere a conoscenza di ogni lotta temporale concernente i problemi dell’ascensione delle creature dai livelli dell’esistenza in cui assomigliano ad animali a quelli in cui assomigliano a Dio, e può partecipare a questa lotta.
2. OMNIPRESENCE AND UBIQUITY
2. L’ONNIPRESENZA E L’UBIQUITÀ
1955 118:2.1 The ubiquity of Deity must not be confused with the ultimacy of the divine omnipresence. It is volitional with the Universal Father that the Supreme, the Ultimate, and the Absolute should compensate, co-ordinate, and unify his time-space ubiquity and his time-space-transcended omnipresence with his timeless and spaceless universal and absolute presence. And you should remember that, while Deity ubiquity may be so often space associated, it is not necessarily time conditioned.
2006 118:2.1 L’ubiquità della Deità non deve essere confusa con l’ultimità dell’onnipresenza divina. È volontà del Padre Universale che il Supremo, l’Ultimo e l’Assoluto compensino, coordinino ed unifichino la sua ubiquità nel tempo-spazio e la sua onnipresenza nel tempo-spazio trasceso con la sua presenza assoluta ed universale senza tempo e senza spazio. Voi dovreste ricordarvi che, mentre l’ubiquità della Deità può essere molto spesso associata allo spazio, non è necessariamente condizionata dal tempo.
1955 118:2.2 As mortal and morontia ascenders you progressively discern God through the ministry of God the Sevenfold. Through Havona you discover God the Supreme. On Paradise you find him as a person, and then as finaliters you will presently attempt to know him as Ultimate. Being finaliters, there would seem to be but one course to pursue after having attained the Ultimate, and that would be to begin the quest of the Absolute. No finaliter will be disturbed by the uncertainties of the attainment of the Deity Absolute since at the end of the supreme and ultimate ascensions he encountered God the Father. Such finaliters will no doubt believe that, even if they should be successful in finding God the Absolute, they would only be discovering the same God, the Paradise Father manifesting himself on more nearly infinite and universal levels. Undoubtedly the attainment of God in absolute would reveal the Primal Ancestor of universes as well as the Final Father of personalities.
2006 118:2.2 In quanto ascendenti mortali e morontiali voi discernete progressivamente Dio grazie al ministero di Dio il Settuplo. Per mezzo di Havona voi scoprite Dio il Supremo. In Paradiso lo trovate come persona e poi come finalitari tenterete subito di conoscerlo come Ultimo. Essendo finalitari, sembrerebbe esserci una sola via da seguire dopo aver raggiunto l’Ultimo, e cioè quella di cominciare la ricerca dell’Assoluto. Nessun finalitario sarà disturbato dalle incertezze del raggiungimento dell’Assoluto della Deità, poiché alla fine dell’ultima e suprema delle ascensioni egli avrà incontrato Dio il Padre. Tali finalitari crederanno certamente che, anche se riuscissero a trovare Dio l’Assoluto, scoprirebbero solo lo stesso Dio, il Padre del Paradiso che manifesta se stesso su livelli più vicini all’infinito e all’universale. Indubbiamente il raggiungimento di Dio nell’assoluto rivelerebbe l’Antenato Primordiale degli universi così come il Padre Finale delle personalità.
1955 118:2.3 God the Supreme may not be a demonstration of the time-space omnipresence of Deity, but he is literally a manifestation of divine ubiquity. Between the spiritual presence of the Creator and the material manifestations of creation there exists a vast domain of the ubiquitous becoming—the universe emergence of evolutionary Deity.
2006 118:2.3 Dio il Supremo può non essere una dimostrazione dell’onnipresenza della Deità nel tempo-spazio, ma è letteralmente una manifestazione dell’ubiquità divina. Tra la presenza spirituale del Creatore e le manifestazioni materiali della creazione esiste un vasto dominio del divenire ubiquitario — l’emersione universale della Deità evoluzionaria.
1955 118:2.4 If God the Supreme ever assumes direct control of the universes of time and space, we are confident such a Deity administration will function under the overcontrol of the Ultimate. In such an event God the Ultimate would begin to become manifest to the universes of time as the transcendental Almighty (the Omnipotent) exercising the overcontrol of supertime and transcended space concerning the administrative functions of the Almighty Supreme.
2006 118:2.4 Se Dio il Supremo assumerà il controllo diretto degli universi del tempo e dello spazio noi siamo convinti che questa amministrazione divina funzionerà sotto il supercontrollo dell’Ultimo. In tal caso Dio l’Ultimo comincerebbe a divenire manifesto agli universi del tempo in quanto Onnipotente trascendentale (l’Onnipotente) esercitante il supercontrollo del supertempo e dello spazio trasceso relativo alle funzioni amministrative dell’Onnipotente Supremo.
1955 118:2.5 The mortal mind may ask, even as we do: If the evolution of God the Supreme to administrative authority in the grand universe is attended by augmented manifestations of God the Ultimate, will a corresponding emergence of God the Ultimate in the postulated universes of outer space be attended by similar and enhanced revelations of God the Absolute? But we really do not know.
2006 118:2.5 La mente del mortale può chiedersi, come facciamo noi: se l’evoluzione di Dio il Supremo nell’autorità amministrativa del grande universo è accompagnata da accresciute manifestazioni di Dio l’Ultimo, un’emersione corrispondente di Dio l’Ultimo negli universi postulati dello spazio esterno sarà accompagnata da rivelazioni simili ed elevate di Dio l’Assoluto? In realtà noi non lo sappiamo.
3. TIME-SPACE RELATIONSHIPS
3. LE RELAZIONI TRA IL TEMPO E LO SPAZIO
1955 118:3.1 Only by ubiquity could Deity unify time-space manifestations to the finite conception, for time is a succession of instants while space is a system of associated points. You do, after all, perceive time by analysis and space by synthesis. You co-ordinate and associate these two dissimilar conceptions by the integrating insight of personality. Of all the animal world only man possesses this time-space perceptibility. To an animal, motion has a meaning, but motion exhibits value only to a creature of personality status.
2006 118:3.1 Solo per mezzo dell’ubiquità la Deità ha potuto unificare le manifestazioni del tempo-spazio con la concezione finita, perché il tempo è una successione d’istanti mentre lo spazio è un sistema di punti associati. Dopotutto voi percepite il tempo per analisi e lo spazio per sintesi. Voi coordinate ed associate questi due concetti dissimili mediante il discernimento integratore della personalità. In tutto il mondo animale soltanto l’uomo possiede questa facoltà di percepire il tempo-spazio. Per un animale il movimento ha un significato, ma il movimento acquista un valore soltanto per una creatura avente status di personalità.
1955 118:3.2 Things are time conditioned, but truth is timeless. The more truth you know, the more truth you are, the more of the past you can understand and of the future you can comprehend.
2006 118:3.2 Le cose sono condizionate dal tempo, ma la verità è fuori del tempo. Più voi conoscete la verità, più siete la verità, più potete intendere il passato e comprendere il futuro.
1955 118:3.3 Truth is inconcussible—forever exempt from all transient vicissitudes, albeit never dead and formal, always vibrant and adaptable—radiantly alive. But when truth becomes linked with fact, then both time and space condition its meanings and correlate its values. Such realities of truth wedded to fact become concepts and are accordingly relegated to the domain of relative cosmic realities.
2006 118:3.3 La verità è incrollabile — eternamente esente da tutte le vicissitudini transitorie, sebbene mai inerte e formale, ma sempre vibrante e adattabile — fulgidamente viva. Ma quando la verità è legata ai fatti, allora il tempo e lo spazio condizionano i suoi significati e mettono in correlazione i suoi valori. Queste realtà della verità unite ai fatti divengono dei concetti e sono di conseguenza relegate nel dominio delle realtà cosmiche relative.
1955 118:3.4 The linking of the absolute and eternal truth of the Creator with the factual experience of the finite and temporal creature eventuates a new and emerging value of the Supreme. The concept of the Supreme is essential to the co-ordination of the divine and unchanging overworld with the finite and ever-changing underworld.
2006 118:3.4 Il legame della verità assoluta ed eterna del Creatore con l’esperienza effettiva della creatura finita e temporale fa apparire un nuovo valore emergente del Supremo. Il concetto del Supremo è essenziale per la coordinazione del mondo superiore divino ed immutabile con il mondo inferiore finito e sempre mutevole.
1955 118:3.5 Space comes the nearest of all nonabsolute things to being absolute. Space is apparently absolutely ultimate. The real difficulty we have in understanding space on the material level is due to the fact that, while material bodies exist in space, space also exists in these same material bodies. While there is much about space that is absolute, that does not mean that space is absolute.
2006 118:3.5 Tra tutte le cose non assolute lo spazio è il più vicino ad essere assoluto. Lo spazio è in apparenza assolutamente ultimo. La vera difficoltà che noi abbiamo a comprendere lo spazio sul livello materiale è dovuta al fatto che, mentre i corpi materiali esistono nello spazio, lo spazio esiste anche in questi stessi corpi materiali. Anche se ci sono molte cose dello spazio che sono assolute, ciò non significa che lo spazio sia assoluto.
1955 118:3.6 It may help to an understanding of space relationships if you would conjecture that, relatively speaking, space is after all a property of all material bodies. Hence, when a body moves through space, it also takes all its properties with it, even the space which is in and of such a moving body.
2006 118:3.6 Per comprendere le relazioni dello spazio può essere utile immaginare che, relativamente parlando, lo spazio è dopotutto una proprietà di tutti i corpi materiali. Quindi, quando un corpo si muove nello spazio, porta con sé anche tutte le sue proprietà, anche lo spazio che è in questo corpo in movimento e ne fa parte.
1955 118:3.7 All patterns of reality occupy space on the material levels, but spirit patterns only exist in relation to space; they do not occupy or displace space, neither do they contain it. But to us the master riddle of space pertains to the pattern of an idea. When we enter the mind domain, we encounter many a puzzle. Does the pattern—the reality—of an idea occupy space? We really do not know, albeit we are sure that an idea pattern does not contain space. But it would hardly be safe to postulate that the immaterial is always nonspatial.
2006 118:3.7 Tutti i modelli della realtà occupano spazio sui livelli materiali, ma i modelli spirituali esistono soltanto in relazione allo spazio; essi non occupano né spostano spazio, né lo contengono. Ma per noi l’enigma principale dello spazio concerne il modello di un’idea. Quando entriamo nel dominio mentale noi incontriamo molti enigmi. Il modello — la realtà — di un’idea occupa spazio? In realtà non lo sappiamo, benché siamo certi che un modello d’idea non contiene spazio. Ma non sarebbe prudente postulare che l’immateriale è sempre non spaziale.
4. PRIMARY AND SECONDARY CAUSATION
4. LA CAUSALITÀ PRIMARIA E SECONDARIA
1955 118:4.1 Many of the theologic difficulties and the metaphysical dilemmas of mortal man are due to man’s mislocation of Deity personality and consequent assignment of infinite and absolute attributes to subordinate Divinity and to evolutionary Deity. You must not forget that, while there is indeed a true First Cause, there are also a host of co-ordinate and subordinate causes, both associate and secondary causes.
2006 118:4.1 Molte delle difficoltà teologiche e dei dilemmi metafisici dell’uomo mortale sono dovuti alla sua errata collocazione della personalità della Deità ed alla conseguente assegnazione di attributi infiniti ed assoluti alla Divinità subordinata e alla Deità evoluzionaria. Voi non dovete dimenticare che, mentre esiste certamente una vera Causa Prima, c’è anche una moltitudine di cause coordinate e subordinate, cause sia associate che secondarie.
1955 118:4.2 The vital distinction between first causes and second causes is that first causes produce original effects which are free from inheritance of any factor derived from any antecedent causation. Secondary causes yield effects which invariably exhibit inheritance from other and preceding causation.
2006 118:4.2 La distinzione essenziale tra cause prime e cause seconde è che le cause prime producono effetti originali che sono privi dell’eredità di fattori derivati da una qualunque causalità antecedente. Le cause secondarie producono effetti che rivelano invariabilmente l’eredità di un’altra causa precedente.
1955 118:4.3 The purely static potentials inherent in the Unqualified Absolute are reactive to those causations of the Deity Absolute which are produced by the actions of the Paradise Trinity. In the presence of the Universal Absolute these causative-impregnated static potentials forthwith become active and responsive to the influence of certain transcendental agencies whose actions result in the transmutation of these activated potentials to the status of true universe possibilities for development, actualized capacities for growth. It is upon such matured potentials that the creators and controllers of the grand universe enact the never-ending drama of cosmic evolution.
2006 118:4.3 I potenziali puramente statici inerenti all’Assoluto Non Qualificato reagiscono alle cause dell’Assoluto della Deità che sono prodotte dall’azione della Trinità del Paradiso. In presenza dell’Assoluto Universale questi potenziali statici impregnati di causalità diventano subito attivi e sensibili all’influenza di certi agenti trascendentali, le cui azioni portano alla trasmutazione di questi potenziali attivi nello status di vere possibilità universali di sviluppo, di capacità attualizzate di crescita. È su questi potenziali maturati che i creatori ed i controllori del grande universo recitano il dramma senza fine dell’evoluzione cosmica.
1955 118:4.4 Causation, disregarding existentials, is threefold in its basic constitution. As it operates in this universe age and concerning the finite level of the seven superuniverses, it may be conceived as follows:
2006 118:4.4 Se non si tiene conto degli esistenziali, la causalità ha una triplice costituzione di base. Come essa opera in quest’era dell’universo e concernendo il livello finito dei sette superuniversi, può essere concepita come segue:
1955 118:4.5 1. Activation of static potentials. The establishment of destiny in the Universal Absolute by the actions of the Deity Absolute, operating in and upon the Unqualified Absolute and in consequence of the volitional mandates of the Paradise Trinity.
2006 118:4.5 1. Attivazione dei potenziali statici. Stabilire il destino nell’Assoluto Universale mediante le azioni dell’Assoluto della Deità, operante nel e sull’Assoluto Non Qualificato, in conseguenza degli ordini volitivi della Trinità del Paradiso.
1955 118:4.6 2. Eventuation of universe capacities. This involves the transformation of undifferentiated potentials into segregated and defined plans. This is the act of the Ultimacy of Deity and of the manifold agencies of the transcendental level. Such acts are in perfect anticipation of the future needs of the entire master universe. It is in connection with the segregation of potentials that the Architects of the Master Universe exist as the veritable embodiments of the Deity concept of the universes. Their plans appear to be ultimately space limited in extent by the concept periphery of the master universe, but as plans they are not otherwise conditioned by time or space.
2006 118:4.6 2. L’eventuarsi delle capacità universali. Ciò implica la trasformazione dei potenziali indifferenziati in piani separati e definiti. Questo è l’atto dell’Ultimità della Deità e dei molteplici agenti del livello trascendentale. Questi atti anticipano perfettamente i bisogni futuri dell’intero universo maestro. È in connessione con la segregazione dei potenziali che gli Architetti dell’Universo Maestro esistono in quanto vere personificazioni del concetto di Deità degli universi. I loro piani sembrano essere estremamente limitati in estensione nello spazio dal concetto della periferia dell’universo maestro, ma in quanto piani essi non sono condizionati altrimenti dal tempo o dallo spazio.
1955 118:4.7 3. Creation and evolution of universe actuals. It is upon a cosmos impregnated by the capacity-producing presence of the Ultimacy of Deity that the Supreme Creators operate to effect the time transmutations of matured potentials into experiential actuals. Within the master universe all actualization of potential reality is limited by ultimate capacity for development and is time-space conditioned in the final stages of emergence. The Creator Sons going out from Paradise are, in actuality, transformative creators in the cosmic sense. But this in no manner invalidates man’s concept of them as creators; from the finite viewpoint they certainly can and do create.
2006 118:4.7 3. Creazione ed evoluzione degli attuali universali. È su un cosmo impregnato dalla presenza dell’Ultimità della Deità produttrice di capacità che i Creatori Supremi operano per effettuare nel tempo le trasmutazioni dei potenziali maturi in attuali esperienziali. All’interno dell’universo maestro ogni attuazione della realtà potenziale è limitata dalla capacità ultima di sviluppo ed è condizionata dal tempo-spazio negli stadi finali della sua emersione. I Figli Creatori che escono dal Paradiso sono in attualità dei creatori trasformatori in senso cosmico. Ma ciò non invalida in alcun modo il concetto dei creatori che gli uomini se ne fanno; dal punto di vista finito essi certamente possono creare e lo fanno.
5. OMNIPOTENCE AND COMPOSSIBILITY
5. L’ONNIPOTENZA E LA CO-POSSIBILITÀ
1955 118:5.1 The omnipotence of Deity does not imply the power to do the nondoable. Within the time-space frame and from the intellectual reference point of mortal comprehension, even the infinite God cannot create square circles or produce evil that is inherently good. God cannot do the ungodlike thing. Such a contradiction of philosophic terms is the equivalent of nonentity and implies that nothing is thus created. A personality trait cannot at the same time be Godlike and ungodlike. Compossibility is innate in divine power. And all of this is derived from the fact that omnipotence not only creates things with a nature but also gives origin to the nature of all things and beings.
2006 118:5.1 L’onnipotenza della Deità non implica il potere di fare ciò che non si può fare. All’interno del tempo-spazio e dal punto di vista intellettuale della comprensione umana, anche il Dio infinito non può creare cerchi quadrati o produrre del male che sia per natura buono. Dio non può fare cose non divine. Questa contraddizione di termini filosofici equivale ad una non entità ed implica che niente è stato creato in questo modo. Un tratto di carattere di una personalità non può essere allo stesso tempo divino e non divino. La co-possibilità è innata nel potere divino. E tutto ciò deriva dal fatto che l’onnipotenza non solo crea cose aventi una natura, ma dà anche origine alla natura di tutte le cose e di tutti gli esseri.
1955 118:5.2 In the beginning the Father does all, but as the panorama of eternity unfolds in response to the will and mandates of the Infinite, it becomes increasingly apparent that creatures, even men, are to become God’s partners in the realization of finality of destiny. And this is true even in the life in the flesh; when man and God enter into partnership, no limitation can be placed upon the future possibilities of such a partnership. When man realizes that the Universal Father is his partner in eternal progression, when he fuses with the indwelling Father presence, he has, in spirit, broken the fetters of time and has already entered upon the progressions of eternity in the quest for the Universal Father.
2006 118:5.2 All’inizio il Padre fa tutto, ma via via che il panorama dell’eternità si dispiega in risposta alla volontà e ai mandati dell’Infinito, diventa sempre più evidente che le creature, anche gli uomini, devono divenire collaboratori di Dio nella realizzazione della finalità del destino. E ciò è vero anche nella vita nella carne; quando l’uomo e Dio entrano in associazione, nessun limite può essere posto alle possibilità future di questa associazione. Quando l’uomo si rende conto che il Padre Universale è il suo partner nella progressione eterna, quando si fonde con la presenza interiore del Padre, egli ha spezzato in spirito i legami del tempo ed è già entrato nelle progressioni dell’eternità alla ricerca del Padre Universale.
1955 118:5.3 Mortal consciousness proceeds from the fact, to the meaning, and then to the value. Creator consciousness proceeds from the thought-value, through the word-meaning, to the fact of action. Always must God act to break the deadlock of the unqualified unity inherent in existential infinity. Always must Deity provide the pattern universe, the perfect personalities, the original truth, beauty, and goodness for which all subdeity creations strive. Always must God first find man that man may later find God. Always must there be a Universal Father before there can ever be universal sonship and consequent universal brotherhood.
2006 118:5.3 La coscienza del mortale passa dai fatti ai significati e poi ai valori. La coscienza del Creatore procede dal valore dell’idea, passa per il significato della parola e giunge al fatto dell’azione. Dio deve sempre agire per superare il punto morto dell’unità non qualificata inerente all’infinità esistenziale. La Deità deve sempre fornire l’universo modello, le personalità perfette, la verità, la bellezza e la bontà originali che tutte le creazioni subdivine si sforzano di raggiungere. Dio deve sempre trovare prima l’uomo perché l’uomo possa poi trovare Dio. Deve sempre esserci un Padre Universale prima che possa esistere una filiazione universale e la conseguente fratellanza universale[2].
6. OMNIPOTENCE AND OMNIFICENCE
6. L’ONNIPOTENZA E L’ONNIFACENZA
1955 118:6.1 God is truly omnipotent, but he is not omnificent—he does not personally do all that is done. Omnipotence embraces the power-potential of the Almighty Supreme and the Supreme Being, but the volitional acts of God the Supreme are not the personal doings of God the Infinite.
2006 118:6.1 Dio è veramente onnipotente, ma non è onnifacente — egli non fa personalmente tutto ciò che viene fatto. L’onnipotenza ingloba il potenziale di potere dell’Onnipotente Supremo e dell’Essere Supremo, ma gli atti volitivi di Dio il Supremo non sono le azioni personali di Dio l’Infinito.
1955 118:6.2 To advocate the omnificence of primal Deity would be equal to disenfranchising well-nigh a million Creator Sons of Paradise, not to mention the innumerable hosts of various other orders of concurring creative assistants. There is but one uncaused Cause in the whole universe. All other causes are derivatives of this one First Great Source and Center. And none of this philosophy does any violence to the free-willness of the myriads of the children of Deity scattered through a vast universe.
2006 118:6.2 Sostenere l’onnifacenza della Deità primordiale equivarrebbe a privare delle loro competenze quasi un milione di Figli Creatori Paradisiaci, senza menzionare le innumerevoli schiere di vari altri ordini di assistenti creativi che collaborano con loro. Nell’intero universo c’è soltanto una Causa non causata. Tutte le altre cause sono derivate da quest’unica Prima Grande Sorgente e Centro. E niente di questa filosofia fa violenza al libero arbitrio delle miriadi di figli della Deità disseminati in un immenso universo.
1955 118:6.3 Within a local frame, volition may appear to function as an uncaused cause, but it unfailingly exhibits inheritance factors which establish relationship with the unique, original, and absolute First Causes.
2006 118:6.3 In un quadro locale la volizione può sembrare funzionare come causa non causata, ma essa presenta infallibilmente dei fattori ereditari che stabiliscono delle relazioni con la Causa Prima unica, originale ed assoluta.
1955 118:6.4 All volition is relative. In the originating sense, only the Father-I AM possesses finality of volition; in the absolute sense, only the Father, the Son, and the Spirit exhibit the prerogatives of volition unconditioned by time and unlimited by space. Mortal man is endowed with free will, the power of choice, and though such choosing is not absolute, nevertheless, it is relatively final on the finite level and concerning the destiny of the choosing personality.
2006 118:6.4 Ogni volizione è relativa. In senso originario solo il Padre-IO SONO possiede finalità di volizione; in senso assoluto solo il Padre, il Figlio e lo Spirito esercitano le prerogative di una volizione non condizionata dal tempo e non limitata dallo spazio. L’uomo mortale è dotato di libero arbitrio, del potere di scelta, e benché tale scelta non sia assoluta, tuttavia è relativamente finale sul livello finito ed in ciò che concerne il destino della personalità che sceglie.
1955 118:6.5 Volition on any level short of the absolute encounters limitations which are constitutive in the very personality exercising the power of choice. Man cannot choose beyond the range of that which is choosable. He cannot, for instance, choose to be other than a human being except that he can elect to become more than a man; he can choose to embark upon the voyage of universe ascension, but this is because the human choice and the divine will happen to be coincident upon this point. And what a son desires and the Father wills will certainly come to pass.
2006 118:6.5 La volizione, su qualunque livello che non raggiunge l’assoluto, incontra dei limiti che sono inerenti alla personalità stessa che esercita il potere di scelta. L’uomo non può scegliere oltre il dominio di ciò che è sceglibile. Non può, per esempio, scegliere di essere una cosa diversa da un essere umano, salvo che può decidere di divenire più che un uomo. Può scegliere d’intraprendere l’ascensione dell’universo, ma questo avviene perché la scelta umana e la volontà divina vengono a coincidere su questo punto. E ciò che un figlio desidera e che il Padre vuole certamente avverrà.
1955 118:6.6 In the mortal life, paths of differential conduct are continually opening and closing, and during the times when choice is possible the human personality is constantly deciding between these many courses of action. Temporal volition is linked to time, and it must await the passing of time to find opportunity for expression. Spiritual volition has begun to taste liberation from the fetters of time, having achieved partial escape from time sequence, and that is because spiritual volition is self-identifying with the will of God.
2006 118:6.6 Nella vita dei mortali si aprono e si chiudono continuamente delle linee di condotta opzionali, e durante i periodi in cui la scelta è possibile la personalità umana decide costantemente tra queste numerose linee d’azione. La volizione temporale è legata al tempo e deve attendere lo scorrere del tempo per trovare l’occasione di esprimersi. La volizione spirituale ha cominciato a gustare la liberazione dai limiti del tempo, perché è riuscita a sfuggire parzialmente alla sequenza del tempo, e ciò avviene perché la volizione spirituale si autoidentifica con la volontà di Dio.
1955 118:6.7 Volition, the act of choosing, must function within the universe frame which has actualized in response to higher and prior choosing. The entire range of human will is strictly finite-limited except in one particular: When man chooses to find God and to be like him, such a choice is superfinite; only eternity can disclose whether this choice is also superabsonite.
2006 118:6.7 La volizione, l’atto di scegliere, deve funzionare nel quadro universale che si è attuato in risposta a scelte superiori e precedenti. L’intero campo della volontà umana è strettamente limitato al finito, salvo che per un particolare: quando l’uomo sceglie di trovare Dio e di essere simile a lui, tale scelta è superfinita; solo l’eternità può rivelare se questa scelta è anche superabsonita.
1955 118:6.8 To recognize Deity omnipotence is to enjoy security in your experience of cosmic citizenship, to possess assurance of safety in the long journey to Paradise. But to accept the fallacy of omnificence is to embrace the colossal error of pantheism.
2006 118:6.8 Riconoscere l’onnipotenza della Deità è godere la certezza nella vostra esperienza di cittadinanza cosmica, è possedere l’assicurazione della sicurezza nel lungo viaggio verso il Paradiso. Ma accettare il sofisma dell’onnifacenza è abbracciare l’errore colossale del panteismo.
7. OMNISCIENCE AND PREDESTINATION
7. L’ONNISCIENZA E LA PREDESTINAZIONE
1955 118:7.1 The function of Creator will and creature will, in the grand universe, operates within the limits, and in accordance with the possibilities, established by the Master Architects. This foreordination of these maximum limits does not, however, in the least abridge the sovereignty of creature will within these boundaries. Neither does ultimate foreknowledge—full allowance for all finite choice—constitute an abrogation of finite volition. A mature and farseeing human being might be able to forecast the decision of some younger associate most accurately, but this foreknowledge takes nothing away from the freedom and genuineness of the decision itself. The Gods have wisely limited the range of the action of immature will, but it is true will, nonetheless, within these defined limits.
2006 118:7.1 La funzione della volontà del Creatore e della volontà della creatura nel grande universo è esercitata nei limiti e secondo le possibilità stabilite dagli Architetti Maestri. La predeterminazione di questi limiti massimi, tuttavia, non sminuisce minimamente la sovranità della volontà della creatura all’interno di questi confini. Né la preconoscenza ultima — il pieno riconoscimento di ogni scelta finita — costituisce un’abrogazione della volizione finita. Un essere umano maturo e lungimirante può essere in grado di prevedere molto esattamente la decisione di un associato più giovane, ma questa preconoscenza non toglie nulla alla libertà e all’autenticità della decisione stessa. Gli Dei hanno saggiamente limitato il campo d’azione della volontà immatura, ma ciò nonostante, all’interno di questi limiti definiti, essa resta una vera volontà.
1955 118:7.2 Even the supreme correlation of all past, present, and future choice does not invalidate the authenticity of such choosings. It rather indicates the foreordained trend of the cosmos and suggests foreknowledge of those volitional beings who may, or may not, elect to become contributory parts of the experiential actualization of all reality.
2006 118:7.2 Anche la correlazione suprema di ogni scelta passata, presente e futura non invalida l’autenticità di tali scelte. Essa indica piuttosto la tendenza preordinata del cosmo e rivela la preconoscenza di quegli esseri volitivi che possono scegliere o meno di divenire parti contributive dell’attuazione esperienziale di tutta la realtà.
1955 118:7.3 Error in finite choosing is time bound and time limited. It can exist only in time and within the evolving presence of the Supreme Being. Such mistaken choosing is time possible and indicates (besides the incompleteness of the Supreme) that certain range of choice with which immature creatures must be endowed in order to enjoy universe progression by making freewill contact with reality.
2006 118:7.3 L’errore nella scelta finita è legato al tempo e limitato dal tempo. Essa può esistere soltanto nel tempo e all’interno della presenza in evoluzione dell’Essere Supremo. Questa scelta errata è possibile nel tempo e indica (oltre all’incompletezza del Supremo) quella certa gamma di scelta di cui le creature immature devono essere dotate per beneficiare della progressione nell’universo prendendo contatto per loro libero arbitrio con la realtà.
1955 118:7.4 Sin in time-conditioned space clearly proves the temporal liberty—even license—of the finite will. Sin depicts immaturity dazzled by the freedom of the relatively sovereign will of personality while failing to perceive the supreme obligations and duties of cosmic citizenship.
2006 118:7.4 Il peccato, nello spazio condizionato dal tempo, prova chiaramente la libertà temporale — ed anche la licenza — della volontà finita. Il peccato indica l’immaturità abbagliata dalla libertà della volontà relativamente sovrana della personalità, che non riesce a percepire gli obblighi e i doveri supremi della cittadinanza cosmica.
1955 118:7.5 Iniquity in the finite domains reveals the transient reality of all God-unidentified selfhood. Only as a creature becomes God identified, does he become truly real in the universes. Finite personality is not self-created, but in the superuniverse arena of choice it does self-determine destiny.
2006 118:7.5 L’iniquità nei domini finiti rivela la realtà transitoria di ogni individualità non identificata con Dio. Soltanto quando una creatura s’identifica con Dio diviene veramente reale negli universi. La personalità finita non è creata da se stessa, ma nel quadro superuniversale della scelta determina essa stessa il proprio destino.
1955 118:7.6 The bestowal of life renders material-energy systems capable of self-perpetuation, self-propagation, and self-adaptation. The bestowal of personality imparts to living organisms the further prerogatives of self-determination, self-evolution, and self-identification with a fusion spirit of Deity.
2006 118:7.6 Il conferimento della vita rende i sistemi materiali-energetici capaci di autoperpetuarsi, di autopropagarsi e di autoadattarsi. Il conferimento della personalità trasmette agli organismi viventi prerogative addizionali di autodeterminazione, autoevoluzione ed autoidentificazione con uno spirito della Deità capace di fusione.
1955 118:7.7 Subpersonal living things indicate mind activating energy-matter, first as physical controllers, and then as adjutant mind-spirits. Personality endowment comes from the Father and imparts unique prerogatives of choice to the living system. But if personality has the prerogative of exercising volitional choice of reality identification, and if this is a true and free choice, then must evolving personality also have the possible choice of becoming self-confusing, self-disrupting, and self-destroying. The possibility of cosmic self-destruction cannot be avoided if the evolving personality is to be truly free in the exercise of finite will.
2006 118:7.7 Gli organismi viventi subpersonali rivelano una mente attivante l’energia-materia, prima come controllori fisici e poi come spiriti aiutanti della mente. Il dono della personalità viene dal Padre e trasmette al sistema vivente prerogative uniche di scelta. Ma se la personalità ha la prerogativa di esercitare la scelta volitiva dell’identificazione con la realtà, e se questa è una scelta sincera e libera, allora la personalità in evoluzione deve anche avere la scelta possibile di autoconfondersi, autodisgregarsi ed autodistruggersi. La possibilità cosmica di autodistruzione non può essere evitata se si vuole che la personalità in evoluzione sia veramente libera nell’esercizio della sua volontà finita.
1955 118:7.8 Therefore is there increased safety in narrowing the limits of personality choice throughout the lower levels of existence. Choice becomes increasingly liberated as the universes are ascended; choice eventually approximates divine freedom when the ascending personality achieves divinity of status, supremacy of consecration to the purposes of the universe, completion of cosmic-wisdom attainment, and finality of creature identification with the will and the way of God.
2006 118:7.8 Perciò la sicurezza è accresciuta se si restringono i limiti della scelta personale su tutti i livelli inferiori dell’esistenza. La scelta diviene sempre più libera via via che si ascende negli universi. La scelta infine si avvicina alla libertà divina quando la personalità ascendente raggiunge lo status della divinità, la supremazia della consacrazione ai propositi dell’universo, il raggiungimento della saggezza cosmica e l’identificazione finale della creatura con la volontà e le vie di Dio.
8. CONTROL AND OVERCONTROL
8. IL CONTROLLO ED IL SUPERCONTROLLO
1955 118:8.1 In the time-space creations, free will is hedged about with restraints, with limitations. Material-life evolution is first mechanical, then mind activated, and (after the bestowal of personality) it may become spirit directed. Organic evolution on the inhabited worlds is physically limited by the potentials of the original physical-life implantations of the Life Carriers.
2006 118:8.1 Nelle creazioni del tempo-spazio il libero arbitrio è vincolato da restrizioni, da limitazioni. L’evoluzione della vita materiale è prima meccanica, poi attivata dalla mente, e (dopo il conferimento della personalità) può essere governata dallo spirito. L’evoluzione organica sui mondi abitati è fisicamente limitata dai potenziali degli impianti originali di vita fisica dei Portatori di Vita.
1955 118:8.2 Mortal man is a machine, a living mechanism; his roots are truly in the physical world of energy. Many human reactions are mechanical in nature; much of life is machinelike. But man, a mechanism, is much more than a machine; he is mind endowed and spirit indwelt; and though he can never throughout his material life escape the chemical and electrical mechanics of his existence, he can increasingly learn how to subordinate this physical-life machine to the directive wisdom of experience by the process of consecrating the human mind to the execution of the spiritual urges of the indwelling Thought Adjuster.
2006 118:8.2 L’uomo mortale è una macchina, un meccanismo vivente; le sue radici sono veramente nel mondo fisico dell’energia. Molte reazioni umane sono di natura meccanica; gran parte della vita è simile ad una macchina. Ma l’uomo, che è un meccanismo, è molto più di una macchina; egli è dotato di una mente ed è abitato dallo spirito. E benché nel corso della sua vita materiale non possa mai sfuggire al meccanismo chimico ed elettrico della sua esistenza, può imparare a subordinare sempre di più questo meccanismo di vita fisica alla saggezza direttrice dell’esperienza mediante il processo consistente nel consacrare la mente umana ad eseguire gli incitamenti spirituali dell’Aggiustatore di Pensiero interiore.
1955 118:8.3 The spirit liberates, and the mechanism limits, the function of will. Imperfect choice, uncontrolled by mechanism, unidentified with spirit, is dangerous and unstable. Mechanical dominance insures stability at the expense of progress; spirit alliance liberates choice from the physical level and at the same time assures the divine stability produced by augmented universe insight and increased cosmic comprehension.
2006 118:8.3 Lo spirito libera, ed il meccanismo limita, la funzione della volontà. La scelta imperfetta, non controllata dal meccanismo e non identificata con lo spirito, è pericolosa ed instabile. Il dominio meccanico assicura stabilità a spese del progresso. L’alleanza con lo spirito libera la scelta dal livello fisico ed allo stesso tempo assicura la stabilità divina prodotta da un accresciuto discernimento universale e da una maggiore comprensione cosmica.
1955 118:8.4 The great danger that besets the creature is that, in achieving liberation from the fetters of the life mechanism, he will fail to compensate this loss of stability by effecting a harmonious working liaison with spirit. Creature choice, when relatively liberated from mechanical stability, may attempt further self-liberation independent of greater spirit identification.
2006 118:8.4 Il grande pericolo che minaccia la creatura quando giunge a liberarsi dai legami del meccanismo vitale è che non riesca a compensare questa perdita di stabilità effettuando un collegamento funzionale armonioso con lo spirito. La scelta della creatura, quando è relativamente liberata dalla stabilità meccanica, potrebbe tentare un’ulteriore liberazione, indipendentemente da una maggiore identificazione con lo spirito.
1955 118:8.5 The whole principle of biologic evolution makes it impossible for primitive man to appear on the inhabited worlds with any large endowment of self-restraint. Therefore does the same creative design which purposed evolution likewise provide those external restraints of time and space, hunger and fear, which effectively circumscribe the subspiritual choice range of such uncultured creatures. As man’s mind successfully overstrides increasingly difficult barriers, this same creative design has also provided for the slow accumulation of the racial heritage of painfully garnered experiential wisdom—in other words, for the maintenance of a balance between the diminishing external restraints and the augmenting internal restraints.
2006 118:8.5 L’intero principio di evoluzione biologica rende impossibile per l’uomo primitivo apparire sui mondi abitati dotato di un grande autodominio. Perciò lo stesso piano creativo che ha proposto l’evoluzione fornisce anche quelle restrizioni esteriori di tempo e di spazio, di fame e di paura, che circoscrivono efficacemente il campo delle scelte subspirituali di queste creature non istruite. Via via che la mente dell’uomo riesce a superare barriere sempre più difficili, questo stesso piano creativo ha anche disposto la lenta accumulazione dell’eredità razziale di saggezza esperienziale faticosamente acquisita — in altri termini, il mantenimento di un equilibrio tra le restrizioni esterne in diminuzione e le restrizioni interne in aumento.
1955 118:8.6 The slowness of evolution, of human cultural progress, testifies to the effectiveness of that brake—material inertia—which so efficiently operates to retard dangerous velocities of progress. Thus does time itself cushion and distribute the otherwise lethal results of premature escape from the next-encompassing barriers to human action. For when culture advances overfast, when material achievement outruns the evolution of worship-wisdom, then does civilization contain within itself the seeds of retrogression; and unless buttressed by the swift augmentation of experiential wisdom, such human societies will recede from high but premature levels of attainment, and the “dark ages” of the interregnum of wisdom will bear witness to the inexorable restoration of the imbalance between self-liberty and self-control.
2006 118:8.6 La lentezza dell’evoluzione, del progresso culturale umano, testimonia l’efficacia di questo freno — l’inerzia materiale — che agisce così potentemente per rallentare le velocità pericolose del progresso. In tal modo il tempo stesso smorza e ripartisce le conseguenze altrimenti letali dello sfuggire prematuro alle barriere che circondano da vicino l’attività umana. Perché, quando la cultura progredisce troppo rapidamente, quando i risultati materiali superano l’evoluzione della saggezza adoratrice, allora la civiltà contiene in se stessa i germi della recessione. A meno che questa civiltà non sia rafforzata dal rapido accrescimento di saggezza esperienziale, tali società umane recederanno dai livelli elevati ma prematuri che hanno raggiunto, e le “ere oscure” dell’interregno della saggezza vedranno l’inesorabile ritorno dello squilibrio tra l’autolibertà e l’autocontrollo.
1955 118:8.7 The iniquity of Caligastia was the by-passing of the time governor of progressive human liberation—the gratuitous destruction of restraining barriers, barriers which the mortal minds of those times had not experientially overridden.
2006 118:8.7 L’iniquità di Caligastia fu di bypassare il regolatore del tempo della liberazione umana progressiva — di distruggere arbitrariamente le barriere restrittive, barriere che le menti dei mortali di quel tempo non avevano esperienzialmente superato.
1955 118:8.8 That mind which can effect a partial abridgment of time and space, by this very act proves itself possessed of the seeds of wisdom which can effectively serve in lieu of the transcended barrier of restraint.
2006 118:8.8 La mente che può abbreviare parzialmente il tempo e lo spazio prova, con questo stesso atto, che possiede in se stessa i germi della saggezza che possono efficacemente servire in luogo della barriera trascesa della restrizione.
1955 118:8.9 Lucifer similarly sought to disrupt the time governor operating in restraint of the premature attainment of certain liberties in the local system. A local system settled in light and life has experientially achieved those viewpoints and insights which make feasible the operation of many techniques that would be disruptive and destructive in the presettled eras of that very realm.
2006 118:8.9 Lucifero cercò similmente di frantumare il regolatore del tempo che operava da freno al raggiungimento prematuro di certe libertà nel sistema locale. Un sistema locale stabilizzato in luce e vita ha acquisito esperienzialmente quei punti di vista e quelle prospettive che rendono possibile la messa in atto di molte tecniche che sconvolgerebbero e distruggerebbero lo stesso regno nelle ere che precedono la stabilizzazione.
1955 118:8.10 As man shakes off the shackles of fear, as he bridges continents and oceans with his machines, generations and centuries with his records, he must substitute for each transcended restraint a new and voluntarily assumed restraint in accordance with the moral dictates of expanding human wisdom. These self-imposed restraints are at once the most powerful and the most tenuous of all the factors of human civilization—concepts of justice and ideals of brotherhood. Man even qualifies himself for the restraining garments of mercy when he dares to love his fellow men, while he achieves the beginnings of spiritual brotherhood when he elects to mete out to them that treatment which he himself would be accorded, even that treatment which he conceives that God would accord them.
2006 118:8.10 Via via che l’uomo si libera dai vincoli della paura, che collega i continenti e gli oceani con le sue macchine e le generazioni ed i secoli con i suoi scritti, deve sostituire ogni restrizione trascesa con una restrizione nuova e volontariamente assunta in accordo con i dettati morali della saggezza umana in espansione. Queste restrizioni autoimposte sono ad un tempo i più potenti ed i più modesti di tutti i fattori della civiltà umana — i concetti di giustizia e gli ideali di fratellanza. L’uomo qualifica anche se stesso per sopportare le restrizioni della misericordia quando osa amare i suoi simili, mentre raggiunge gli inizi della fratellanza spirituale quando decide di accordare loro il trattamento che egli vorrebbe fosse accordato a lui, lo stesso trattamento ch’egli ritiene che Dio accorderebbe loro.
1955 118:8.11 An automatic universe reaction is stable and, in some form, continuing in the cosmos. A personality who knows God and desires to do his will, who has spirit insight, is divinely stable and eternally existent. Man’s great universe adventure consists in the transit of his mortal mind from the stability of mechanical statics to the divinity of spiritual dynamics, and he achieves this transformation by the force and constancy of his own personality decisions, in each of life’s situations declaring, “It is my will that your will be done.”
2006 118:8.11 Una reazione automatica dell’universo è stabile e, sotto certe forme, continuativa nel cosmo. Una personalità che conosce Dio e desidera fare la sua volontà, che ha intuizione spirituale, è divinamente stabile ed eternamente esistente. La grande avventura dell’uomo nell’universo consiste nel transito della sua mente mortale dalla stabilità della statica meccanica alla divinità della dinamica spirituale, e raggiunge questa trasformazione mediante la forza e la perseveranza delle proprie decisioni di personalità, in ciascuna delle situazioni della vita, dichiarando: “È mia volontà che sia fatta la tua volontà[3].”
9. UNIVERSE MECHANISMS
9. I MECCANISMI DELL’UNIVERSO
1955 118:9.1 Time and space are a conjoined mechanism of the master universe. They are the devices whereby finite creatures are enabled to coexist in the cosmos with the Infinite. Finite creatures are effectively insulated from the absolute levels by time and space. But these insulating media, without which no mortal could exist, operate directly to limit the range of finite action. Without them no creature could act, but by them the acts of every creature are definitely limited.
2006 118:9.1 Il tempo e lo spazio sono un meccanismo congiunto dell’universo maestro. Essi sono i dispositivi che consentono alle creature finite di coesistere nel cosmo con l’Infinito. Le creature finite sono efficacemente isolate dai livelli assoluti per mezzo del tempo e dello spazio. Ma questi mezzi d’isolamento, senza dei quali nessun mortale potrebbe esistere, operano direttamente per limitare il campo dell’azione finita. Senza di essi nessuna creatura potrebbe agire, ma per mezzo di essi gli atti di ogni creatura sono nettamente limitati.
1955 118:9.2 Mechanisms produced by higher minds function to liberate their creative sources but to some degree unvaryingly limit the action of all subordinate intelligences. To the creatures of the universes this limitation becomes apparent as the mechanism of the universes. Man does not have unfettered free will; there are limits to his range of choice, but within the radius of this choice his will is relatively sovereign.
2006 118:9.2 I meccanismi prodotti dalle menti superiori funzionano per liberare le loro sorgenti creative, ma in una certa misura limitano invariabilmente l’azione di tutte le intelligenze subordinate. Per le creature degli universi questa limitazione diviene apparente come meccanismo degli universi. L’uomo non dispone di un libero arbitrio senza limiti; ci sono dei limiti alla sua gamma di scelta, ma nell’ambito di questa scelta la sua volontà è relativamente sovrana.
1955 118:9.3 The life mechanism of the mortal personality, the human body, is the product of supermortal creative design; therefore it can never be perfectly controlled by man himself. Only when ascending man, in liaison with the fused Adjuster, self-creates the mechanism for personality expression, will he achieve perfected control thereof.
2006 118:9.3 Il meccanismo vitale della personalità dei mortali, il corpo umano, è il prodotto di un disegno creativo supermortale; perciò non può mai essere perfettamente controllato dall’uomo stesso. Soltanto quando l’uomo ascendente, in collegamento con l’Aggiustatore fuso, creerà da se stesso il meccanismo d’espressione della personalità, giungerà a controllarlo perfettamente.
1955 118:9.4 The grand universe is mechanism as well as organism, mechanical and living—a living mechanism activated by a Supreme Mind, co-ordinating with a Supreme Spirit, and finding expression on maximum levels of power and personality unification as the Supreme Being. But to deny the mechanism of the finite creation is to deny fact and to disregard reality.
2006 118:9.4 Il grande universo è un meccanismo come pure un organismo; esso è meccanico e vivente — un meccanismo vivente attivato da una Mente Suprema, che si coordina con uno Spirito Supremo e che trova espressione sui livelli massimi di unificazione del potere e della personalità come Essere Supremo. Ma negare il meccanismo della creazione finita è negare il fatto e disconoscere la realtà.
1955 118:9.5 Mechanisms are the products of mind, creative mind acting on and in cosmic potentials. Mechanisms are the fixed crystallizations of Creator thought, and they ever function true to the volitional concept that gave them origin. But the purposiveness of any mechanism is in its origin, not in its function.
2006 118:9.5 I meccanismi sono il prodotto della mente, della mente creativa che agisce sui e nei potenziali cosmici. I meccanismi sono cristallizzazioni stabili del pensiero del Creatore e funzionano sempre conformemente al concetto volitivo che ha dato loro origine. Ma la ragion d’essere di un meccanismo qualunque è nella sua origine, non nella sua funzione.
1955 118:9.6 These mechanisms should not be thought of as limiting the action of Deity; rather is it true that in these very mechanics Deity has achieved one phase of eternal expression. The basic universe mechanisms have come into existence in response to the absolute will of the First Source and Center, and they will therefore eternally function in perfect harmony with the plan of the Infinite; they are, indeed, the nonvolitional patterns of that very plan.
2006 118:9.6 Non bisognerebbe pensare che questi meccanismi limitano l’azione della Deità; è piuttosto vero che con questi stessi meccanismi la Deità ha raggiunto una fase d’espressione eterna. I meccanismi fondamentali dell’universo sono venuti all’esistenza in risposta alla volontà assoluta della Prima Sorgente e Centro, e perciò funzioneranno eternamente in perfetta armonia con il piano dell’Infinito; essi sono in verità i modelli non volitivi di questo stesso piano.
1955 118:9.7 We understand something of how the mechanism of Paradise is correlated with the personality of the Eternal Son; this is the function of the Conjoint Actor. And we have theories regarding the operations of the Universal Absolute with respect to the theoretical mechanisms of the Unqualified and the potential person of the Deity Absolute. But in the evolving Deities of Supreme and Ultimate we observe that certain impersonal phases are being actually united with their volitional counterparts, and thus there is evolving a new relationship between pattern and person.
2006 118:9.7 Noi comprendiamo qualcosa di come il meccanismo del Paradiso è in correlazione con la personalità del Figlio Eterno; questa è la funzione dell’Attore Congiunto. Ed abbiamo delle teorie sulle operazioni dell’Assoluto Universale concernenti i meccanismi teorici del Non Qualificato e la persona potenziale dell’Assoluto della Deità. Ma nelle Deità in evoluzione del Supremo e dell’Ultimo noi osserviamo che certe loro fasi impersonali si stanno attualmente unendo con le loro contropartite volitive, ed in tal modo si stabilisce una nuova relazione tra l’archetipo e la persona.
1955 118:9.8 In the eternity of the past the Father and the Son found union in the unity of the expression of the Infinite Spirit. If, in the eternity of the future, the Creator Sons and the Creative Spirits of the local universes of time and space should attain creative union in the realms of outer space, what would their unity create as the combined expression of their divine natures? It may well be that we are to witness a hitherto unrevealed manifestation of Ultimate Deity, a new type of superadministrator. Such beings would embrace unique prerogatives of personality, being the union of personal Creator, impersonal Creative Spirit, mortal-creature experience, and progressive personalization of the Divine Minister. Such beings could be ultimate in that they would embrace personal and impersonal reality, while they would combine the experiences of Creator and creature. Whatever the attributes of such third persons of these postulated functioning trinities of the creations of outer space, they will sustain something of the same relation to their Creator Fathers and their Creative Mothers that the Infinite Spirit does to the Universal Father and the Eternal Son.
2006 118:9.8 Nell’eternità del passato il Padre ed il Figlio trovarono l’unione nell’unità d’espressione dello Spirito Infinito. Se nell’eternità del futuro i Figli Creatori e gli Spiriti Creativi degli universi locali del tempo e dello spazio dovessero giungere ad un’unione creativa nei regni dello spazio esterno, che cosa creerebbe la loro unità come espressione congiunta delle loro nature divine? Potrebbe darsi che assisteremmo ad una manifestazione non ancora rivelata della Deità Ultima, all’apparizione di un nuovo tipo di superamministratore. Tali esseri ingloberebbero prerogative uniche di personalità, perché sarebbero l’unione del Creatore personale, dello Spirito Creativo impersonale, dell’esperienza delle creature mortali e della personalizzazione progressiva della Divina Ministra. Questi esseri potrebbero essere finali, nel senso che ingloberebbero la realtà personale ed impersonale, mentre congiungerebbero le esperienze del Creatore e delle creature. Quali che siano gli attributi di tali terze persone di queste ipotetiche trinità funzionali delle creazioni dello spazio esterno, esse manterrebbero con i loro Padri Creatori e le loro Madri Creative qualcosa della stessa relazione che lo Spirito Infinito ha con il Padre Universale ed il Figlio Eterno.
1955 118:9.9 God the Supreme is the personalization of all universe experience, the focalization of all finite evolution, the maximation of all creature reality, the consummation of cosmic wisdom, the embodiment of the harmonious beauties of the galaxies of time, the truth of cosmic mind meanings, and the goodness of supreme spirit values. And God the Supreme will, in the eternal future, synthesize these manifold finite diversities into one experientially meaningful whole, even as they are now existentially united on absolute levels in the Paradise Trinity.
2006 118:9.9 Dio il Supremo è la personalizzazione di tutta l’esperienza dell’universo, la focalizzazione di tutta l’evoluzione finita, il massimo di tutte le realtà della creatura, il completamento della saggezza cosmica, l’incorporazione delle bellezze armoniose delle galassie del tempo, la verità dei significati della mente cosmica e la bontà dei valori spirituali supremi. E Dio il Supremo sintetizzerà nell’eterno futuro queste molteplici diversità finite in un insieme esperienzialmente significativo, così come esse sono ora esistenzialmente unite sui livelli assoluti nella Trinità del Paradiso.
10. FUNCTIONS OF PROVIDENCE
10. LE FUNZIONI DELLA PROVVIDENZA
1955 118:10.1 Providence does not mean that God has decided all things for us and in advance. God loves us too much to do that, for that would be nothing short of cosmic tyranny. Man does have relative powers of choice. Neither is the divine love that shortsighted affection which would pamper and spoil the children of men.
2006 118:10.1 Provvidenza non significa che Dio ha deciso ogni cosa per noi in anticipo. Dio ci ama troppo per fare questo, perché ciò non sarebbe che una tirannia cosmica. L’uomo ha poteri relativi di scelta. Né l’amore divino è quell’affetto miope che vizierebbe e guasterebbe i figli degli uomini.
1955 118:10.2 The Father, Son, and Spirit—as the Trinity—are not the Almighty Supreme, but the supremacy of the Almighty can never be manifest without them. The growth of the Almighty is centered on the Absolutes of actuality and predicated on the Absolutes of potentiality. But the functions of the Almighty Supreme are related to the functions of the Paradise Trinity.
2006 118:10.2 Il Padre, il Figlio e lo Spirito — in quanto Trinità — non sono l’Onnipotente Supremo, ma la supremazia dell’Onnipotente non può mai manifestarsi senza di loro[4]. La crescita dell’Onnipotente è incentrata sugli Assoluti di attualità e fondata sugli Assoluti di potenzialità. Ma le funzioni dell’Onnipotente Supremo sono collegate alle funzioni della Trinità del Paradiso[5].
1955 118:10.3 It would appear that, in the Supreme Being, all phases of universe activity are being partially reunited by the personality of this experiential Deity. When, therefore, we desire to view the Trinity as one God, and if we limit this concept to the present known and organized grand universe, we discover that the evolving Supreme Being is the partial portraiture of the Paradise Trinity. And we further find that this Supreme Deity is evolving as the personality synthesis of finite matter, mind, and spirit in the grand universe.
2006 118:10.3 Sembrerebbe che nell’Essere Supremo tutte le fasi di attività dell’universo siano parzialmente riunite dalla personalità di questa Deità esperienziale. Quando perciò noi desideriamo immaginare la Trinità come un solo Dio, e se limitiamo questo concetto all’attuale grande universo conosciuto ed organizzato, scopriamo che l’Essere Supremo in evoluzione è il ritratto parziale della Trinità del Paradiso. E scopriamo poi che questa Deità Suprema si sta evolvendo come sintesi di personalità della materia, della mente e dello spirito finiti nel grande universo.
1955 118:10.4 The Gods have attributes but the Trinity has functions, and like the Trinity, providence is a function, the composite of the other-than-personal overcontrol of the universe of universes, extending from the evolutionary levels of the Sevenfold synthesizing in the power of the Almighty on up through the transcendental realms of the Ultimacy of Deity.
2006 118:10.4 Gli Dei hanno attributi, ma la Trinità ha funzioni, e similmente alla Trinità la provvidenza è una funzione, il composto del supercontrollo altro-che-personale dell’universo degli universi, che si estende dai livelli evoluzionari del Settuplo e si sintetizza nel potere dell’Onnipotente ed oltre, attraverso i regni trascendentali dell’Ultimità della Deità.
1955 118:10.5 God loves each creature as a child, and that love overshadows each creature throughout all time and eternity. Providence functions with regard to the total and deals with the function of any creature as such function is related to the total. Providential intervention with regard to any being is indicative of the importance of the function of that being as concerns the evolutionary growth of some total; such total may be the total race, the total nation, the total planet, or even a higher total. It is the importance of the function of the creature that occasions providential intervention, not the importance of the creature as a person.
2006 118:10.5 Dio ama ogni creatura come un figlio, e questo amore avvolge ogni creatura per tutto il tempo e l’eternità[6]. La provvidenza opera rispetto al totale e si occupa della funzione di ogni creatura nella misura in cui questa funzione è collegata al totale. L’intervento della provvidenza nei confronti di ciascun essere indica l’importanza della funzione di questo essere in ciò che concerne la crescita evoluzionaria di un dato insieme. Questo insieme può essere la razza totale, la nazione totale, il pianeta totale od anche un totale superiore. È l’importanza della funzione della creatura che provoca l’intervento provvidenziale, non l’importanza della creatura in quanto persona.
1955 118:10.6 Nevertheless, the Father as a person may at any time interpose a fatherly hand in the stream of cosmic events all in accordance with the will of God and in consonance with the wisdom of God and as motivated by the love of God.
2006 118:10.6 Tuttavia il Padre, in quanto persona, può interporre in ogni momento una mano paterna nella corrente degli avvenimenti cosmici che si svolgono secondo la volontà di Dio ed in consonanza con la saggezza di Dio, e quali sono motivati dall’amore di Dio.
1955 118:10.7 But what man calls providence is all too often the product of his own imagination, the fortuitous juxtaposition of the circumstances of chance. There is, however, a real and emerging providence in the finite realm of universe existence, a true and actualizing correlation of the energies of space, the motions of time, the thoughts of intellect, the ideals of character, the desires of spiritual natures, and the purposive volitional acts of evolving personalities. The circumstances of the material realms find final finite integration in the interlocking presences of the Supreme and the Ultimate.
2006 118:10.7 Ma ciò che l’uomo chiama provvidenza è troppo spesso il prodotto della sua stessa immaginazione, la giustapposizione fortuita di circostanze dovute al caso. Esiste tuttavia una provvidenza reale ed emergente nel regno finito dell’esistenza universale, una vera correlazione in corso d’attuazione delle energie dello spazio, dei movimenti del tempo, dei pensieri dell’intelletto, degli ideali del carattere, dei desideri delle nature spirituali e degli atti volitivi intenzionali delle personalità in evoluzione. Le circostanze dei regni materiali trovano la loro integrazione finita definitiva nelle presenze congiunte del Supremo e dell’Ultimo.
1955 118:10.8 As the mechanisms of the grand universe are perfected to a point of final precision through the overcontrol of mind, and as creature mind ascends to the perfection of divinity attainment through perfected integration with spirit, and as the Supreme consequently emerges as an actual unifier of all these universe phenomena, so does providence become increasingly discernible.
2006 118:10.8 Man mano che i meccanismi del grande universo si perfezionano fino ad un punto di precisione finale grazie al supercontrollo della mente, e via via che la mente delle creature si eleva alla perfezione di raggiungimento della divinità mediante l’integrazione perfezionata con lo spirito, e via via che il Supremo emerge conseguentemente come unificatore attuale di tutti questi fenomeni dell’universo, allo stesso modo la provvidenza diviene sempre più discernibile.
1955 118:10.9 Some of the amazingly fortuitous conditions occasionally prevailing on the evolutionary worlds may be due to the gradually emerging presence of the Supreme, the foretasting of his future universe activities. Most of what a mortal would call providential is not; his judgment of such matters is very handicapped by lack of farsighted vision into the true meanings of the circumstances of life. Much of what a mortal would call good luck might really be bad luck; the smile of fortune that bestows unearned leisure and undeserved wealth may be the greatest of human afflictions; the apparent cruelty of a perverse fate that heaps tribulation upon some suffering mortal may in reality be the tempering fire that is transmuting the soft iron of immature personality into the tempered steel of real character.
2006 118:10.9 Alcune delle condizioni sorprendentemente fortuite che prevalgono di quando in quando sui mondi evoluzionari possono essere dovute alla presenza gradualmente emergente del Supremo; la pregustazione delle sue attività universali future. La maggior parte di ciò che un mortale chiama provvidenziale non lo è; il suo giudizio su tali materie è fortemente ostacolato dalla mancanza di una visione lungimirante nei veri significati delle circostanze della vita. Molto di ciò che un mortale chiamerebbe buona sorte può in realtà essere cattiva sorte. Il sorriso della fortuna che dona agi non guadagnati e ricchezze immeritate può rivelarsi la più grande delle afflizioni umane. L’apparente crudeltà di un destino perverso, che accumula tribolazioni su un mortale sofferente, può in realtà essere il fuoco temprante che trasmuta il duttile ferro della personalità immatura nell’acciaio temperato di un vero carattere.
1955 118:10.10 There is a providence in the evolving universes, and it can be discovered by creatures to just the extent that they have attained capacity to perceive the purpose of the evolving universes. Complete capacity to discern universe purposes equals the evolutionary completion of the creature and may otherwise be expressed as the attainment of the Supreme within the limits of the present state of the incomplete universes.
2006 118:10.10 Esiste una provvidenza negli universi in evoluzione e può essere scoperta dalle creature nell’esatta misura in cui esse hanno raggiunto la capacità di percepire il proposito degli universi in evoluzione. La capacità completa di discernere i propositi dell’universo equivale al completamento evoluzionario della creatura e può essere espressa altrimenti come raggiungimento del Supremo nei limiti del presente stato degli universi incompleti.
1955 118:10.11 The love of the Father operates directly in the heart of the individual, independent of the actions or reactions of all other individuals; the relationship is personal—man and God. The impersonal presence of Deity (Almighty Supreme and Paradise Trinity) manifests regard for the whole, not for the part. The providence of the overcontrol of Supremacy becomes increasingly apparent as the successive parts of the universe progress in the attainment of finite destinies. As the systems, constellations, universes, and superuniverses become settled in light and life, the Supreme increasingly emerges as the meaningful correlator of all that is transpiring, while the Ultimate gradually emerges as the transcendental unifier of all things.
2006 118:10.11 L’amore del Padre agisce direttamente nel cuore dell’individuo indipendentemente dalle azioni e dalle reazioni di tutti gli altri individui; la relazione è personale — uomo e Dio. La presenza impersonale della Deità (Onnipotente Supremo e Trinità del Paradiso) manifesta l’attenzione per il tutto, non per la parte. La provvidenza del supercontrollo della Supremazia diviene sempre più apparente via via che le parti successive dell’universo progrediscono nel compimento dei destini finiti. A mano a mano che i sistemi, le costellazioni, gli universi ed i superuniversi si stabilizzano in luce e vita, il Supremo emerge sempre più come correlatore significativo di tutto ciò che accade, mentre l’Ultimo emerge gradualmente come unificatore trascendentale di tutte le cose.
1955 118:10.12 In the beginnings on an evolutionary world the natural occurrences of the material order and the personal desires of human beings often appear to be antagonistic. Much that takes place on an evolving world is rather hard for mortal man to understand—natural law is so often apparently cruel, heartless, and indifferent to all that is true, beautiful, and good in human comprehension. But as humanity progresses in planetary development, we observe that this viewpoint is modified by the following factors:
2006 118:10.12 Agli inizi, su un mondo evoluzionario, gli avvenimenti naturali d’ordine materiale e i desideri personali degli esseri umani sembrano spesso essere antagonistici. Molti dei fatti che avvengono su un mondo in evoluzione sono piuttosto difficili da comprendere per l’uomo mortale — la legge naturale è così spesso apparentemente crudele, impietosa e indifferente a tutto ciò che è vero, bello e buono nella comprensione umana. Ma via via che l’umanità progredisce nello sviluppo planetario, noi osserviamo che questo punto di vista è modificato dai seguenti fattori:
1955 118:10.13 1. Man’s augmenting vision—his increased understanding of the world in which he lives; his enlarging capacity for the comprehension of the material facts of time, the meaningful ideas of thought, and the valuable ideals of spiritual insight. As long as men measure only by the yardstick of the things of a physical nature, they can never hope to find unity in time and space.
2006 118:10.13 1. L’ampliamento della visione dell’uomo — la sua comprensione migliore del mondo in cui vive, la sua capacità accresciuta di comprendere i fatti materiali del tempo, le idee significative della mente e gli ideali validi dell’intuizione spirituale. Fintantoché gli uomini misurano soltanto con il metro delle cose di natura fisica, non possono mai sperare di trovare l’unità nel tempo e nello spazio.
1955 118:10.14 2. Man’s increasing control—the gradual accumulation of the knowledge of the laws of the material world, the purposes of spiritual existence, and the possibilities of the philosophic co-ordination of these two realities. Man, the savage, was helpless before the onslaughts of natural forces, was slavish before the cruel mastery of his own inner fears. Semicivilized man is beginning to unlock the storehouse of the secrets of the natural realms, and his science is slowly but effectively destroying his superstitions while at the same time providing a new and enlarged factual basis for the comprehension of the meanings of philosophy and the values of true spiritual experience. Man, the civilized, will someday achieve relative mastery of the physical forces of his planet; the love of God in his heart will be effectively outpoured as love for his fellow men, while the values of human existence will be nearing the limits of mortal capacity.
2006 118:10.14 2. L’accresciuto controllo dell’uomo — l’accumulazione graduale della conoscenza delle leggi del mondo materiale, dei propositi dell’esistenza spirituale e delle possibilità di coordinazione filosofica di queste due realtà. L’uomo, il selvaggio, era impotente davanti alle devastazioni delle forze naturali, era servile di fronte al dominio crudele delle sue paure interiori. L’uomo semicivilizzato comincia a svelare il deposito dei segreti dei regni naturali e la sua scienza sta lentamente ma efficacemente distruggendo le sue superstizioni, offrendo allo stesso tempo una nuova base fattuale ampliata per la comprensione dei significati della filosofia e dei valori della vera esperienza spirituale. L’uomo civilizzato raggiungerà un giorno la padronanza relativa delle forze fisiche del suo pianeta; l’amore di Dio che porta nel suo cuore sarà efficacemente effuso come amore per i suoi simili, mentre i valori dell’esistenza umana si avvicineranno ai limiti della capacità dei mortali.
1955 118:10.15 3. Man’s universe integration—the increase of human insight plus the increase of human experiential achievement brings him into closer harmony with the unifying presences of Supremacy—Paradise Trinity and Supreme Being. And this is what establishes the sovereignty of the Supreme on the worlds long settled in light and life. Such advanced planets are indeed poems of harmony, pictures of the beauty of achieved goodness attained through the pursuit of cosmic truth. And if such things can happen to a planet, then even greater things can happen to a system and the larger units of the grand universe as they too achieve a settledness indicating the exhaustion of the potentials for finite growth.
2006 118:10.15 3. L’integrazione dell’uomo nell’universo — l’accrescimento del discernimento dell’uomo e dei suoi compimenti esperienziali lo porta ad un’armonia più stretta con le presenze unificanti della Supremazia — la Trinità del Paradiso e l’Essere Supremo. E questo è ciò che stabilisce la sovranità del Supremo sui mondi stabilizzati da lungo tempo in luce e vita. Questi pianeti evoluti sono in verità dei poemi d’armonia, dei quadri stupendi di bontà acquisita, raggiunta mediante la ricerca della verità cosmica. E se queste cose possono accadere ad un pianeta, allora cose ancora più grandi possono accadere ad un sistema ed alle più vaste unità del grande universo via via che anch’esse pervengono ad una stabilità indicante l’esaurimento dei potenziali di crescita finita.
1955 118:10.16 On a planet of this advanced order, providence has become an actuality, the circumstances of life are correlated, but this is not only because man has come to dominate the material problems of his world; it is also because he has begun to live according to the trend of the universes; he is following the pathway of Supremacy to the attainment of the Universal Father.
2006 118:10.16 Su un pianeta di quest’ordine avanzato la provvidenza è divenuta una realtà, le circostanze della vita sono armonizzate. Ma ciò non avviene soltanto perché l’uomo è giunto a dominare i problemi materiali del suo mondo, ma anche perché ha cominciato a vivere conformemente alla tendenza degli universi; egli sta seguendo il sentiero della Supremazia che porta al raggiungimento del Padre Universale.
1955 118:10.18 To realize providence in time, man must accomplish the task of achieving perfection. But man can even now foretaste this providence in its eternity meanings as he ponders the universe fact that all things, be they good or evil, work together for the advancement of God-knowing mortals in their quest for the Father of all.
2006 118:10.18 Per realizzare la provvidenza nel tempo l’uomo deve completare il compito di raggiungere la perfezione. Ma l’uomo può già avere un’anticipazione di questa provvidenza nei suoi significati eterni meditando sul fatto universale che tutte le cose, buone e cattive, concorrono all’avanzamento dei mortali che conoscono Dio nella loro ricerca del Padre di tutti[8].
1955 118:10.19 Providence becomes increasingly discernible as men reach upward from the material to the spiritual. The attainment of completed spiritual insight enables the ascending personality to detect harmony in what was theretofore chaos. Even morontia mota represents a real advance in this direction.
2006 118:10.19 La provvidenza diviene sempre più discernibile via via che gli uomini si elevano dal materiale allo spirituale. L’acquisizione di un’intuizione spirituale completa permette alla personalità ascendente di scoprire l’armonia in ciò che era prima caos. Anche la mota morontiale rappresenta un progresso reale in questa direzione.
1955 118:10.20 Providence is in part the overcontrol of the incomplete Supreme manifested in the incomplete universes, and it must therefore ever be:
2006 118:10.20 La provvidenza è in parte il supercontrollo del Supremo incompleto manifestato negli universi incompleti, e deve perciò essere sempre:
1955 118:10.21 1. Partial—due to the incompleteness of the actualization of the Supreme Being, and
2006 118:10.21 1. Parziale — dovuta all’incompletezza dell’attuazione dell’Essere Supremo, e
1955 118:10.22 2. Unpredictable—due to the fluctuations in creature attitude, which ever varies from level to level, thus causing apparently variable reciprocal response in the Supreme.
2006 118:10.22 2. Imprevedibile — dovuta alle fluttuazioni nel comportamento delle creature, che varia sempre di livello in livello, causando in tal modo una risposta reciproca apparentemente variabile nel Supremo.
1955 118:10.23 When men pray for providential intervention in the circumstances of life, many times the answer to their prayer is their own changed attitudes toward life. But providence is not whimsical, neither is it fantastic nor magical. It is the slow and sure emergence of the mighty sovereign of the finite universes, whose majestic presence the evolving creatures occasionally detect in their universe progressions. Providence is the sure and certain march of the galaxies of space and the personalities of time toward the goals of eternity, first in the Supreme, then in the Ultimate, and perhaps in the Absolute. And in infinity we believe there is the same providence, and this is the will, the actions, the purpose of the Paradise Trinity thus motivating the cosmic panorama of universes upon universes.
2006 118:10.23 Quando gli uomini pregano per l’intervento della provvidenza nelle circostanze della loro vita, molte volte la risposta alla loro preghiera è il loro stesso mutato atteggiamento verso la vita. Ma la provvidenza non è capricciosa, né è fantastica o magica. Essa è la lenta e sicura emersione del possente sovrano degli universi finiti, di cui le creature in evoluzione scoprono occasionalmente la maestosa presenza nel corso della loro progressione nell’universo. La provvidenza è il marchio sicuro e certo delle galassie dello spazio e delle personalità del tempo verso gli scopi dell’eternità, prima nel Supremo, poi nell’Ultimo e forse nell’Assoluto. Noi crediamo che vi sia la stessa provvidenza nell’infinità, e che sia la volontà, le azioni ed il proposito della Trinità del Paradiso, che motiva in tal modo il panorama cosmico di universi su universi.
2006 118:10.24 [Patrocinato da un Possente Messaggero in soggiorno temporaneo su Urantia.]
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